Pubblicato il 06/06/2012, 13:01 | Scritto da La Redazione

L’IMPORTANZA DI GERARDO

Il conduttore radiofonico Panno, scomparso ieri, raccontato e ricordato da un amico-collega.

Gerardo Panno era una bella persona. Era autorevole e distaccato e, quando lo incontravi, eri portato istintivamente ad ascoltarlo e a dargli retta. Quando l’ho visto la prima volta, un bel po’ di anni fa, stavamo in una radio privata, gloriosa e piena di speranze. Si chiamava L’aradiocittauno e c’erano un sacco di persone vivaci e intelligenti, che partirono da uno scantinato in via di Vigna Stelluti, per arrivare in un posto fichissimo a Viale Mazzini e oggi, sparsi qua e là per il mondo, hanno scritto chi era Gerardo.

Con Gerardo abbiamo condiviso musica, risate e visioni della vita e non ci siamo mai persi di vista. In tutti gli anni che gli è stato dato di vivere, e non deve contare se sono pochi o tanti, ha tenuto come priorità l’accuratezza, la professionalità e la voglia di dare il tempo giusto alle sue passioni. E non parlo solo della professione, che pure ha amato tantissimo, ma delle cose che contano davvero nella vita, Francesca e Jacopo soprattutto.

Gerardo aveva tre grandi qualità: era colto, gentile e preparato. Sono tre rarità che segnano una vita e restano dentro le persone che lo hanno conosciuto e che gli hanno voluto bene. Più del potere, più della carriera, più dell’approssimazione, più della cialtroneria, più dell’arroganza che assicurano un sacco di cose ma non il rispetto. Poi le cose succedono ed è sbagliato adesso pretendere di capire. Tra qualche tempo scopriremo che non se n’è andato manco per niente, ma è rimasto dentro di noi con una forza molto più grande di prima. E non è una cosa che di questi tempi avviene poi tanto spesso.

 

Marcello Giannotti

 

(Nella foto Gerardo Panno)