Pubblicato il 02/02/2020, 19:00 | Scritto da Gabriele Gambini

Diana Del Bufalo: Condurre è bello e faticoso, sogno un ruolo d’azione al cinema

Diana Del Bufalo: Condurre è bello e faticoso, sogno un ruolo d’azione al cinema
L'attrice e cantante arriva su Italia 1 con Enjoy-Ridere fa bene, da domenica 2 febbraio in prima serata. Si tratta della sua prima esperienza da conduttrice e Diana racconta a TvZoom com'è andata.

Diana Del Bufalo: “I miei modelli di riferimento sono Mandy Moore e Cameron Diaz”

«Condurre un programma tv è divertente, ma non è affatto facile. Stare nei tempi, soprattutto quelli comici, è stata una faticaccia», ammette Diana Del Bufalo. La sua voce ha un timbro incantevole, le permette di razionalizzare il disincanto, aggirando ogni faciloneria retorica. «Devo ancora capire se me la sono cavata bene o no», ridacchia.

Gli spettatori potranno farsi un’idea a partire da domenica 2 febbraio. Il suo Enjoy – Ridere fa bene campeggia nella prima serata di Italia 1 per tutte e quattro le domeniche di febbraio. Si tratta di una sfida tra comici noti, divisi in due squadre capitanate da Gigi e Ross da un lato, e i Panpers dall’altro. La disfida prevede gag, balletti, improvvisazioni, parodie. Diego Abatantuono è il padrino della trasmissione nella veste di capopopolo: suo il compito di dare un giudizio alle esibizioni, influenzando il voto del pubblico, unico vero arbitro. Ad aiutarlo, nelle vesti di capi ultras, Dino Abbrescia e Gianluca “Scintilla” Fubelli.

Lo scopo dello show è lusinghiero: ogni confronto permette alle due squadre in gioco di aggiudicarsi premi in denaro da destinare a due progetti artistici chiamati A regola d’arte, nel comune di Napoli, e Insieme per la musica, per sostenere una giovane orchestra milanese.

Allora: com’è andata la prima esperienza da conduttrice in solitaria?
Sono indecisa. Non so come sono andata. Ma mi sono divertita. Nonostante la fatica. Stare nei tempi, gestire il palco. Condurre è un’esperienza diversa rispetto alla recitazione, bisogna entrare nel meccanismo. Io ho fatto Amici, poi ho avuto esperienze musicali, poi sono diventata attrice. Questa è la prima volta da conduttrice.
Due squadre in gioco, capitanate dai Panpers da un lato, e da Gigi e Ross dall’altro. Con elementi ben assortiti tra loro.
Due stili diversi: i Panpers sono per certi versi portatori di una comicità più giovane, dove per “giovane” intendo meno classica rispetto a Gigi e Ross, che sono assai noti. Le squadre in gioco sono ben assortite e fatte per incontrare i gusti del pubblico. Il punto di forza saranno le varie tipologie di sfide.
Diego Abatantuono è un elemento di continuità con un altro grande contenitore di Italia 1, Colorado, che lui aveva battezzato.
Solo che qui Diego sarà il capopopolo. Il suo commento influenzerà il giudizio insindacabile del pubblico e la squadra che di volta in volta si aggiudicherà un confronto guadagnerà denaro per finanziare due belle iniziative col supporto di Mediafriends, Mondadori e Medusa.
C’è un dibattito in corso sulla comicità in Italia: da un lato la tradizione delle maschere, della commedia dell’arte. Dall’altra la stand-up abrasiva di matrice anglosassone, che spopola tra gli adolescenti sulle piattaforme come Netflix.
Vero, su Netflix spopola la stand-up e alcuni giovani ne sono influenzati. Vero anche che la tv è un media più classico e la comicità tradizionale si presta maggiormente a incontrare i gusti del pubblico televisivo. Colorado, per esempio, piace agli adulti, ma riscuote grande successo anche presso i bambini. Poi ci sono ragioni di contenuto: la satira anglosassone è estrema e urticante, a tratti volgare, poco adatta alle prime serate.
Lei che cosa predilige, come gusto personale?
Non amo particolarmente il filone della stand-up. In questo senso i miei gusti sono più generalisti.
Lei ha abolito i compartimenti stagni: recita, conduce, canta.
Recitare è ciò che attualmente preferisco. Mi permette di essere altro da me. Vivere molte vite, calarmi in ruoli che nella realtà potrei solo sognare. È la magia della finzione scenica.
Prossimi impegni cinematografici?
Ho girato un film con Giampaolo Morelli, si intitola Sette ore per farti innamorare. Interpreto il ruolo di una stronza vera. Mi sono divertita un mondo.
Il ruolo dei sogni?
Un’eroina da film d’azione. Una fregna pazzesca (ride, ndr). D’altra parte, se notate, le protagoniste degli action movie non hanno mai un difetto.
Sanremo è alle porte. Mai pensato di tornare alla musica con un progetto sostanzioso?
Mi piacerebbe pubblicare un ep di canzoni che ho già pronte. Ho fatto diverse incursioni nel mondo della musica. Avevo provato a bussare alla porta di Sanremo, ma in veste goliardica.
Su Instagram ha spopolato una sua foto in vasca da bagno, si sono sprecati gli accostamenti con Julia Roberts.
Volevo realizzare una foto rock’n’roll, dando un’immagine di me un po’ sporca, un po’ tossica, come contraltare a ciò che sono nella realtà: non bevo né alcool né caffè, non fumo, sono vegetariana. Invece è stata accostata all’immagine candida e radiosa di Julia Roberts in Pretty Woman. Un onore essere paragonata a lei.
Da adolescente a chi voleva somigliare?
Adoravo Mandy Moore perché è sia una cantante, sia un’attrice, ha quell’aria da angioletto biondo, incarnava un mondo musicale completo a cui mi sentivo vicina. E poi adoro Cameron Diaz, ha quel modo di recitare potente e ironico, quasi dissacrante. Splendida.
Buoni propositi per il 2020.
Diventare meno accondiscendente e un po’ più impaziente, dire subito quando una cosa non mi sta bene, senza lasciarla trascinare oltremodo.

Gabriele Gambini

(nella foto Diana Del Bufalo, Diego Abatantuono, Dino Abbrescia e Gianluca “Scintilla” Fubelli)