Pubblicato il 07/01/2012, 10:48 | Scritto da La Redazione

RASSEGNA STAMPA: BAUDO MALINCONICO PER LA LOTTERIA E LA PIVETTI AL POSTO DI MARCORÈ

RASSEGNA STAMPA: BAUDO MALINCONICO PER LA LOTTERIA E LA PIVETTI AL POSTO DI MARCORÈ
Il presentatore siciliano si sfoga con “La Stampa”, mentre l’attrice condurrà “Per un pugno di libri”. La Stampa, pagina 21, di Simonetta Robiony Baudo malinconico: «Che tristezza i biglietti con la pasta» «Che malinconia». Pippo Baudo è stato uno dei signori della Lotteria Italia, quando era il programma di punta della Rai, che si chiamasse […]

Il presentatore siciliano si sfoga con “La Stampa”, mentre l’attrice condurrà “Per un pugno di libri”.

La Stampa, pagina 21, di Simonetta Robiony

Baudo malinconico: «Che tristezza i biglietti con la pasta»

«Che malinconia». Pippo Baudo è stato uno dei signori della Lotteria Italia, quando era il programma di punta della Rai, che si chiamasse «Canzonissima» o «Fantastico», quello su cui la tv di stato investiva tutte le sue energie. Ieri sera era uno dei sei ospiti di Antonella Clerici per la «Prova del Cuoco Speciale Lotteria». «Ero abbinato a un cuoco e a un piatto: a questo siamo arrivati, ad abbinare la Lotteria alla cucina. Un tempo era abbinata ai grandi artisti, alle canzoni più famose, adesso agli spaghetti. Che succederà l'anno prossimo, la abbineremo al gabinetto?».

Baudo, non si rattristi. Il fatto è che non si vendono più biglietti della Lotteria, come mai secondo lei?

«Perché la Rai ci credeva di più. E perché il mondo era diverso: ricordo che davanti ai banchetti in mezzo alla strada gli ultimi giorni c'era la fila per comprare i biglietti e ognuno ne comprava più di uno nella speranza di vincere questo enorme premio. Il montepremi veniva fissato a inizio ottobre ma quando si stampavano altri biglietti saliva e dunque salivano anche le vendite: era una gara all'infinito. Ora ci sono lotterie continue, Enalotto Gratta e Vinci, poker on line, il Totocalcio dei calciatori venduti… La grande Lotteria non ha piu fascino».

C'è stato un altro momento in cui la Lotteria è stata a rischio?

«Un anno ricordo che il direttore di Raiuno Angelo Romanò aveva deciso che la Lotteria era troppo popolare e la spostò di domenica pomeriggio. Era il 1973 e le prime puntate quando entravo al Teatro delle Vittorie trovavo una folla di casalinghe inferocite che volevano picchiarmi».

Erano gli anni d'oro del varietà.

«Sì, pur cambiando continuamente nome da "Canzonissima" a "Fantastico" sono spettacoli su cui è passato tutto il meglio dello spettacolo italiano, leggero e non solo. Basta ricordare i nomi di Corrado, Delia Scala, Walter Chiari, Mina, Paolo Panelli, Raimondo Vianello, Johnny Dorelli, Dario Fo… era talmente importante che una maschera come Pappagone è stata lanciata da De Filippo proprio al programma della Lotteria. Per me è stato come fare l'università, perché l'ho fatto con Gassman e la Vitti: mi sembrava incredibile avere a fianco questi giganti: è stato importantissimo per la mia carriera. Con Gassman facevo delle clownerie, piccole gag buffe. Con la Vitti scenette siciliane, lei riprendeva il personaggio della "Ragazza con la pistola"».

Un ricordo curioso?

«Una volta volevo Fabrizi ospite e lui era in una fase in cui non usciva più di casa. Sono andato a trovarlo viveva solo in un appartamento enorme vuoto, stava solo in cucina, era un cuoco sopraffino. Mentre uscivo, rivolto al portone di casa lui ha detto la più bella battuta della mia vita: "porta mia, ne hai viste fino ad oggi di strafighe e adesso chi vedi? Pippo Baudo"».

Come andrà a finire, Baudo, con la Lotteria?

«Non lo so, nonostante tutto potrebbe continuare a essere una bella occasione di fare spettacolo ma la Rai non ci crede più e lo ha abbandonato: lo spettacolo della Clerici era un'altra cosa, i biglietti non c'entravano nulla con il programma. Stando così le cose è destinata a sparire, come il panettone. Se ne mangia sempre meno nelle case italiane a Natale, ormai lo vogliamo strano, farcito, preferiamo i dolci sofisticati alla tradizione».
 

La Repubblica, pagina 46, di Silvia Fumarola

Veronica Pivetti tra i libri cambio della guardia a Rai Tre

L'attrice al posto di Marcoré: «È un onore»

ROMA –  Cambio della guardia, con ironia. Da domani a Per un pugno di libri su RaiTre arriva Veronica Pivetti. «Come si sente a prendere il posto di Neri Marcoré? «Onoratissima» risponde allegra «Dovrei essere una mentecatta per rovinare il programma che è un’oasi del Wwf. Una trasmissione che parla di libri e resiste da quattordici anni in questa televisione, con tutto quello che si vede in giro… è un miracolo». Prima sfida su Orgoglio e pregiudizio di lane Austen: giocano due licei scientifici, il Maria Curie di Pinerolo (Torino) contro il Guglielmo Marconi di San Miniato (Pisa).

Allora Veronica, è onorata e un po' ansiosa.

«Se hanno pensato a me una ragione ci sarà, e questo alla fine mi mette tranquilla. Ho chiacchierato con il regista, Igor Skofic, persona deliziosa, e con Piero Dorfles. Ho capito che è una squadra unita, loro si conoscono bene ma mi hanno accolta subito. Certo sento la responsabilità, nel suo piccolo il programma è una corazzata. Una piccola grande realtà culturale che difende la qualità, come tanti programmi di RaiTre».

Lei, come d'altronde Marcoré, porta una cifra ironica.

«Si sono raccomandati: sii te stessa! Nessuno mi è venuto a dire: noi siamo questo, adeguati. Mi ha fatto piacere. Porterò la mia personalità e sarebbe impossibile non farlo, non è una fiction in cui porti il ruolo. E poi mi piace lavorare con i giovani».

Con Dorfles sarete una strana coppia.

«Piero Dorfles è molto divertente, sono certa che si creerà un rapporto curioso e inaspettato. Ho sempre seguito il programma, il gioco che mi fa più paura è "Fuori l'autore", in cui spari un elenco di titoli e i ragazzi devono indovinare l'autore in tre secondi. Mi piacciono i ragazzi perché non hanno pudori culturali, sbagliano ed è una cosa sana, ci azzeccano e sono contenti. Per un pugno di libri è tutto fuorché un programma snob. Io sono una persona pronta a giocare che non si prende sul serio: il vero dramma di  questo mondo è che si prendono tutti sul serio».

La fiction l'ha un po' delusa?

«Sono grata a RaiUno: tra poco andrà in onda La prof 4 poi prepariamo La prof 5, quindi non mi lamento. Ma mi piacerebbe che la fiction fosse un po' più impegnativa, e non intendo dire drammatica. Anche con la commedia, basta pensare ai film di Risi e Scola, può avere momenti amari. Ecco, trovo che il dolce e l'amaro raccontino meglio il Paese di tante storie consolatorie».