Pubblicato il 05/07/2012, 09:45 | Scritto da La Redazione

RAI: IL PREMIER «NOMINE OGGI O COMMISSARIAMENTO»

RAI: IL PREMIER «NOMINE OGGI O COMMISSARIAMENTO»
Ennesima fumata nera, ieri, per il rinnovo del consiglio di amministrazione di Viale Mazzini. Monti avverte il centrodestra. Berlusconiani sulle barricate.   La Repubblica, pagina 13, di Goffredo De Marchis   Il premier avverte il centrodestra   “Nomine oggi o commissariamento”   Berlusconiani sulle barricate: sei tu che hai violato le regole   «Il progetto […]

Ennesima fumata nera, ieri, per il rinnovo del consiglio di amministrazione di Viale Mazzini. Monti avverte il centrodestra. Berlusconiani sulle barricate.

 

La Repubblica, pagina 13, di Goffredo De Marchis

 

Il premier avverte il centrodestra

 

“Nomine oggi o commissariamento”

 

Berlusconiani sulle barricate: sei tu che hai violato le regole

 

«Il progetto per il commissariamento della Rai è sempre qui, nel mio cassetto». Mario Monti assiste senza rassegnarsi alle lotte che si consumano intorno al rinnovo del consiglio di amministrazione e al caos provocato dal Pdl. È toccato al sottosegretario Antonio Catricalà consultare ieri i leader della maggioranza per conoscere le loro intenzioni in vista del voto di oggi in Vigilanza. Facendo capire che un’altra giornata di passione non sarà tollerata. E che ora ci sono tutte le condizioni per nominare un commissario annullando così qualsiasi controllo dei partiti su Viale Mazzini. «Ci hanno garantito che oggi non ci saranno sorprese, che i membri del Cda saranno votati», dicono a Palazzo Chigi. Ma visti i precedenti, le votazioni andate a vuoto, la lunga attesa dei manager nominati dall’esecutivo, l’arma finale resta a portata di mano.

Bersani e Casini conoscono bene la grande tentazione di Monti. È sempre stata la sua prima scelta. «Per risanare la Rai ci vorrebbe una scelta drastica», si sono sentiti ripetere molte volte nei vertici a Palazzo Chigi. Per questo i segretari di Pd e Udc ieri hanno rilanciato l’ipotesi. Per minacciare il Pdl, per dividerlo certo, com’è avvenuto con il voto di Paolo Amato guidato, raccontano, dalla strategia di Fini e Casini.
Ma sanno anche, Bersani, Casini e Alfano, che stanno maturando gli elementi tecnici e giuridici per un commissariamento. Il blocco della gestione operativa è uno dei motivi per scavalcare Parlamento e consiglio di amministrazione sanciti dalla legge. E lo stallo della Rai è conclamato, chi può negarlo. Adesso emergono anche i motivi economici, la principale causa di gestione commissariale di un’azienda. Il calo della pubblicità (meno 100 milioni) impone una manovra finanziaria di almeno 40 milioni.

Paolo Garimberti, presidente uscente, ha già fatto sapere al governo e informalmente al Quirinale che l’attuale Cda è in carica per l’ordinaria amministrazione. Ma non vuole e non può affrontare misure di emergenza come quelle richieste dai conti in rosso. Senza correzioni però la Rai affonda. E allora? Solo un commissario è in grado di salvarla, nel caso di nuovi incidenti. Monti ha già fatto capire di possedere la determinazione necessaria per cancellare liturgie e balletti. Per infischiarsene della politica. La nomina “irrituale” del Presidente Anna Maria Tarantola e del direttore generale Luigi Gubitosi è stata vissuta dai partiti, dal centrodestra in particolare, come un commissariamento mascherato. Bene, è il messaggio del presidente del Consiglio, ora può saltare anche la maschera. I segnali che arrivano dal Pdl sono pessimi. Non è un mistero che Paolo Romani, plenipotenziario di Berlusconi, continui a ripetere che «nulla è scontato», che «le regole sono state violate». Insomma, le barricate dei
berlusconiani sono sempre alte. Ma non spaventano il premier. Un altro strappo, fanno sapere
a Palazzo Chigi, non «costringerebbe» il governo al commissariamento. Sarebbe semmai
un invito a nozze. I conti già verificati e controllati numero per numero da Tarantola e Gubitosi nelle loro riunioni informali, descrivono un’azienda che vive una situazione simile a quella di Alitalia. Monti va anche oltre nei suoi colloqui di queste ore: non disinnescherà la minaccia del commissario neanche dopo l’elezione dei sette consiglieri. Perché la vera prova deve ancora arrivare. La prossima settimana, se tutto va liscio oggi, la commissione di Vigilanza sarà chiamata ad eleggere la presidente Tarantola. Sono necessari i due terzi dei voti. Di fronte alla manager indicata dal governo diventeranno inaccettabili una lunga serie di convocazioni o peggio ancora schede col nome storpiato. La situazione è monitorata passo dopo passo dal governo. Non sono consentiti altri scivoloni. Il sostegno di Pd e Udc sembra assicurato. Si possono compiere mosse inaspettate. Anche se Monti vuole evitarle, non è detto che abbia paura a mostrare i muscoli. Ancora una volta.