Pubblicato il 01/03/2012, 17:39 | Scritto da La Redazione

NATASHA STEFANENKO: «MI PIACE RECITARE E PROMUOVO I TALENT NELLA TV DI OGGI»

La showgirl e attrice russa racconta a TVZOOM la sua attuale situazione professionale, tra bilanci e aspirazioni, e rivela: «Recitare è la mia nuova dimensione e, tra una pausa e l’altra, sto anche per finire di scrivere un libro».

Ve la ricordate, Natasha Stefanenko, ai tempi dei suoi esordi televisivi? Era la classica bellezza nordica, solare eppure quasi austera. Poi, a poco a poco, con l’aumentare delle sue apparizioni tv, si è mostrata per quel che è davvero: algida sì, ma come il popolare cornetto, un mix di sapori diversi irresistibile al palato della memoria televisiva. Passata, presente e futura. «Voglio approfondire le mie esperienze come attrice», dice lei, «Ho scoperto che la recitazione è la mia dimensione ideale».

Natasha, come procede la sua avventura da conduttrice in Sky? Come vede la tv del futuro?
«Sono molto soddisfatta: in questo periodo, Cielo sta trasmettendo di nuovo le puntate di Cambio vita – mi ha lasciato, il docu-reality che ha ottenuto ottimi riscontri, aumentando il ruolo multimediale e di interazione con il pubblico della tv attuale. Questo è un bel passo in avanti verso il futuro. Penso anche a Italia’s next top model, il reality per aspiranti modelli. Con il digitale e l’ampliamento dei canali, si possono tentare esperimenti di trasmissioni un tempo impensabili. Ora sono in trattativa per la realizzazione di altri programmi, da preparare entro quest’anno. Nel frattempo, sto per vedere realizzato un mio vecchio progetto: pubblicare un libro».
Anche lei è caduta nella trappola del vip pronto a raccontare la sua biografia?
«Non ci ho pensato nemmeno per un istante, l’intento è diverso. Guardo sempre con sospetto i personaggi famosi che pubblicano un libro di memorie, specie quando sono giovani. Sarebbe presuntuoso. La mia idea è un’altra. Io ho la passione per i gialli. Sto scrivendo un libro che, utilizzando l’intreccio della fiction come espediente, possa raccontare alcuni episodi della mia infanzia, trascorsa in una delle città segrete costruite dall’Unione Sovietica ai tempi della Guerra Fredda, dove lavorava mio padre. Ci sono scarsissime informazioni circa quelle realtà fatte costruire da Beria, collaboratore di Stalin, a partire dal 1947. Da tempo sto ripercorrendo il filo dei miei ricordi, mio marito mi sta aiutando nella scrittura in italiano. L’intreccio del giallo è un ottimo espediente per mixare fiction e realtà. L’accordo editoriale dovrebbe concludersi in queste settimane».
Per ispirarsi, le sarà tornata utile la sua esperienza nelle tre serie Rai di Nebbie e delitti, in cui interpretava la compagna del commissario Luca Barbareschi…
«Barbareschi, posso dirlo, è stato il mio maestro. Colui che mi ha traghettata dall’entertainment tv alla recitazione vera e propria. Lui è un vero professionista, e ha anche un carattere molto diretto. Non si fa problemi a dirti le cose che non funzionano. Lavorare in Nebbie e delitti mi ha fatto scoprire la mia dimensione ideale, quella della recitazione. La sto portando avanti parallelamente al lavoro in tv, l’ultimo lavoro è stato al cinema con la commedia dei Vanzina Ex-amici come prima».
Fino a qualche anno fa, lei non ci pensava proprio a recitare, giusto?
«Diciamo pure che sono stata trascinata quasi a forza. Nel 2000, il regista Josè Sanchez ha insistito per avermi come protagonista nella sua fiction Gioco di specchi. Io non volevo accettare, non sapevo quasi nulla di recitazione, temevo di essere un pesce fuor d’acqua. Poi è arrivato Alessandro Benvenuti, con la commedia Ti spiace se bacio mamma?. Nebbie e delitti ha consacrato la mia dimensione, così come il mio ruolo in Distretto di Polizia e alcune mie esperienze teatrali. Considero il teatro un emozionante punto d’arrivo, non di partenza. In Italia dovrebbe avere più spazio».
Distretto di polizia era diventato un cult: che ne pensa della sua chiusura?
