Pubblicato il 05/07/2012, 13:42 | Scritto da La Redazione

PIERO ANGELA: «GRAZIE A QUARK MOLTI GIOVANI HANNO SCELTO DI STUDIARE LA SCIENZA»

PIERO ANGELA: «GRAZIE A QUARK MOLTI GIOVANI HANNO SCELTO DI STUDIARE LA SCIENZA»
    {Summary} In un’intervista a TVZOOM Piero Angela parla del suo ritorno su Raiuno con Superquark, al via domani, e sottolinea l’importanza della sua trasmissione di divulgazione scientifica {/Summary}.   Piero Angela, da stasera in prima serata torna su Raiuno con Superquark. Ci sveli il segreto del suo successo. «Bisogna chiederlo agli spettatori che […]

alt

 

 

{Summary} In un’intervista a TVZOOM Piero Angela parla del suo ritorno su Raiuno con Superquark, al via domani, e sottolinea l’importanza della sua trasmissione di divulgazione scientifica {/Summary}.

 

Piero Angela, da stasera in prima serata torna su Raiuno con Superquark. Ci sveli il segreto del suo successo.

«Bisogna chiederlo agli spettatori che continuano a seguirci. Forse c’è molto interesse per gli argomenti che trattiamo sempre in modo chiaro e creativo. Non c’è una ricetta, credo che servano però buoni ingredienti».

Il fatto che ormai da qualche anno Raiuno trasmetta il suo programma di divulgazione scientifica solo d’estate le dispiace?

«Egoisticamente sono più tranquillo perché una prima serata di Raiuno in inverno ha sempre i fucili puntati, se non ti va bene sono guai seri. D’estate si è più protetti da una concorrenza aggressiva, anche se forse per il pubblico sarebbe interessante avere questo programma in altre collocazioni. Ma in realtà con il gruppo di Ulisse abbiamo quattro stagioni: d’estate c’è Superquark, in primavera e autunno Ulisse, a Natale gli speciali di Superquark e per tutto l’anno va in onda Passaggio a Nord Ovest. Abbiamo un volume di fuoco grandissimo».

Quindi nessun rammarico?

«Supequark in inverno sarebbe più penalizzato, ma forse più visibile. Abbiamo il nostro zoccolo duro che ogni anno riemerge».

Ricorda gli inizi  della sua trasmissione?

«Andavamo in onda in seconda serata, che allora cominciava alle 21.35. Nella prima edizione avevamo una media di nove milioni di spettatori, questo dimostra quanto è cambiata la Rai e la tv in generale».

Molti giovani sono cresciuti con Quark e continuano a crescere con Superquark, uno dei pochi programmi che i professori a scuola consigliano di vedere sempre. Si sente caricato di una maggiore responsabilità per questo?

«Riceviamo in continuazione mail e telefonate di persone che ci dicono di aver scelto facoltà scientifiche dopo aver visto i nostri programmi. Un ricercatore che dirige un suo gruppo a Harvard mi ha scritto: “Se sono qui è anche grazie a lei, perché la mia vocazione è nata seguendo i suoi programmi”. Sono cose che aiutano a dare al nostro programma quell’immagine di servizio pubblico di cui la Rai ha bisogno».

Suo figlio Alberto ha scelto di occuparsi di divulgazione scientifica per merito suo?

«Veramente mio figlio ha cominciato a occuparsi di scienza prima di me, quando io ero ancora al telegiornale».

Avete mai girato servizi insieme?

«Anni fa, in Africa, facemmo un paio di servizi: uno sull’uomo preistorico, l’altro alla ricerca del leopardo, uno degli animali più difficili da filmare. Eravamo insieme a un famoso ricercatore americano che ormai viveva nell’attesa di riprendere quell’animale. Di notte ci prestava la pila per andare in bagno e ci ricordava di controllare sempre che non ci fossero serpenti ad aspettarci».

C’è una materia che le piacerebbe studiare a fondo?

«Ho scritto 34 libri , tutti di argomenti diversi. Dovendo scegliere un pezzo del puzzle punterei sul cervello, un organo che fino ad oggi non è stato ancora completamente capito».

Ci saranno novità in questa edizione?

«Superquark è come il Tg, cambia in base alle notizie. Apriremo la prima puntata parlando di terremoti. Nella seconda ci occuperemo invece della scoperta della particella di Dio. Siamo sull’attualità».

Teme la concorrenza delle Olimpiadi?

«Le Olimpiadi  arrivano ogni quattro anni, chi ci vuole bene ci viene a vedere sempre».

 

Tiziana Leone

Nella foto, Piero Angela