Pubblicato il 03/06/2021, 19:00 | Scritto da La Redazione

Mamma mia che boom lo streaming!

Lo streaming domina il video

ItaliaOggi, pagina 19, di Andrea Secchi.

Il 2017 è stato l’anno dell’apertura definitiva del mercato, il 2018 e il 2019 gli anni dell’espansione, il 2020 lo spartiacque nella storia relativamente breve del video on demand in Europa. Ecco perché nei prossimi tre anni la crescita media sarà ancora a doppia cifra, con un incremento di 2 miliardi di euro ogni 12 mesi nel gruppo di paesi dell’Europa occidentale, Italia compresa. Si passerà dai 10,65 miliardi di euro del 2020, ai 12,7 miliardi di quest’anno e così via fino ai 18 miliardi del 2024 con un tasso medio di crescita annuo del 12%, 13% se si guarda soltanto alla fetta più grande di questo aggregato, quella del subscription video on demand stile Netflix. Le previsioni sono del nuovo rapporto di ITMedia Consulting in uscita l’8 giugno sul mercato del video on demand in Europa, uno studio intitolato The New Normal, a sottolineare come questi saranno gli anni in cui, dopo l’accelerazione del 2020, si vedrà la nuova conformazione.

«Nel 2020 il mercato è cresciuto più di quanto avesse mai fatto negli anni precedenti», commenta Augusto Preta di ITMedia, «arrivando a un livello che nelle previsioni precedenti era stimato per il 2023. La tv ha fatto insomma un salto di due anni e l’Italia è il paese che è cresciuto di più fra tutti quelli di quest’area con un +47%». Il risultato, secondo il rapporto, è che nel 2021 «l’online video, infine, dominerà realmente la grande industria tv e video». Le forze che stanno portando a questa trasformazione sono diverse. Hanno a che fare con il cambiamento delle preferenze dei consumatori in termini di fruizione, con il boom delle differenti offerte, con la diffusione delle tecnologie abilitanti come la banda larga, tutte intrecciate e reciprocamente alimentantesi. Il risultato sarà più broadband e meno broadcast (la trasmissione tradizionale) per il mondo dei contenuti, l’incremento dello svod e il decremento della pay tv vecchio stile, l’arrivo in forze dello sport a cambiare ugualmente gli equilibri. «Al momento abbiamo due Paesi dove il passaggio dello sport dal modello classico della pay tv a quello dello streaming si sta sviluppando», continua Preta. «Oltre all’Italia, che fra i Paesi europei è stato il caso eclatante con il passaggio della massima serie interamente a un player over the top (ott) che detiene il 75% dei diritti (3 partite su 10 sono in coesclusiva con Sky, ndr), c’è anche la Germania, dove sono presenti sia Dazn che Amazon che tra l’altro hanno anche tutti i diritti della Champions»
(Continua su ItaliaOggi)