«È fisiologico che accada, dopo tanti anni. Succede alle migliori produzioni: dopo tanto tempo, non ha senso portare avanti una storia a oltranza. Poco male, però. Nasceranno altre serie sulla falsariga di Distretto, avranno nomi diversi, ma lo stesso spirito. Sul set, io mi sono divertita molto».
Da “non-aspirante” attrice è diventata attrice. A differenza degli aspiranti modelli di Italia’s next top model: non tutti poi, intraprendono quella che è stata la sua prima carriera.
«Il mondo della moda è parallelo a quello della tv, specie oggi. I ritmi sono diventati velocissimi. Un tempo dovevi essere pronto a prendere il treno giusto. Oggi, il treno giusto, più che correre, diciamo pure che vola! È fondamentale saper cogliere le opportunità, saper ottimizzare il tempo. Alcuni talent show sono il futuro della televisione, la fanno entrare direttamente nelle case, offrendo delle opportunità concrete a chi ha talenti da mostrare. Quella è la tv del futuro. Non mi piace invece la dimensione del Grande Fratello o dell’Isola dei Famosi (che però, confesso, un po’ mi diverte), perché i protagonisti hanno poco da dire».
Lei, sull’Isola, non ci andrebbe? Non è stata tentata nemmeno per un istante?
«Mai, i dirigenti di Magnolia mi conoscono bene e lo sanno. L’isola serve di più a chi ha bisogno di rilanciarsi o di farsi conoscere. O magari a chi è in cerca di emozioni forti. Non so se andrei nemmeno a Ballando con le stelle, anche se per certi versi, è un programma interessante. Io devo abbinare sempre un’esperienza a un progetto, a uno scopo preciso e lì sentirei di non averlo».
Viene fuori l’indole progettuale dell’ingegnere che è in lei…
«La scelta di fare ingegneria non è stata utile per la mia carriera tv, però mi ha dato un metodo, un approccio a gestire gli aspetti della vita. È quello che dico sempre a mia figlia Sasha: intraprendi la carriera che vuoi, ma non dimenticarti di studiare».
In Cambio vita, mi ha lasciato, lei ha portato i cuori infranti in televisione per rilanciare la loro immagine. Chi ha reagisce meglio, di solito? Gli uomini o le donne?
«Agli uomini capita più raramente di essere lasciati, ma se capita, per loro è una mazzata. Le donne forse soffrono di più, ma sanno riprendersi più velocemente. Sotto questo aspetto, conta molto l’immagine. Rimettersi in forma, rifarsi il look, sono opportunità capaci di solleticare lo spirito un po’ vanitoso della donna. Una bella immagine corrisponde a maggior sicurezza psicologica, aiuta le persone a reagire dinanzi alle avversità apparentemente insormontabili. Mi piace poter contribuire a questo».
Non c’è sotto anche la vanità tout-court di apparire in tv?
«Forse quella c’era in Cambio vita – mi sposo o in Cambio vita – mi trasformo. Ma solo come conseguenza, non come causa scatenante. Sono favorevole, per esempio, ai ritocchi quando si pensa di non poterne fare a meno per stare meglio. In cambio vita – mi trasformo, però, abbiamo avuto a che fare con persone talvolta colpite da incidenti, in quel caso il volersi migliorare esteticamente era inevitabile. Comunque, diciamolo, in tv c’è anche bisogno di leggerezza». 
A proposito di immagine, mi viene in mente una cosa: ha guardato Sanremo? Che ne pensa circa le polemiche sulla farfallina inguinale in bella mostra sul corpo di Belen?
«Che cosa dovrei pensarne? Ha voluto far parlare di sé con una trovata, ha ritenuto giusto farlo. Sono stati i media a dare troppo risalto a un fatto quasi inconsistente, alimentando polemiche. Non credo fosse quello, a destare interesse nel Festival».
Lei sta facendo anche tv in Russia. C’è differenza, nel modo di affrontare il lavoro, rispetto all’Italia?
«Forse in Russia si è più impostati, più ingessati, non c’è ancora quell’aspetto di spontaneità quasi domestica e vincente nella conduzione, tipico dell’Italia».
 
Gabriele Gambini
 
(Nella foto Natasha Stefanenko)
 
 
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