Pubblicato il 02/07/2012, 09:22 | Scritto da La Redazione

TARANTOLA-GUBITOSI: PRONTI A TAGLIARE I MEGASTIPENDI IN RAI

TARANTOLA-GUBITOSI: PRONTI A TAGLIARE I MEGASTIPENDI IN RAI
Secondo “Il Giornale”, il nuovo presidente e direttore generale della Rai dovranno ridurre gli stipendi esosi dei manager di Viale Mazzini, portandoli sotto il tetto dei 450mila euro all’anno. Il Giornale, pagina 29, di Maurizio Caverzan La Tarantola pronta a tagliare i megastipendi La Rai targata Bankitalia ha le forbici in mano. Sono previsti 40 […]

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Secondo “Il Giornale”, il nuovo presidente e direttore generale della Rai dovranno ridurre gli stipendi esosi dei manager di Viale Mazzini, portandoli sotto il tetto dei 450mila euro all’anno.

Il Giornale, pagina 29, di Maurizio Caverzan

La Tarantola pronta a tagliare i megastipendi

La Rai targata Bankitalia ha le forbici in mano. Sono previsti 40 milioni di entrate pubblicitarie in meno nel secondo semestre che vanno ad aggiungersi ai 50 già mancanti del primo: nel 2012 gli incassi di Sipra saranno di 900 milioni invece dei mille del 2011. Ecco perché Anna Maria Tarantola e Luigi Gubitosi affilano le lame. Sembra non per tagliare sulle produzioni, ma sui superstipendi dei dirigenti dei piani alti. La formula è quella suggerita dal neopresidente francese Hollande: tetto massimo ai manager pubblici di 450 milioni annui. In Viale Mazzini ce ne sono parecchi accomodati sull’attico dei 500-600 milioni e oltre. Gianfranco Comanducci, per esempio, vicedirettore generale con delega alla gestione degli immobili e servizi; Claudio Cappon, già direttore generale e ora amministratore delegato di Rai International; Luciano Flussi, capo del personale; la stessa Lorenza Lei, direttore generale uscente. Se il mandato assegnato al ticket di dirigenti indicato da Monti è quello di tagliare i troppi superstipendi, ecco trovata la motivazione del siluramento di Lei: essendo parte in causa non sarebbe stata la persona più indicata per imporre il tetto al settimo piano di Viale Mazzini.

Celentano e i posti di lavoro coreani. «Difenderemo strenuamente, ancor più in questo momento di crisi economica, i posti di lavoro di coloro che collaborano con noi su questo progetto». Si concludeva così il comunicato nel quale il Clan attaccava Sky e «il cinismo delle multinazionali» perché, dopo due anni di ritardo durante i quali non si è vista l’ombra di una delle 26 puntate previste del cartoon Adrian, la pay tv ha negato lo slittamento della consegna al 2014, timorosa che non sarebbe stato l’ultimo. La strada del fumetto televisivo di Celentano è lastricata di cause e licenziamenti di aziende e lavoratori italiani. Prima la rottura con il produttore esecutivo «Cometa Film», poi quella con la «Lanterna magica» del regista Enzo D’Alò, infine lo scontro con la società di creazioni animate «Mondo Tv». Ultimamente, il Clan aveva avviato una collaborazione, sembra molto fattiva, con un’impresa di produzioni sudcoreana. Forse i posti di lavoro asiatici sono più facili da tutelare di quelli italiani.