Pubblicato il 28/08/2016, 12:02 | Scritto da La Redazione

Aldo Grasso: Gli sciacalli del terremoto e del web

L’assedio degli sciacalli, tra le rovine e in rete

 

Rassegna stampa: Corriere della sera, pagina 1, di Aldo Grasso.

Ladri nelle abitazioni distrutte e cattivi maestri che usano il web.

«Noi fummo i Gattopardi, i Leoni, quelli che si sostituiranno saranno gli sciacalletti, le iene; e tutti quanti Gattopardi, sciacalli e pecore, continueremo a crederci il sale della terra…», scriveva Giuseppe Tomasi di Lampedusa. In momenti tragici come questi, quando le immagini che arrivano dai luoghi del disastro, riempiono il cuore di angoscia e di flebili speranze, quando molte persone si prodigano con generosità per salvare vite e per indicarci il senso della vita, non c’è solo la triste contabilità dei morti. Ne esiste un’altra, per fortuna più modesta, che tiene conto degli sciacalli, quelle persone che approfittano dei cataclismi per rubare cose e animali. Giorni fa è stato arrestato un uomo che stava forzando con un cacciavite la porta di un’abitazione abbandonata nella frazione Retrosi di Amatrice. Ma c’è un altro tipo di sciacallaggio mediatico, forse peggiore del primo, per il quale non sono previste condanne. Sono sciacalletti, narcisi e moralizzatori, che usano la Rete solo per alimentare il piagnisteo contro gli immigrati o le bufale, per esprimere la loro insignificante indignazione, per lucrare, per trasformare una disgrazia in una battaglia politica contro i propri nemici di turno. «Preferiamo le zanne delle belve alla bava degli sciacalli», diceva Indro Montanelli e aveva ragione. Sciacalletti che pretendono di essere il sale della nostra terra martoriata.

 

(Nella foto Amatrice prima e dopo il terremoto)