Pubblicato il 23/10/2012, 13:04 | Scritto da La Redazione

L’ASCESA ARTISTICA E IL SEQUESTRO CAUTELATIVO DI VERONICA LARIO

L’ex first lady Berlusconi aveva una promettente carriera da attrice, a giudizio di Lina Wertmuller, stroncata in nome della famiglia. Il nostro blogger-verificatore ripercorre tutta la storia. Con una video-testimonianza anni ’80.

Se fosse un film, sarebbe ovviamente Quarto Potere, ma con una variante narrativa di una certa importanza, che vedremo a breve. Sì, perché la storia di Silvio Berlusconi e Veronica Lario, più che da romanzo d’appendice, rientra nei canoni dell’italicissima operetta, con alcuni elementi da melodramma verdiano. Esattamente l’opposto del capolavoro di Orson Welles, che raccontò nella sua fiaba nera per adulti le grandezze e le miserie del primo magnate americano dei mass-media, William Randolph Hearst, con toni intrisi di moralismo calvinista. Randolph Hearst cercò in tutti i modi di boicottare l’uscita del film, arrivando a minacciare i produttori ebrei del film di rendere pubbliche alcune foto che li ritraevano in pose compromettenti, ma alla fine prevalse la cocciutaggine di Welles, che impose il suo film anche se depotenziato da una distribuzione molto limitata negli Stati Uniti.

Dicevamo di Silvio e Veronica. In Quarto potere, Charles Foster Kane cerca in tutti i modi di imporre come cantante lirica la sua giovane moglie, bella, ma sprovvista di talento, ispirandosi a quanto fece realmente Hearst. Berlusconi ha invece fatto il contrario: ha voluto molto italianamente tenere tutta per sé Veronica Lario, mortificando e castrando per sempre il suo talento di attrice. Miriam Bartolini, questo il suo nome all’anagrafe, prometteva infatti molto bene sin dall’inizio, come dimostrano i suoi primi passi in ruoli da comprimaria negli sceneggiati Rai di fine anni ’70: La vedova e il piedipiatti con Ave Ninchi, La mano indemoniata con Massimo Boldi, nel suo unico ruolo drammatico e Bel Ami con Corrado Pani.

Fu però nel 1980 che ottenne il suo primo ruolo di protagonista a teatro, accanto al pigmalione Enrico Maria Salerno, che la volle a suo fianco ne Le cocu magnifique (Il magnifico cornuto), adattamento dal testo di Fernand Crommelynck, già portato sullo schermo da Antonio Pietrangeli nell’omonimo film con Ugo Tognazzi e Claudia Cardinale. La tappa romana al teatro Quirino nel periodo pasquale fu anche l’occasione per Veronica Lario di comparire sugli schermi del Primo Canale Nazionale nientepopodimenoché a Domenica In accanto a Pippo Baudo, che non avrebbe mai potuto immaginare che sarebbe stato l’unico a intervistare in tv la futura signora Berlusconi.

A tutt’oggi l’intervista rimane infatti l’unico documento video in cui la Lario parla senza recitare. In questo straordinario reperto domenicale, Baudo, al solito compreso nel suo ruolo di siciliano maschilista, fa intendere senza troppi giri di parole che Enrico Maria Salerno, da bravo capocomico, ha l’abitudine di farsi tutte le primedonne, compresa la Lario. L’attore e regista risponde da par suo (come potete vedere qui) richiamando però inelegantemente l’attenzione sulle nudità esposte dalla Lario nello spettacolo come motivo di attrazione per il pubblico. La stessa cosa farà trent’anni dopo, ma per motivi completamente diversi, l’altrettanto elegante Vittorio Feltri che si ricorderà dei seni dell’ex first lady, regalando ai suoi lettori di Libero lo sciagurato titolo di «Veronica velina ingrata» (30 aprile 2009) con tanto di foto in maxi formato. Per molti fu la risposta pubblica di Berlusconi alle lettere pubblicate a mezzo quotidiano della signora Lario, per le ripetute corna del marito il quale, ricordano i biografi, si innamorò di Veronica proprio dopo averla vista come mamma Flora l’aveva fatta nel “suo” teatro Manzoni in quel lontano 1980.

Dopo quell’ospitata televisiva, Veronica si vendicherà comunque quattro anni dopo, sfottendo il Pippone nazionale nel suo unico film da protagonista Sotto… sotto… strapazzato da anomala passione di Lina Wertmuller. E proprio l’occhialuta regista romana, in occasione della recente uscita della sua autobiografia Tutto a posto e niente in ordine, ha ricordato la bravura della Lario, sostenendo che se Berlusconi non l’avesse rinchiusa nel suo eremo dorato sarebbe potuta diventare una diva internazionale come Sophia Loren o addirittura Marilyn Monroe. Non sembri esagerato il paragone, perché la signora Lario – nome d’arte ispirato a quanto si dice alla sua passione per la diva del noir Veronica Lake – bellissima era e bellissima è tutt’ora, come dimostrano anche i geni burrosi abbondantemente trapiantati alle figlie Barbara e Eleonora.

Il film della Wertmuller è invero assai modesto, ma può essere considerato un cult perché scomparve subito dalla circolazione in seguito all’incazzatura di Silvio quando fu trasmesso su Rai3 alla fine degli anni ’80, per volere del comunista Angelo Guglielmi, il quale ricordò gentilmente in occasione della messa in onda la militanza rossa della famiglia bolognese Bartolini. Blob fece il resto, mostrando senza pietà per diverse puntate la performance di Veronica, ovviamente decontestualizzata e usata in funzione anti-Silvio. L’incidente costrinse Berlusconi a rilevare i diritti del film dal produttore della pellicola Vittorio Cecchi Gori, che si rifece così del flop spaventoso in sala, e da allora non se ne vide più una copia in giro. Nel film, Veronica interpreta Esterina, una deliziosa biondina che in una notte d’amore confessa al marito di sognare spesso un’altra persona. Ma per Oscarino, il marito geloso interpretato da Enrico Montesano, non è l’adulterio fantasticato a farlo arrabbiare, ma il fatto che l’oggetto della sua fantasia sia una donna. Praticamente una variazione lesbo del Cocu magnifique.

Non solo, la stessa vita reale di Silvio e Veronica si sovrapponeva al film, perché Silvio, ancora sposato con la prima moglie Carla Dall’Oglio, aveva questa relazione segreta con Veronica da diversi anni ed è la stessa Wertmuller a raccontare che il Cavaliere ogni tanto si faceva vedere sul set e fu lui stesso a comunicarle che era incinta di Barbara e che Veronica non gliel’aveva rivelato per timore di perdere la parte. Di gran classe la reazione della generalessa Lina: «Ditemi che lo volete perdere ‘sto figlio! Sapete bene che per un attore lavorare con me è come andare in guerra».

 

twitter@LucaMartera

 

(Nella foto Veronica Lario)