Pubblicato il 21/04/2012, 15:17 | Scritto da La Redazione

FABRIZIO CORONA PICCHIA LE IENE DAVANTI A UN COMANDANTE DEI CARABINIERI

FABRIZIO CORONA PICCHIA LE IENE DAVANTI A UN COMANDANTE DEI CARABINIERI
L’ex agente di paparazzi se la prende con un inviato del programma di Italia 1, convocando come un sottoposto un ufficiale dell’Arma. La Repubblica, pagina 20, di Sandro De Riccardis «Si fa dare ordini da Corona» e sul carabiniere è polemica Rissa con l ‘inviato delle Iene, il caso in Parlamento. L’ennesima rissa di Fabrizio […]

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L’ex agente di paparazzi se la prende con un inviato del programma di Italia 1, convocando come un sottoposto un ufficiale dell’Arma.

La Repubblica, pagina 20, di Sandro De Riccardis

«Si fa dare ordini da Corona» e sul carabiniere è polemica

Rissa con l ‘inviato delle Iene, il caso in Parlamento.

L’ennesima rissa di Fabrizio Corona, questa volta con un inviato de “Le Iene”, sprofonda nelle polemiche anche l’Arma dei Carabinieri, per l’intervento del comandante della stazione Moscova che interviene dopo essere stato chiamato al telefono dall’ex agente dei vip, come se fosse un suo sottoposto.

Nel video messo in rete sul sito della trasmissione di Mediaset, Fabrizio Corona, pregiudicato e con altre condanne non definitive, chiama al telefono il carabiniere, che arriva pochi minuti dopo. «Comandante ho bisogno di lei, – urgentemente dice -. Venga al “ristorante Le Langhe” tra dieci minuti, in divisa». Quello che Andrea Agresti, la “Iena” autore del servizio, definisce erroneamente nel servizio la “linea diretta con il comandante della questura di Milano” è in realtà una telefonata al comandante della stazione dei carabinieri di via Moscova, Enrico Guastini. Il militare si presenta nel ristorante e si trova di fronte il video della discordia: la denuncia di un autonoleggiatore che si è visto riconsegnare un’auto dall’ex agente dei vip, ad agosto, dopo 25 giorni invece dei tre pattuiti, con un danno di circa diecimila euro, multe comprese. Una lite da cui è nata una denuncia penale. «C’è reato?» chiede Corona a Guastini. Lui prima risponde che «la sua difesa la farà il suo avvocato», poi si lascia scappare un «secondo me, non c’è reato». Una frase che scatena la furia contro Agresti, travolto da urla, spintoni, tavoli che volano, pugni davanti a una telecamera sempre più traballante. «Io c’ho venticinque anni di galera» ripete urlando Corona, riferendosi alle condanne che rischiano di portarlo dietro le sbarre.

Il video scatena le polemiche. Sull’atteggiamento di Corona, ma anche verso il militare. Interrogazioni al ministro dell’Interno Annamaria Cancellieri e al ministro della Difesa Giampaolo Di Paola partono dal deputato Pd Dario Ginefra e dal collega dell’Udc Mauro Libè. «Mi auguro che ci sia un’indagine interna per chiarire i fatti», chiede Ginefra che contesta l’atteggiamento «remissivo» del comandante della Moscova e il fatto che paia «indifferente» all’aggressione dell’inviato di Italia 1. «Non credo dice invece Libè che sia una prassi normale che un cittadino convochi un carabiniere per rappresentare le proprie ragioni su una denuncia penale». Contattato da Repubblica, il comandante Guastini si difende. «Quando Corona mi ha chiamato, ho capito che stava combinando qualcosa di potenzialmente pericoloso» si giustifica. «Lui ha il mio numero perché gli ho notificato già a novembre un provvedimento, altre volte è stato molto difficile rintracciarlo. Non si fa trovare. Prima della sua telefonata, eravamo in attesa da quattro mesi. Così ho deciso di intervenire. Ho capito di aver sbagliato continua Guastini quando ha perso il controllo avventandosi contro quel ragazzo. Ma se non fossi andato e lo massacrava di botte, magari qualcuno avrebbe detto che i carabinieri non sono interventi».