Pubblicato il 09/06/2012, 15:20 | Scritto da La Redazione

LA FREQUENZA ANTIMAFIA TELEJATO VINCE LA SUA BATTAGLIA E SI SALVA

LA FREQUENZA ANTIMAFIA TELEJATO VINCE LA SUA BATTAGLIA E SI SALVA
TVZOOM aveva seguito le vicende di Pino Maniaci e della sua “tv familiare” alle prese con i problemi dello “Swith off”. Oggi su l’Unità la conferma che la piccola e unica tv antimafia sarà regolarmente in onda.   L’Unità, pagina 17, di Massimo Isolani Frequenza anti mafia Telejato vince la sua battaglia e si salva […]

TVZOOM aveva seguito le vicende di Pino Maniaci e della sua “tv familiare” alle prese con i problemi dello “Swith off”. Oggi su l’Unità la conferma che la piccola e unica tv antimafia sarà regolarmente in onda.

 

L’Unità, pagina 17, di Massimo Isolani

Frequenza anti mafia

Telejato vince la sua battaglia e si salva


«Il paradosso è che dove non è riuscita la mafia con le minacce stava per riuscire lo stato con le sue leggi». Adesso però sono in pieno telegiornale e non ho tempo di spiegare, ci sentiamo più tardi». Pino Maniaci ha vinto, nia non ha intenzione di concedersi il tempo per esultare. La sua Telejato, la tv “familiare” fondata nel 1989 a Partinico e diventata una bandiera dell’ami mafia. Continuerà a vivere e migrerà sul digitale terrestre. Lo “switch off’ siciliano non spegnerà questa voce ostinata che da oltre vent’anni racconta la mafia, punta il dito contro i “mammasantissima” e schiva colpi e minacce di chi vorrebbe tapparne la bocca. I clan, innanzitutto_ ma non solo. Il rischio stavolta e stato serio davvero e soltanto la pubblicazione nei giorni scorsi della graduatoria stilata dal Corecom Sicilia, l’organismo regionale dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ha spazzato via la possibilità che Pino e la sua redazione restassero fuori dai canali del digitale terrestre. Un’eventualità che aveva messo in moto una mobilitazione nazionale arrivata persino in Parlamento. «Innanzitutto voglio ringraziare tutte le persone e le associazioni che ci sono state accanto in questa lotta spiega Pino Maniaci – nominarli tutti sarebbe impossibile, hanno persino creato una sorta di cartello “Siamo tutti Telejato”. Addirittura ci sono stati dei licei bolognesi che hanno scritto al presidente della Repubblica». Pausa. Pino ride, allontana la cornetta e intanto dà indicazioni per il montaggio del servizio che sta per andare in oncia. «Rieccomi». si scusa. «Però va detto che abbiamo vinto una battaglia e non ancora la guerra. Aspettiamo in queste ore la pubblicazione della graduatoria definitiva prima di festeggiare davvero, però salvo sorprese dovremmo esserci». E allora, con le dita incrociate, a Telejato si lavora già al futuro, alla nuova era digitale dell’antimafia fatta in casa. «Avremo a disposizione cinque canali spiega Maniaci e stiamo già preparando i nuovi programmi». La sfida è ambiziosa ma per chi non si è mai lasciato spaventare dalle minacce. Per chi vive da tempo sotto scorta e soltanto pochi anni fa è stato picchiato per strada dal figlio di un boss, alla fine è poca cosa. «Siamo pronti a partire con più entusiasmo e forza che mai», prosegue Maniaci. «Innanzitutto lanceremo un canale interamente musicale che chiameremo “Radio Aut” per rilanciare la sfida e l’impegno di Peppino Impastato. Poi affideremo la programmazione di un secondo canale al lavoro dei ragazzi delle scuole di giornalismo. In tanti vengono da noi a fare stage e siamo felici che possano lavorare, che possano imparare il valore della libertà di informazione e di stampa e la forza del poter esprimere le proprie idee senza condizionamenti. Mafiosi o di qualsiasi altro tipo». E se lo dice lui, che in passato è stato persino denunciato per esercizio abusivo della professione per piccole e ridicole questioni di albo e professionismo, c’è da crederci. «E poi ho una idea pazza per la testa – continua Pino – mandare in diretta tv le riunioni dei consigli comunali della zona. Hai presente? Hai mai visto che cosa succede durante un consiglio comunale? È meglio del cinema. Ho raccolto una casistica di episodi da farsela addosso dal ridere. Una volta un consigliere disse: “Cerchiamo di unire l’utero al dilettevole”». Roba da non credere. «Non ci credi? E allora te ne racconto altre: c’era un tipo che stava parlando, un altro cercava di interromperlo e allora lui è sbottato: “Non sono ancora finito”. Ho riso per dieci minuti. Ne vuoi sentire altre?». E sentiamo: «C’era questo tipo che parlava e parlava senza finirla. Dai banchi del consiglio si alza un rappresentante dell’opposizione per protestare per la lunghezza, e quello gli risponde: “vengo al sugo del discorso”. Un canale televisivo così, in diretta. Da morire dal ridere». Pino non lo dice. Ma alla fine l’idea di seguire in tv i dibattiti al Comune è anche il modo migliore per controllare da vicino la politica e il suo malaffare, le terre in cui si viaggia a braccetto con la mafia. Ironia e trasparenza, le stelle polari che guidavano le denunce di Peppino Impastato. «E certo ci scherza su Pino Maniaci perché noi oltre a fare informazione vogliamo prenderci gioco dei politici e dei mafiosi. Senza fare sconti a nessuno». Hanno provato a spegnerla, ora Telejato si moltiplicherà per cinque.