Pubblicato il 08/02/2016, 11:32 | Scritto da La Redazione

Sanremo – Carlo Conti: “Preoccupato? Sì, ma solo per la salute dei cantanti” – Pif: “Condurrei il Festival, ma non da solo”.

Sanremo – Carlo Conti: “Preoccupato? Sì, ma solo per la salute dei cantanti” – Pif: “Condurrei il Festival, ma non da solo”.
Il conduttore alla vigilia: “Non sono stanco, semmai curioso. Triste per l'incidente di Garko. Ora al centro c'è la musica”. E poi l'attore-regista-Iena sarà (su Radio2) la voce ufficiale della kermesse. “Il successo non mi ha cambiato”.

Rassegna stampa: La Stampa, pagina 29, di Alessandra Comazzi.

“Preoccupato? Sì, ma solo per la salute dei cantanti”

Carlo Conti alla vigilia: “Non sono stanco, semmai curioso. Triste per l’incidente di Garko. Ora al centro c’è la musica”.

«Si racconta che il principe di Condé dormì profondamente la notte avanti la giornata di Rocroi: ma, in primo luogo, era molto affaticato; secondariamente aveva già date tutte le disposizioni necessarie, e stabilito ciò che dovesse fare, la mattina». Il giorno prima che cominci il 66° Festival di Sanremo, Carloconti-Condé ha la voce stanca. Manzonianamente però nega tutto, stanchezza e preoccupazione. Si dice sereno. E curioso.

Come, curioso?

«A questo punto ho voglia di farlo, ‘sto festival. Basta, andiamo in scena. Ora è arrivato il gusto della gara, della scalata».

È tutto sotto controllo?

«Direi di sì. Per quanto le cose del mondo possano essere sotto il nostro controllo. La vicenda di qualche giorno fa, lo scoppio nella villa dove abitava Gabriel Garko, con quella povera signora che ha perso la vita, ci ha gettati nello sgomento, nella tristezza. Un inizio che ha turbato, naturalmente. Per questo ho molta voglia di cominciare».

Nessuna preoccupazione?

«Ma certo che sono preoccupato. Soprattutto per i cantanti. La centralità della musica al Festival non è per me un luogo comune: ci credo davvero, e questo è ciò che mi preoccupa di più. La parte musicale deve funzionare. Spero che stiano tutti bene, che vada tutto bene, che la serata delle cover sia perfetta. L’influenza sta abbattendo persone dovunque, e anche una banale influenza può essere pregiudizievole, ricordiamoci quanto l’anno scorso Raf fu condizionato dalla bronchite».

State provando da tanto?

«Io sono qui da due settimane».

Con la famiglia?

«Con la famiglia».

E non è stanco?

«Per fortuna prevale ancora il divertimento. C’è la voglia di costruire ‘sto prodotto in maniera artigianale, come faccio sempre, cercando di metterci pure amore e attenzione. Da domani entro nel frullatore, la mia concentrazione è altissima, non pranzo, non ceno. Dopo la conferenza stampa del mattino, comincio le prove, poi c’è lo spettacolo, poi vado a dormire».

Non parteciperà al DopoFestival, in modo da girare le 24 ore, come faceva Baudo?

«No, non parteciperò, non esageriamo, dopo la diretta non mangio e vado a dormire. Faranno tutto la Gialappa’s e Nicola Savino con la sua competenza musicale. Anche il DopoFestival dipende da me, in quanto direttore artistico: Giancarlo Leone e io abbiamo individuato la linea, ma niente presenza».

Quanto durerà il DopoFestival?

«Un’oretta».

Con trasgressione?

«Con ironia, brio e allegria».

Lei parlava di Leone, il direttore della rete: la potenza del Festival ha pure bloccato le nomine Rai?

«Così abbiamo lavorato con maggiore serenità».

Stanno per cambiare i vertici, ma lei è famoso per navigare con qualunque ammiraglio: sarà così anche questa volta?

«Quando cambiano i direttori, io mi presento con prodotti e ascolti. I progetti possono variare secondo la visione artistica, ma chiunque arrivi sa che io sono al servizio dell’azienda, con la diversità delle mie trasmissioni».

Si parla di una sinergia toscana che arriva dall’alto: lei che ne dice?

«Dico che sono fiorentino, badi bene, fiorentino, non toscano, e fin da tempi non sospetti. E i fiorentini vanno forte da tempo, c’era già quel tal Dante, che veniva dalla mia città. Comunque anche i toscani in generale non scherzano, come diceva Curzio Malaparte in Maledetti toscani, testo da rileggere: “Che tutti gli italiani siano intelligenti, ma che i toscani siano di gran lunga più intelligenti di tutti gli altri italiani, è cosa che tutti sanno, ma che pochi vogliono ammettere”».

