Pubblicato il 29/04/2012, 12:06 | Scritto da La Redazione

GIORGIA SINICORNI: «REGISTE E PRODUTTRICI DONNE, È IL VOSTRO MOMENTO»

L’attrice, popolare per il ruolo di Sofia ne “I Cesaroni” e per le sue parti ne “Il giovane Montalbano” e “Squadra Antimafia”, ha dichiarato a TVZOOM di odiare i reality show e di auspicare maggior peso femminile nell’aspetto decisionale delle produzioni.

«Ne I Cesaroni facevo la parte di Sofia, l’amante di Marco, una rovinafamiglie. Nello spettacolo teatrale The Woman (dal 24 aprile al 6 maggio al Teatro dell’Angelo, a Roma nda), avrò un ruolo simile. Però nella vita mi sono data una regola: mai rubare i fidanzati alle altre, specie alle amiche», racconta Giorgia Sinicorni a TVZOOM, una delle protagoniste dell’ultima serie de I Cesaroni, di recente apparsa nelle avventure de Il Giovane Montalbano e in Squadra Antimafia. Lei, ventinovenne milanese trasferitasi a Roma, robusta formazione teatrale alle spalle, fa parte delle promesse che la fiction italiana ha intenzione di mantenere.

Giorgia, dunque nella vita lei non è una rovinafamiglie: ma quanto si deve sacrificare del privato per emergere nello spettacolo?
«Ho sacrificato parte della mia stabilità emotiva per la professione, ma fa parte del gioco. Sono delle scelte e non durano per sempre. Consolidata la carriera, arriva anche l’amore».
Non ha nulla in comune con la sua Sofia de I Cesaroni?
«Non rubo i fidanzati alle amiche. Sofia però è un personaggio solare, energetico, positivo. Sul set mi sono divertita». 
I Cesaroni hanno ancora qualcosa da dire, come serie?
«La storia è ben scritta, l’ambientazione familiare consente di inventare spunti sempre nuovi. Gli attori sono bravi. Questi sono gli ingredienti per una fiction di qualità, dunque è logico che continui con successo. In Italia, poi, le fiction più apprezzate riguardano o le saghe familiari, o le storie di mafia e criminalità». 
Perché, secondo lei?
«Posso rispondere parlando di Squadra Antimafia: scene d’azione girate con occhio cinematografico, storia ad alta tensione, attori bravi e al servizio della storia stessa. Questi sono gli ingredienti per un prodotto qualitativo. Un esempio recente è stato Il giovane Montalbano. Il livello era altissimo, tutti gli attori erano perfetti per il loro ruolo».
Mi pare di capire che promuova le fiction italiane. E il resto della tv?
«Sono contenta che i reality show stiano peggiorando, in termini di riscontri. Non li sopporto. Il giorno in cui accettassi mai di partecipare a un reality, puoi venire a rinfacciarmi questa intervista. Seguo con piacere la Guzzanti e la Dandini, da lungo tempo. Forse i loro nuovi show su La7 hanno ritmi e tempi piuttosto lunghi rispetto al passato, però li apprezzo».
Un/una collega che sponsorizzerebbe?
«Luca Lionello, conosciuto sul set di Squadra Antimafia. È pazzo, ma bravissimo».
Un desiderio da esprimere?
«Vedere più donne nei ruoli extra recitazione. Per intenderci: maggior spazio non solo alle attrici, ma anche a produttrici e registe. Per una donna non è sempre facile vincere la diffidenza maschile quando non si trova in ruoli di subordinata. Insomma, per farci prendere sul serio, ci mettiamo un po’ di più!».
A riguardo del suo imminente spettacolo teatrale: si dice sia ispirato a Sex and the city!
«In realtà è una commedia brillante scritta negli anni ’40 dall’allora direttrice di Vogue. Però, è vero, ha dei punti in comune con Sex and the city. La sua forza è la scrittura satirica: il pubblico avrà modo di ridere, ma anche di riflettere».
A proposito di Sex and the city e di fiction americane: meglio primeggiare in Italia o essere attori di medio livello con opportunità in produzioni internazionali?
«Primeggiare in produzioni internazionali!».
 
Gabriele Gambini
(Nella foto Giorgia Sinicorni)