Pubblicato il 27/05/2012, 13:02 | Scritto da La Redazione

AAA CERCASI DISPERATAMENTE RAI DUE

dalessandropasquale2

Negli ultimi anni il secondo canale Rai è stato smontato pezzo per pezzo, perdendo identità e inevitabilmente ascolti.

Tanto per cambiare continuiamo a parlare di Rai. Perché esistono più canali? Anche per ragioni editoriali principalmente: la diversificazione è obbligatoria per soddisfare fasce diverse di spettatori. Rai Uno è l’ammiraglia, unica rete che ha la missione assolutamente trasversale e nelle intenzioni, dovrebbe accontentare tutti inseguendo l’audience più ampio possibile nell’arco della giornata, con un’attenzione particolare al pubblico più adulto.

Rai Tre è l’esatto opposto, declinando i programmi e lo stile per un pubblico culturalmente orientato. Anche l’età è decisamente più bassa. Ma l’attuale progetto di Rai Due, invece, chi ce lo spiega? A oggi sembra completamente inesistente. Chi la dovrebbe guardare? Nella gestione precedente (quella di Massimo Lioffredi) la strategia era quasi nulla, però la rete reggeva su almeno tre o quattro capisaldi: Michele Santoro, L’Isola dei Famosi, XFactor e un po’ Quelli che il calcio. Non c’era una linea editoriale che impaginasse le proposte, però con quei quattro appuntamenti così forti, almeno Rai Due esisteva. È rimasta L’Isola, perché Quelli che il calcio è diventato di nicchia. Veramente poco per dare un senso. Per non parlare di Italia Coast2Coast, che alla prima puntata ha realizzato uno share del 3,19% e alla seconda del 2.78%. Bravo Ballandi, un uomo che in altri tempi faceva scrivere di lui: «Quello che tocca diventa oro». Oggi è molto calato nelle quotazioni di mercato…

 

Hannibal

 

(Nella foto Pasquale D’Alessandro, direttore di Rai Due)