Pubblicato il 30/03/2012, 11:24 | Scritto da La Redazione

MAURIZIO COSTANZO: «FEDE FATTO FUORI PER L’ETÀ E LO SCANDALO DELLA SVIZZERA»

MAURIZIO COSTANZO: «FEDE FATTO FUORI PER L’ETÀ E LO SCANDALO DELLA SVIZZERA»
Il giornalista parla del collega allontanato dalla direzione del Tg4 in fretta e furia. La Stampa, pagina 25, di Alessandra Comazzi Costanzo: “Fatali la Svizzera e l’anagrafe” «Da tanto tempo non sentivo Emilio Fede. E davvero non ho nessuna intenzione di parlare di lui. Non conosco la vicenda, non ho voglia di commentare cose che […]

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Il giornalista parla del collega allontanato dalla direzione del Tg4 in fretta e furia.

La Stampa, pagina 25, di Alessandra Comazzi

Costanzo: “Fatali la Svizzera e l’anagrafe”

«Da tanto tempo non sentivo Emilio Fede. E davvero non ho nessuna intenzione di parlare di lui. Non conosco la vicenda, non ho voglia di commentare cose che non so». Anche Maurizio Costanzo, classe 1938, lasciò Mediaset dopo quasi trent’anni e qualche polemica per altro subito sopita, e tornò alla Rai, dove ancora va on onda sulla prima rete con il programma «Di che talento sei?», suo sodale Enrico Vaime. «Però dice fui io che dopo 25 edizioni del mio “Maurizio Costanzo Show” andai dall’azienda e dissi che era venuta l’ora di smettere. C’è un momento in cui bisogna uscire». E infatti ieri, dopo una giornata tormentosa e convulsa, sembra che il direttore del Tg4 se ne sia fatto una ragione, o almeno così ha raccontato.

C’è un momento in cui bisogna capire che un’azienda sta per prendere i suoi provvedimenti, e quindi anticiparla: secondo lei qual è il vero motivo di questo bruschissimo allontanamento di Fede?

«Penso che all’origine ci sia un rapporto anagrafico andato lentamente a consumarsi».

L’ex direttore del Tg4 è infatti nato nel 1931, in giugno compirà 81 anni. Ma perché proprio adesso?

«Beh, se è vera quella cosa che stanno dicendo…».

Quella cosa della capatina in Svizzera a depositar denaro compiuta oltre tutto, pare, con un’auto di servizio Mediaset?

«Sì, quella cosa lì. Se è vera, non è che l’azienda potesse essere contenta».

Ma allora l’azienda non poteva essere scontenta di Fede anche prima, visti tutti i suoi problemi giudiziari?

«Sa, non è ancora stato dimostrato niente, dirigeva il Tg4, stava nel suo territorio. A 81 anni, in onda tutti i giorni: lui è un vero miracolo della natura. Ed era anche un personaggio. C’è un momento, però, in cui bisogna uscire dal proprio ruolo. Non si può essere per tutta la vita reduci di se stessi».

Ed Emilio Fede di attività da cui essere reduce ne aveva, non è vero?

«Ma certo. Lui è stato un giornalista di assoluto rispetto. Con la famosa vicenda della Guerra del Golfo, ha cominciato a trasmettere le dirette delle battaglie, delle azioni militari, nelle televisioni private. Adesso ci sembra tutto ovvio, ma a quei tempi non era così. Si trattava di collegamenti assai complicati da gestire. Prima ancora ci fu il suo lavoro alla Rai. I suoi servizi dall’Africa, la direzione del telegiornale della prima rete».

Lasciare un lavoro che appassiona è difficile?

«Sì, la trappola è sempre pronta. Ma non dobbiamo mai dimenticare Greta Garbo, che smise di fare la diva, e l’attrice, al massimo del suo fulgore».