Pubblicato il 17/03/2012, 10:39 | Scritto da La Redazione

LUIGI LO CASCIO: «PIETRI ERA UN MARATONETA, IO AL MASSIMO UN MEZZOFONDISTA»

LUIGI LO CASCIO: «PIETRI ERA UN MARATONETA, IO AL MASSIMO UN MEZZOFONDISTA»
{Summary}”Il sogno del maratoneta”, la fiction in onda domenica e lunedì con Luigi Lo Cascio, racconta la vita sportiva e privata di Dorando Pietri. L’assenza di eredi lascia tranquillo il produttore, Luca Barbareschi: «Non ci aspettiamo cause».{/Summary} Lenta e un po’ farraginosa, la fiction Il sogno del maratoneta, in onda domani e lunedì, incentrata su […]

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{Summary}”Il sogno del maratoneta”, la fiction in onda domenica e lunedì con Luigi Lo Cascio, racconta la vita sportiva e privata di Dorando Pietri. L’assenza di eredi lascia tranquillo il produttore, Luca Barbareschi: «Non ci aspettiamo cause».{/Summary}

Lenta e un po’ farraginosa, la fiction Il sogno del maratoneta, in onda domani e lunedì, incentrata su Dorando Pietri, il maratoneta italiano che, squalificato al termine di una drammatica gara alle Olimpiadi di Londra nel 1908, divenne celebre in tutto il mondo per non aver vinto, rischia di sedare il pubblico. Prodotte dalla Casanova Multimedia di Luca Barbareschi, dirette da Leone Pompucci e interpretate da Luigi Lo Cascio, le due puntate raccontano non solo l’epopea sportiva del campione, ma anche la vita contadina dell’Italia dei primi del Novecento, oltre che accendere i riflettori sulla solita storia d’amore, stavolta a tre, tra Pietri, la moglie, Teresa (Dajana Roncione) e l’amante Luciana (Laura Chiatti). «Mi auguro vada bene – sottolinea il produttore – Anche perché la Casanova fa solo prodotti sofisticati e la qualità premia sempre». Lo Cascio ne è convinto: «Il mio amore per l’arte passa anche attraverso gli sceneggiati italiani con attori come Stoppa e Buazzelli, gente che faceva teatro e che a un’Italia anche analfabeta proponeva testi di Dostoevsky.  Questa storia può sembrare difficile, ma è incentrata su qualcosa che riguarda tutti noi, la passione».

L’attore siciliano è cresciuto a pane e atletica. «A casa mia c’era il mito dell’atletica leggera – racconta Lo Cascio – Mio padre venne a Roma allo Stadio del Foro Italico per partecipare a un’importante gara, mio zio ha vinto cinque milioni a Lascia o Raddoppia con una domanda sull’atletica. Anche io ho fatto atletica a livello professionale, facevo mezzo fondo visto che per il mio fisico non potevo certo fare il salto in lungo o quello con l’asta».

Il racconto si apre nel 1905 a Carpi, dove Dorando inizia a correre allenato dal fratello Ulpiano (Thomas Trabacchi) per arrivare poi alla sfortunata Olimpiade di Londra, con la rabbia e la delusione per la vittoria “scippata”, revocata perché aiutato ad alzarsi a pochi metri dal traguardo. Tra vari colpi di scena, il gran finale apre alle immagini di repertorio in bianco e nero sulla straordinaria impresa di Pietri, nel momento del suo ingresso nello stadio di Londra, con la folla pronta a incitarlo. L’attore non ha dovuto fare grandi allenamenti per entrare nel ruolo del maratoneta. “La maratona è disciplina per eccellenza – sottolinea – Quando si corre si combatte contro se stessi, contro quella voce che dentro ti dice “fermati”, mentre tu vuoi andare avanti”. Nel cast della miniserie ci sono anche Laura Chiatti, Pippo Delbono, Fabio Fulco, Andy Luotto e Alessandro Haber.

Dopo le polemiche scatenate dalla mini serie su Walter Chiari, prima difesa, poi attaccata dal figlio, Simone Annichiarico, prodotta sempre da Casanova, stavolta Barbareschi può dormire sonni tranquilli. Nessun erede dovrebbe intervenire per protestare o querelare. «Non credo che in questo caso ci siano eredi, noi ci siamo ispirati a un libro “Il sogno del maratoneta” di Giuseppe Pederiali – conclude Barbareschi – In genere noi tendiamo sempre a lavorare con gli eredi, poi però succedono cose strane come quella con il figlio di Walter Chiari che in conferenza stampa era commosso e il giorno dopo ha detto che era tutto falso. Oppure la causa che qualche lontano erede di Edda Ciano ha fatto la Rai per la nostra fiction. Fa tutto parte del gioco».

 

Tiziana Leone

 

(Nella foto Luigi Lo Cascio)