Pubblicato il 03/04/2012, 17:30 | Scritto da La Redazione

FRANCESCA INAUDI:«IL WEB PUÒ ESSERE MOLTO PERICOLOSO»

TVZOOM ha intervistato l’attrice che, stasera su Rai Uno a fianco di Carolina Crescentini, sarà protagonista in “Ragazze in web”, secondo episodio del ciclo “Mai per amore”, dedicato alla violenza sulle donne.

Sarà lei, Francesca Inaudi, 33 anni, ad affiancare Carolina Crescentini in Ragazze in web, secondo appuntamento con il ciclo Mai per amore, su RaiUno ogni martedì in prima serata, dedicato alla violenza alle donne.Lei, che interpreterà la più esibizionista delle due studentesse disposte a vendersi in chat («La mia sarà una sorta di rivalsa nei confronti della figura paterna»), è categorica nel classificare il fenomeno del sesso virtuale via webcam come «Figlio dei nostri tempi, soprattutto del modello di estetica corrente affibbiato alla figura femminile, specie nei media».

Francesca, dunque il fenomeno delle ragazze in webcam è imputabile al bombardamento mediatico?
«Non ho detto questo, ma in parte, è innegabile, è un paradosso dell’emancipazione femminile figlio dei nostri tempi, e di un certo modello estetico proposto dalla televisione, secondo il quale o sei sexy o non conti nulla. In genere le protagoniste sono studentesse universitarie, proprio come raccontato nel film, da un lato attirate dalla prospettiva di soldi facili, dall’altro dal senso di falsa sicurezza nel sedurre il maschio sconosciuto protette dalle mura domestiche».
Una protezione del tutto fittizia, tra l’altro…
«Certo, perché è sufficiente conoscere un poco di informatica per rintracciare senza difficoltà la ragazza, per ricattarla, minacciando di divulgare tutto alla famiglia. È un fenomeno poco conosciuto, ma che riguarda tantissime ragazze, anche adolescenti. È più subdolo, però, perché non ha un impatto diretto come lo stupro o lo stalking».
Le adolescenti sono più vulnerabili a questo tipo di rischio?
«Sì, perché si è passati dall’era della televisione baby sitter, all’era del web baby sitter. E il web, come si sa, impone un ruolo attivo del fruitore. E meno controllabile da parte delle famiglie».
A lei è mai capitato di vivere un episodio di stalking?
«A me direttamente, mai. Però, sul mio sito web, mi capita di rispondere a e-mail di ammiratori, persone che talvolta mi parlano dei loro problemi e mi chiedono un consiglio. Mi sono imbattuta in qualche personaggio, per così dire, potenzialmente pericoloso, ma ho troncato subito la corrispondenza».
Una caratteristica portante di Ragazze in web?
«Si tratta di una fiction molto diretta, vuol rappresentare la realtà nei suoi contorni più crudi. Credo sia un punto di forza: la realtà non sempre si presenta con una prospettiva eclatante, ma sa essere più feroce di qualsiasi fantasia. Ha un ruolo di sensibilizzazione, è giusto così, specie nel servizio pubblico».
Da poliziotta televisiva in Distretto di polizia, a vittima di un reato odioso…
«Distretto di polizia è stata una bellissima esperienza».
Ma…?
«Aveva esaurito il suo ciclo fisiologico. La gente tende ad affezionarsi agli attori storici di una fiction, mano a mano che questi vengono rimpiazzati, non sempre il prodotto continua a funzionare. Io sono contraria alla serialità troppo lunga. Prendiamo esempio dagli americani: creano serie televisive meravigliose, e sanno quando è giusto concluderle».
Le piacerebbe recitare in una produzione internazionale?
«Lo confesso, invidio Valentina Cervi per il suo ruolo in True Blood. Il mio sogno nel cassetto è avere una parte in una co-produzione internazionale, magari Trono di spade (Game of thrones), una serie che adoro. Mi taglierei un dito per poter recitare lì».
E poi come farebbe, senza un dito?
«Fantasticavo. In realtà sono felice della mia carriera qui in Italia».
Lei è più un’attrice da commedia, come in Tutti pazzi per amore, o da parte drammatica?

«Potrei dirti da commedia, perché è divertente, ma non sarei del tutto sincera. Ultimamente sono tornata a recitare a teatro, con Colazione da Tiffany. Non facevo teatro da sei anni, mi sono stancata moltissimo, alla fine della tournee avrò bisogno di una flebo».
Di tv, ne guarda tanta?
«Non molta, per la verità. Mi piace moltissimo Maurizio Crozza, lui non me lo perdo mai».
 
Gabriele Gambini
 
(Nella foto Francesca Inaudi)