Pubblicato il 26/05/2012, 15:03 | Scritto da La Redazione

INCHIESTA: TUTTI I FLOP DI RAI UNO DEGLI ULTIMI ANNI

Abbiamo messo in fila, dati alla mano, gli insuccessi da prima serata della rete ammiraglia di Viale Mazzini. Impressionate come gli artefici ricorrano così spesso.

È una graduatoria di demerito abbastanza democratica, quella che mette assieme i flop degli ultimi anni su Rai Uno. Ci sono dentro tante case di produzione, comprese le migliori e poi tanti autori prestigiosi, personaggi e conduttori che nella loro carriera hanno all’attivo anche successi importanti. Errare è umano, specie in televisione, e molti programmi tra i peggiori della lista – in effetti sono pilota, trasmissioni test che – semplicemente – non hanno superato la prova del video.

Certo, qualche presenza risulta più frequente, e qualche insistenza nell’errore si spiega soltanto se si considera quanto in Viale Mazzini sia stretto il rapporto tra certe scelte di produzione, le ragioni della politica e la logica delle clientele. Niente di tutto questo però – molto probabilmente – ha generato l’operazione che si segnala come il maggiore insuccesso degli ultimi anni.

Tosca amore disperato, l’opera in versione pop firmata da Lucio Dalla e prodotta da David Zard, è stata capace il 3 giugno del 2010 di superare di poco quota 1,3 milioni di spettatori raggiungendo il 5,91% di share. Vale la pena ricordare che il più clamoroso insuccesso di ascolto della storia di Rai Uno si deve alla trasposizione dell’opera in tv.vIl 16 dicembre del 1997 il Macbeth di Giuseppe Verdi diretto da Riccardo Muti ottenne una media d’ascolto, dalle 19.54 alle 24.20, di 1.186.000 telespettatori con il 5,51% di share. E una media di prime time di 1.072.000 telespettatori con il 3,95% di share.

Il fiasco di Dalla si apparenta, per molti versi, per genere e motivazioni, con quello garantito a Rai Uno pochi mesi dopo, il primo settembre, dalla versione televisiva di un’altra produzione teatrale e musicale: I promessi sposi opera moderna di Michele Guardì, arrivato però un po’ più in basso nella graduatoria di demerito a quota 2,075 milioni con l’11,2% di share.

Si rimane nel genere «malinteso ruolo del servizio pubblico» se si salta ad altre due trasmissioni che dovevano essere «alte» e che invece sono state rese nane dalla bocciatura clamorosa del pubblico. Epifanico il caso dell’ambizioso Socrate, il merito in tv, con autore Cesare Lanza e la conduzione Tiberio Timperi: buone intenzioni fin troppo dichiarate e il 7 febbraio di quest’anno solo 3,047 milioni di spettatori e l’11,37% di share.

Perfino più esemplare quello di Centocinquanta, che doveva rimanere nella memoria collettiva commemorando l’Unità d’Italia e che invece rimarrà nella piccola storia della tv per la clamorosa lite tra i conduttori, niente meno che Pippo Baudo e Bruno Vespa. Dal programma che avrebbe dovuto fare felice il nostro presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano a quello nato per far contento l’allora premier Silvio Berlusconi e dimostrare che anche a destra si sanno fare sermoni firmati come quelli di Adriano Celentano e del duo Fabio FazioRoberto Saviano.

Secondo tra i peggiori di sempre, di Ci Tocca anche Vittorio Sgarbi, supportato dalla produzione di Ballandi, è rimasta agli annali sola la prima puntata, quella sul tema del padre, capace di raccogliere il 18 maggio del 2011 solo 2,063 milioni di spettatori e l’8,28% di share.

Risalendo la graduatoria dei peggiori da registrare come abbia messo in bilancio un risultato solo leggermente migliore di Sgarbi l’esperimento Il pubblico da casa (2,341 milioni e il 9,5%), bollata dai critici come involuzione un po’farneticante dell’umile, ma efficiente Da Da Da. Poco meglio ha fatto di recente, il primo dei prodotti Ldm della lista, il produttore più presente nell’elenco dei programmi bocciati: Punto su di te, infatti, con la puntata del 16 maggio ha raccolto 2,686 milioni di spettatori ed il 9,98% di share.

C’è l’imprinting di Magnolia, invece, la conduzione di Pino Insegno e la regia di Jocelyn nell’insuccesso di Me lo dicono tutti (2,612 milioni di ascoltatori e 10,67% di share con la puntata del 5 maggio del 2011), ovverosia nel tentativo di fare affermare anche in Italia un format straniero (I get a lot) basato sui vip che, appositamente trasformati, avrebbero dovuto scatenare reazioni di sorpresa della gente normale immortalate dalla candid camera.

Marchio Toro, invece, per Perfetti Innamorati, che il 18 gennaio del 2011 con Georgia Luzi e Marco Liorni alla conduzione si è andato a collocare nella lista degli esperimenti non riusciti raggiungendo 2,926 milioni di spettatori e il 10,98% di share.

Ha ottenuto meno pubblico ma garantendosi più share la Triangle di Silvio Testi, che il primo gennaio del 2011 ha collocato alla risibile quota di 2,238 milioni di spettatori e l’11,24% Ora ci vorrebbe un amico, con Lorella Cuccarini alla conduzione.

Gli ultimi due programmi della lista sono invece realizzati da Ldm: Mettiamoci all’opera, che con la puntata del 17 giugno del 2011 ha raggiunto 2,519 milioni di spettatori e l’11,36% di share; Ciak si canta, che alla quinta puntata della terza edizione con Belen Rodriguez e Francesco Facchinetti alla conduzione ha chiuso i battenti dopo avere raggiunto 2,987 milioni e il 12,15% di share.

Per adesso, lo dicono gli ultimi vaticini di Auditel, la lista di flop di Ldm consacrati da una cancellazione in corso d’opera non si allunga: è rimasto fin sulla soglia del 13% di share e dei 3,2 milioni di spettatori, con le prime due puntate, Mi gioco la nonna, attualmente in onda sulla prima rete.

 

Emanuele Bruno

 

(Nella foto il cast di Tosca amore disperato)