Pubblicato il 19/03/2012, 15:49 | Scritto da La Redazione

FABIO VOLO: «SU RAI TRE IMPROVVISERÒ COME IN RADIO»

Lo showman torna in tv in seconda serata su Rai Tre a partire da mercoledì 21 marzo con “Il Volo in diretta” e dichiara a TVZOOM: «Racconteremo l’attualità partendo da piccoli fatti del quotidiano, non cercheremo sensazionalismi e avremo un punto di vista speranzoso sul futuro del mondo».

Fabio Volo torna in vetrina televisiva, questa volta su Rai Tre, in seconda serata, al mercoledì, giovedì, venerdì: qualcosa del genere nella tv generalista non lo si vedeva dai tempi dello Spaccanoci su Italia Uno, ma ormai è passato ben più di un lustro, che in televisione equivale a un’era geologica. Quel che conta, è che Fabio Volo rimane Fabio Volo, per definirlo è sufficiente elencare ciò che non è: non è uno scrittore, non è un conduttore, non è un attore, non è uno deejay. Però fa lo scrittore, fa il conduttore, fa l’attore, fa il deejay con successo. È contaminato dai generi, li abbraccia con la leggerezza di un peso piuma di pugilato, decidendo quando sferrare il colpo da peso massimo. Catalizza l’attenzione di un pubblico (specie femminile), che non si stanca mai di seguirlo, anche durante le sue trasferte (per metà dell’anno vive prevalentemente a New York) dove ha modo di confrontarsi con la tv d’oltreoceano: «Non pensiate che la tv italiana sia così arretrata rispetto a quella di altri Paesi, è un luogo comune. Certo, negli USA sanno fare entertainment, e spesso lo fanno in modo diverso dal nostro: per esempio, difficilmente in America la politica è argomento portante degli show televisivi, fatta eccezione per qualche riferimento di David Letterman».

 Fabio, su Il Volo in diretta Rai Tre ripone grandi aspettative: quali ingredienti consentiranno al programma di…spiccare il volo, manco a dirlo?
«L’idea portante è affrontare temi d’attualità prendendo spunto da piccoli fatti del quotidiano: la peculiarità del programma sta nella contaminazione di generi. Avremo ospiti illustri, non in tutte le puntate però, filmati, collegamenti dal backstage, improvvisazioni e sperimentazioni di linguaggi. Faremo approfondimento, senza dare lezioni a nessuno. La location (gli studi Rai di via Mecenate, ndr) è perfetta, lo studio è stato allestito con creatività. Il filo conduttore sarà una prospettiva ottimistica sulla realtà: per quanto mi riguarda, il mondo è ancora un posto meraviglioso e vale la pena raccontarlo. Offriremo 40 minuti di aria a puntata, senza prenderci sul serio, senza salire in cattedra».
A proposito di attualità: una caratteristica degli italiani nell’affrontarla?
«Gli italiani sono nostalgici. Prima si lamentano di qualcosa poi, quando quel qualcosa non c’è più, lo rimpiangono. Questo succede quando non c’è un’alternativa interessante, o quando c’è e non viene valorizzata. Un esempio pratico? Quelli che dicono “Com’erano belli i tempi delle cabine telefoniche”, e lo dicono tenendo in mano l’i-phone e chattando su Facebook».
Come è nata l’idea del programma?
«È nata a New York, in cima a un grattacielo. Il direttore di Rai Tre Di Bella e io ci siamo ritrovati lì e abbiamo iniziato a pensare a un’idea, che poi è diventata il Volo in diretta. Nel promo, io cammino da Brescia e arrivo in Rai: nell’idearlo, abbiamo preso spunto da un filmato che circola in rete, ideato da un ragazzo. Rai Tre è un’ottima rete. So che non potremo pensare al 50% di share, ma spero di avere un buon riscontro».
Occuperà il posto della Dandini, come ha fatto Bertolino?
«Sono amico di Serena. Ci sentiamo spesso. Non prendo il posto di nessuno, sarò me stesso come sempre».
Ha già un’idea di come impostare le prime puntate?
«Per la maggior parte del tempo improvviserò, come faccio in radio. Non mi piace seguire forzatamente scalette».
Il nome di qualche ospite illustre?
«Chomsky, Jovanotti, Rifkin, Battiato, Baricco, Erri De Luca, Daniele Silvestri. Scienziati, scrittori, artisti, persone da cui prendere spunto per riflettere sulla contemporaneità. Non in tutte le puntate però».
Chi è Fabio Volo? Un conduttore? Un attore? Uno scrittore?
«Forse nessuna delle tre cose. Ogni dimensione però mi caratterizza un poco. Scrivere mi appaga. Però ora non ho tempo, non sto scrivendo nulla, mi piace farlo se ho davvero cose nuove da dire».
C’è qualcosa in tv che le piacerebbe ancora fare e che non ha fatto?
«Il volo in diretta rispecchia ciò che vorrei fare ora: la contaminazione dei linguaggi, la possibilità di sperimentare, trovare motivi di speranza senza cavalcare la denuncia o il sensazionalismo. Sono cose che mi piacciono, io la mia tv la immagino così».
Terminate le 32 puntate de Il volo in diretta, che farà?
«Inizierò a lavorare a un film, le riprese cominceranno a giugno».
Durante la conferenza stampa, il direttore di Rai Tre Di Bella ha coniato lo slogan traino del programma: «Mostreremo, con leggerezza calviniana, l’ottimismo del disincanto». Staremo a vedere se il disincanto di Volo incanterà gli spettatori, un po’ come la normalizzazione letteraria che fa storcere il naso ai critici ma che consente ai suoi libri di diventare best seller.
 
Gabriele Gambini
 
(Nella foto Fabio Volo)