Pubblicato il 28/02/2012, 15:28 | Scritto da La Redazione

SIMONA ERCOLANI: «IN TV A DECIDERE SONO SEMPRE GLI UOMINI»

{Summary}A TVZOOM l’autrice Simona Ercolani racconta il suo nuovo programma “Matador”, al via questa sera su Rai Due, dedicato a quattro giornalisti celebri. Ma svela anche i retroscena di un mondo dove a prevalere sono gli uomini e le loro decisioni. {/Summary}

Quattro puntate dedicate ad altrettanti giornalisti che hanno raccontato la storia recente del nostro Paese: Enrico Mentana, Bruno Vespa, Gad Lerner e Michele Santoro. Questa sera su Rai due alle 23.40 Simona Ercolani con il programma Matador comincia da Mentana per raccontare la vita, professionale e privata, dei quattro anchorman. Una sorta di Sfide del giornalismo, anche se l’autrice preferisce non fare paragoni.

«Lo sforzo è stato proprio quello di non fare Sfide. Lì il racconto è epico, in Matador no. Ho cercato di differenziarmi da quel linguaggio, non ho inserito neanche un’immagine al rallentatore e non ho voluto musiche che aprono il cuore, ma solo quelle più antipatiche. Certo il timbro è quello di Sfide, un modo di fare tv che rivendico»

Come le è venuto in mente un programma così, visto che i giornalisti non sono una categoria molto amata, anzi…

«Stiamo parlando comunque dei quattro anchorman che hanno segnato un modo di fare giornalismo. L’idea mi è venuta guardando Enrico Mentana, il suo exploit a La7 è stato incredibile. Da lì mi è venuta l’idea di ripercorrere l’intreccio informazione-politica attraverso le quattro biografie. Raccontando la loro carriera si vedono netti i passaggi tra la prima e la seconda repubblica. Lo guardi stasera, le piacerà».

Va in onda alle 23.40, con tutto il rispetto, magari lo registro….

«Ha ragione, è un orario contro i diritti umani, io farò in tempo giusto a guardare l’inizio».

Magari quest’estate lo rivedremo in replica, no?

«Possiamo anche pensare di allargare le puntate per delle prime serate, è rimasto fuori tanto materiale».

Raccontare la vita di Mentana può essere divertente, ma Lerner, Vespa e Santoro sono un po’ spigolosi, non trova?

«Per una che ha sposato Fabrizio Rondolino, la spigolosità è di casa, anzi, è un mio debole. Si dice che sono spigolosi, ma in realtà sono solo molto intelligenti».

Quindi ha avuto il benestare immediato di tutti e quattro?

«Parliamo di fuoriclasse, chiaramente vogliono sapere che vuoi fare, ci siamo parlati nella massima tranquillità. Con  

Santoro ci siamo parlati a lungo, però non abbiamo fatto l’intervista: era chiedergli troppo andare in onda su Rai2, la rete che lo ha cacciato»..

Mentre gli altri li ha intervistati?

«Sì, sono tutti colloqui molto interessanti».

Con tutto quello che fa, Festival di Sanremo compreso, quando ha avuto il tempo di preparare Matador?

«Ci sto lavorando da settembre, ma questi sono lavori che fai parallelamente a tutto il resto. È la ricreazione, per me».

Il mondo degli autori è prevalentemente maschile, lei come riesce a tenere a bada il maschilismo dei suoi colleghi?

«Infatti mi dicono sempre che non sono una donna, ammetto che è molto offensivo…. Comunque, quando sono capo progetto decido io, per il resto dipende dai programmi: ci sono quelli d’autore e quelli per la tv commerciale dove vieni chiamato come un killer, per fare un prodotto che abbia determinati canoni. Quando fai la tv industriale è l’editore che conta».

E quando siete in tanti a lavorare, come per Sanremo, come funziona?

«Io porto avanti mio punto di vista con molta forza, anche se non sono io a decidere. Con questo non è che scarico la responsabilità, però sono situazioni diverse. Non è la tv che è piena di maschi, è l’Italia. In tv ci sono tante redattrici e poche autrici, è un caso che anche io non sia rimasta lì, da giovane ero una pazza scatenata, non ho mai accettato contratti a tempo determinato, ho rischiato e giocato sulla mia incoscienza, è una qualità, però sono stata fortunata».

Lei è una donna che ce l’ha fatta…

«Purtroppo se sei una donna che ce la fa sei considerata solo una stronza».  

Che fine ha fatto il suo progetto di Mamma Mia, il programma che sognava di fare con Raffaella Carrà?

«È un progetto che ho da due anni, in questo lavoro bisogna seminare, poi ogni tanto qualche piantina sboccia. Dovrebbe andare in onda a settembre su Canale 5, ma da qui a settembre tutto può ancora cambiare».

 

Tiziana Leone

 

(Nella foto Simona Ercolani)

 

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