Pubblicato il 17/06/2014, 15:00 | Scritto da La Redazione

MICHELE D’ANCA: «”CENTOVETRINE” AFFIEVOLIRÀ LE TINTE “NOIR” E RITROVERÀ SLANCIO NARRATIVO»

MICHELE D’ANCA: «”CENTOVETRINE” AFFIEVOLIRÀ LE TINTE “NOIR” E RITROVERÀ SLANCIO NARRATIVO»
L’attore che dà volto e voce sul set a Sebastian Castelli racconta a TVZOOM della conclusione della torbida vicenda che ha visto il suo personaggio tra i protagonisti. Ora il cast è al lavoro, dopo la pausa estiva la soap tornerà con puntate nuove di zecca.meta name=”news_keywords” content=”<michele d’anca, canale 5, centovetrine, sebastian castelli>” Sebastian […]

L’attore che dà volto e voce sul set a Sebastian Castelli racconta a TVZOOM della conclusione della torbida vicenda che ha visto il suo personaggio tra i protagonisti. Ora il cast è al lavoro, dopo la pausa estiva la soap tornerà con puntate nuove di zecca.meta name=”news_keywords” content=”<michele d’anca, canale 5, centovetrine, sebastian castelli>”

Sebastian Castelli, in Centovetrine, è muscolosissimo. In un certo qual modo. Niente a che vedere con il bodybuilding e le modifiche estetiche, beninteso. Castelli, più che degli addominali, è un esperto nell’allenamento dei temporali, i muscoli del tempo, quelli che ti permettono di rinvigorire una tormentata sopravvivenza. Ha attraversato tutte le sfumature possibili di pulsioni e travagli. È stato uomo d’affari senza scrupoli. È cambiato per amore. Ora arriva per lui il tempo dei bilanci. E noi li facciamo con l’attore che gli dà anima e corpo sul set, quel Michele D’Anca che tornerà su Canale 5, assieme ai protagonisti della soap, il 25 agosto, dopo la pausa estiva.

Prima della pausa, abbiamo assistito a una sorta di resa dei conti, per il suo personaggio.
«Una vera e propria resa dei conti finale. Fernando è stato arrestato. Si era impadronito dell’identità di Leo Brera. Viene accusato anche da Sebastian. Con questo picco narrativo, si chiude una vicenda che definire tormentata è poco».
Tormentata, molto tormentata. Pure troppo?
«Oscura, sotto molti aspetti. Forse il pubblico si aspettava che il bene trionfasse prima, senza ulteriori strascichi».
E Sebastian ritorna a Torino…
«Torna a Torino da vincente. Ma deve affrontare sua moglie, di cui è ancora innamorato. Molte cose sono mutate, è difficile farle cambiare opinioni su alcune decisioni che intende prendere. La loro relazione prosegue, ma il rischio che possa non durare a lungo è concreto».
Poi c’è il filone di trama legato a Jacopo.
«Jacopo ha scoperto di essere figlio naturale di Leo Brera, ma Sebastian è la persona che gli è stata davvero vicino nei momenti difficili della vita. Un autentico padre putativo».
Sebastian Castelli è forse il personaggio che più si è cimentato con evoluzioni e cambiamenti, nel corso delle stagioni.
«Ho avuto la possibilità di mettermi alla prova con lui in vari stati dell’essere. Da quando sguazzava nel malaffare, alle dure sfide familiari che la vita gli ha messo di fronte: lo hanno condotto quasi verso la pazzia».
Gli autori con lei si divertono.
«Molto. Hanno visto che reggo tutti questi cambiamenti, dunque si sbizzarriscono».
I ritmi sul set sono sempre più serrati.
«Serratissimi. Fino a settembre, posso pensare solo a Centovetrine e alle puntate che stiamo girando. Lavoro e studio la parte. Nient’altro. Quando stacco, alla fine della giornata, stacco del tutto. Sento il bisogno di far riposare la mente».
Ogni sei mesi, la soap vive come una sorta di Spada di Damocle il rinnovo dei contratti.
«I rischi per la produzione, di questi tempi, ci sono. Ma io sono ottimista. Ora dovranno affievolirsi le tinte noir per ridare uno slancio narrativo al racconto. Centovetrine è una grande famiglia all’interno delle famiglie italiane. Nella sua consuetudine rassicurante, si nasconde la sua forza».
Lei è un uomo di spettacolo molto presente sui social. Come vive il suo rapporto coi fan?
«Uso i social network quasi come mio ufficio stampa personale. I fan comunicano con me, mi fanno sentire il loro affetto. Tifano, si scambiano opinioni. Non voglio deluderli».
Lei, personalmente, ha vissuto picchi di felicità o, perché no, di delusione, lungo la sua carriera?
«Vivo il mio lavoro con passione e determinazione. Non faccio calcoli. Prendo quello che la vita mi dà, dando il massimo. Certo, possono subentrare fattori esterni, come la fortuna, le occasioni. Fa parte del gioco».
Non teme di essere etichettato, interpretando un personaggio della lunga serialità?
«Non me ne preoccupo. A me piacciono le sfide. Mi piace anche cambiare, rimanendo teso verso il compimento degli obiettivi preffisati».
Una naturale evoluzione della sua carriera?
«Protagonista in una fiction da prima serata. Magari con dentro un po’ d’azione. Perché no».
Qualcosa come La Piovra dei tempi che furono. Ricordo quando mi raccontò di essere stato in lizza per il ruolo di Tano Cariddi, andato poi a Remo Girone.
«Ero molto giovane, a quei tempi. Ho preso altre strade, cogliendo altre ghiotte occasioni. Circa un mese fa ero al Teatro Brancaccio, a Roma, a ritirare il Premio Eccellenza nella soap. In platea c’era il nostro produttore, colui che mi propose per Centovetrine e che, tempo prima, credette in me inserendomi nel cast del Il Generale Dalla Chiesa, con Giancarlo Giannini. Intepretavo il ruolo di Renato Curcio, l’ideologo delle Brigate Rosse. Speriamo che continui a credere in me, come sempre!».

 

Gabriele Gambini


(Nella foto Michele D’Anca)