Ospiti stranieri?

«Nicole Kidman».

Comici?

«Per la prima volta a Sanremo, Aldo Giovanni & Giacomo che festeggiano i 25 anni di carriera. Poi Brignano e Frassica. Per ora basta».

E il resto?

«Lo scopriremo solo vivendo».

 

Rassegna stampa: Corriere della sera, pagina 31, di Chiara Maffioletti.

Pif: “Condurrei Sanremo, ma non da solo”.

L’attore-regista sarà (su Radio2) la voce ufficiale del Festival. “Il successo non mi ha cambiato”.

Si definiva un «cultore della dormita mattutina». Eppure da qualche tempo Pif arriva a Rai Radio2 puntualissimo, alle 10, pronto per il suo programma, I provinciali (che conduce dal lunedì al venerdì con Michele Astori). «E ogni volta esco dallo studio felice. Sarà per il rapporto che si crea con la gente: la radio rispetto alla tv mi pare più intima». Non è il solo impegno di Pif (il nome d’arte di Pierfrancesco Diliberto). Dopo essere partito come autore e diventato famoso come inviato delle Iene, ora è tornato a condurle («Un cerchio che era giusto chiudere»). Ma non lascia neanche un altro amore come Il testimone, in onda su Mtv. Tutto dopo aver debuttato come regista nel 2014 con un film premiato (con un David, due Nastri d’argento e con la vittoria dello European Film Award, tra gli altri) come La mafia uccide solo d’estate. C’è chi si sarebbe comportato diversamente. Invece Pif rivendica il suo ritorno alle origini: «Avrei potuto frequentare di più l’ambiente di un certo cinema oppure quello dei festival, e andare in tv solo per promuovere i miei film. Ma non sono io. A me piace sporcare i vari mezzi. Non esiste premio che possa farmi cambiare atteggiamento verso il mondo».

E quindi sì alla radio, alla tv, ai vecchi impegni e alle famiglie (catodiche) ritrovate: «Io vengo da lì, sarebbe assurdo rinnegarlo. E poi se ha portato bene fino a ora… Non voglio rimanere prigioniero del successo. L’idea del regista impegnato che non si sporca la mani non fa per me. Cambiare ambiente è stimolante». E tra i prossimi ambienti che frequenterà c’è Sanremo. Radio2 è la radio ufficiale del Festival e Pif ne sarà la voce. «Con Fazio avevo fatto l’anteprima in tv e mi sono divertito tantissimo. Raccontare il Festival per me era come entrare in un parco giochi. Ora dovrò essere gli occhi per chi non c’è. Sanremo è una realtà parallela: durante quella settimana è come se il tempo si fermasse». E condurlo? «Da solo non credo di essere la persona adatta. Ma farlo accanto a qualcuno che ne è capace sì. E poi se conduco anche il Festival, basta, che altro posso fare?». Intanto un altro film: «Uscirà in autunno. Sono felice perché mi è passata l’ansia da secondo film. Poi sono sicuro che mi tornerà il giorno prima dell’uscita».

Non solo. Il 5 febbraio Pif ha presentato in Senato la sua app, Noma. È gratuita e serve per ricordare gli uomini uccisi dalla mafia: «È una specie di Google Maps dei morti ammazzati. Ho chiesto a diversi artisti siciliani di raccontarne la storia. Un museo virtuale in cui ci sono animazioni, fumetti che simulano gli omicidi, i tg dell’epoca. Tutto per non dimenticare, cercando però un linguaggio nuovo per farlo». Questa estate poi, torna a girare le nuove puntate del Testimone. «Bisogna capire dove finirà perché ora che il suo pubblico si è allargato mi spiacerebbe se andasse solo su una rete a pagamento. La gente mi deve poter vedere anche gratis». La formula però resta la stessa: «Il programma cambia perché cambio io». Fedele nelle scelte di carriera «perché sono un romantico. Mi piace l’idea che la prima puntata del Testimone è andata in onda quando avevo 34 anni e l’ultima quando ne avrò 70». Eppure, pensandoci bene, il sogno per i suoi 70 anni è un altro: «Vorrei fare uno di quei programmi che si vedono in Rai la domenica mattina, quelli dove si va nei paesini e c’è la tavolata apparecchiata. Però, possibilmente, vorrei giralo in diretta».

 

(Nella foto Carlo Conti)