Pubblicato il 27/05/2012, 15:02 | Scritto da La Redazione

ALESSANDRO ROJA: «AL DANDI DEVO TUTTO, HO SFONDATO IN TV SENZA AVERE SANTI IN PARADISO»

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{Summary}TVZOOM ha intervistato l’attore romano, il Dandi della serie tv “Romanzo criminale”, al debutto in una fiction di Rai Uno: “L’Olimpiade nascosta”. Confessa: «Se sono arrivato fin qui devo tutto al Dandi».{/Summary}

Per due stagioni Alessandro Roja è stato il Dandi di Romanzo Criminale, dove, con i suoi occhi blu e la faccia da bravo ragazzo, uccideva senza pietà chiunque si mettesse contro il credo della Banda della Magliana. Poi è passato al cinema, tra gli interpreti di uno dei film più discussi, Diaz, incentrato sul massacro alla scuola Diaz da parte della polizia durante il G8 di Genova. Oggi è su Rai Uno con L’Olimpiade nascosta, in cui interpreta un uomo, disposto a tutto pur di salvare la sua compagna ed un bambino dall’orrore dell’Olocausto. «Girare un film sul nazismo fa un effetto molto deprimente – dice l’attore – Soprattutto se le riprese avvengono esattamente nei posti in cui quella follia ha lasciato un segno indelebile».

Avete girato a Theresienstadt, un’antica fortezza nei dintorni di Praga, trasformata dai nazisti in un campo di sterminio. Quanto siete rimasti lì?

«Quasi tre mesi, sono arrivato lì lo scorso agosto e sono andato via a novembre. Quel campo è tristemente famoso perché ci sono morti migliaia di bambini.  Girare lì è stata veramente dura».

L’Olimpiade nascosta non è una fiction da periodo estivo, vista la durezza dei temi. Secondo lei il pubblico come reagirà?

«Spero bene, perché tratta di due argomenti molto cari agli italiani: lo sport, capace di unirci davvero e l’amore, trattato però senza zucchero»

Vuol dire diverso dai tanti che vediamo in tv?

«È un amore che nasce durante il nazismo, in un campo di sterminio, tra un uomo, una donna e un bambino trovato per caso. E’ un sentimento quasi impossibile, è l’essenza distillata dell’amore».

Cosa le ha lasciato Romanzo Criminale?

«Un’esperienza gigantesca, sono qui anche e soprattutto grazie al Dandi: mi ha dato la possibilità di fare tanti ruoli diversi, senza avere santi in paradiso. Vuol dire che ho seminato bene, è stata una fatica “necessaria”».

Agli inizi eravate tutti attori sconosciuti e esordienti, potevate finire schiacciati dai vostri stessi ruoli, ma poi vi siete anche presi in giro nella parodia che avete realizzato per il programma della Guzzanti su La7 intitolata la Banca della Magliana.

«Sono molto fiero di averla fatta, quel piccolo progetto ha ucciso la nostra vanità e ogni possibile nostra megalomania legata a quei personaggi. Tutti noi li amiamo senza aver avuto mai bisogno di spremerli».

Dopo Romanzo criminale ha fatto teatro, cinema e ora tv, come sceglie i suoi progetti?

«Voglio divertirmi, non sono uno di quelli che fa teatro per lavarsi l’anima».

Dopo il grande successo di Romanzo criminale come ha fatto a tenere i piedi per terra?

«Dipende dalla cultura in cui cresci e dalle persone importanti che si hanno vicino. Ho sempre detestato chi si crede di essere il Re Sole, credo di aver sviluppato una certa sensibilità verso il prossimo, capace di non farmi dire o fare stronzate».

Come vive il suo debutto su Rai Uno?

«Male, ho un’ansia pazzesca. Non credo di avere un atteggiamento da statale, le cose cerco sempre di farle al meglio e quindi sono teso se non vanno al massimo come vorrei sempre che andassero. Spero di avere sempre questa ansia, altrimenti vorrà dire che mi sono fermato».

 

Tiziana Leone

 

(Nella foto Alessandro Roja)