Pubblicato il 21/01/2012, 15:32 | Scritto da La Redazione

PIETRO GENUARDI: «FELICE PER CENTOVETRINE, DOMENICA RESTA FONDAMENTALE»

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Uno dei protagonisti della soap più longeva d’Italia dichiara a TVZOOM di essere compiaciuto per la ripresa dei lavori di produzione e rilancia: «Con il supporto degli oltre 3 milioni di spettatori, Centovetrine può centrare altri record».

Contrordine. Si riapre la saracinesca sul centro commerciale più famoso della televisione. Si diceva fossero finiti i soldi, invece scattano i saldi, per la gioia dei telespettatori. L’annuncio di Mediaset è ufficiale, Centovetrine non chiuderà, come inizialmente si era detto a Natale, l’accordo con la produzione è stato raggiunto, un altro anno di contratto è garantito. Merito anche di Pietro Genuardi, uno degli storici protagonisti della soap più seguita d’Italia, che in queste settimane si è speso in prima persona in difesa di un prodotto «Qualitativo e che non aveva senso interrompere».
Genuardi, ricominciano le riprese: è anche merito suo?
«Il merito è degli oltre tre milioni di spettatori: ci premiano quotidianamente e hanno fatto sentire la loro voce. Senza contare che anche i dirigenti Mediaset hanno dato prova di lungimiranza. Lo confesso, è una notizia inaspettata e mi rende felice. Non aveva senso interrompere un prodotto vincente, anche se i suoi costi erano considerati relativamente alti. Resta importantissimo però l’appuntamento di domenica in prima serata su Canale 5, noi manteniamo la parola data, tutti si sono impegnati per montare le puntate adeguandole a quella fascia oraria, un buon riscontro è fondamentale per assicurare a Centovetrine ulteriore, lunga vita».
Quando ricomincerete a girare?
«Non so dare ancora una data precisa, penso però che l’accordo raggiunto garantirà di girare per almeno un altro anno. La storia non sarà troncata di colpo, potrà avere un senso compiuto».
Che cosa pensa abbia influito nel cambio di direzione da parte dei dirigenti Mediaset?
«Una concomitanza fortunata di circostanze, ne sono convinto. Anche il recente riassetto di Endemol ha avuto il suo peso. Penso anche all’appello di Coppola, assessore al turismo e allo spettacolo della regione Piemonte: era essenziale riuscire a salvare oltre duecento posti di lavoro nella zona del Canavese.  Scheri, Salem, la dirigenza Mediaset hanno capito la peculiarità della situazione».
Anche a livello mediatico se ne è parlato molto…
«L’aspetto curioso è legato a La Stampa di Torino: qualsiasi notizia, che fosse l’interruzione o la ripresa dei lavori, è sempre stata data in anteprima da quel quotidiano. Evidentemente ha buoni contatti con i piani alti».
È vero che è stato raggiunto con la produzione un accordo al ribasso, in termini di cifre?
«In termini di cifre, sì. Persino Paolo Bassetti, il produttore, ha mediato e ridimensionato la parte economica. E se lo ha fatto lui, è logico pensare che l’accordo riguardi tutti i lavoratori, a cascata. L’importante è averne salvaguardato i posti di lavoro. La produzione poi, non è feroce come Lehmann Brother’s, tutti le persone coinvolte saranno ricontattate per continuare. Certo, è anche possibile che qualcuno abbia già stipulato accordi con altre realtà. Centovetrine ha forgiato una folta schiera di professionisti, in ogni settore, da quello tecnico a quello artistico, con un elevato profilo. Non mi stupirebbe vedere qualcuno impegnato in una produzione di caratura ancora maggiore».
Che cosa dovremo aspettarci ora da Ivan Bettini, il suo personaggio?
«Ivan Bettini esiste dal 2001. Ha fatto praticamente di tutto. Si è confrontato con ogni intreccio di sceneggiatura. Tra amori e vicissitudini, gli mancherebbe solo di fare un intervento chirurgico e diventare donna. Scherzi a parte, vorrei che tornasse più cattivo, più figlio di buona donna, come agli inizi. Quel che più conta è tornare a lavorare con un cast prestigioso, con Daniela Fassari, Roberto Alpi, in un affiatato team di attori».
Lunga vita a Centovetrine, dunque!
«Tra qualche anno, Centovetrine sarà ricordato come il prodotto più longevo, qualitativo e dai costi contenuti, della storia della televisione italiana».
 
Gabriele Gambini

 

(Nella foto Pietro Genuardi)