Pubblicato il 07/03/2016, 15:34 | Scritto da Tiziana Leone
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“Master of Photography”: parlano per la prima volta i 3 giudici del primo talent europeo dedicato alla fotografia

“Master of Photography”: parlano per la prima volta i 3 giudici del primo talent europeo dedicato alla fotografia
Oliviero Toscani, Simon Frederick e Rut Blees Luxemburg giudicheranno i fotografi in gara nel talent di Sky Arte, condotto da Isabella Rossellini. TvZoom li ha incontrati in esclusiva. Ecco le anticipazioni sullo show che mette in palio 150mila euro.

Oliviero il duro, Simon il pignolo, Rut la gentile: per ciascuno dei tre giudici di Master of Photography, il primo talent europeo dedicato al mondo della fotografia, condotto da Isabella Rossellini, in onda a maggio su Sky Arte, c’è un aggettivo ben preciso. Seduti nel grande studio dove sono in corso le riprese dello show, Oliviero Toscani, Simon Frederick e Rut Blees Luxemburg raccontano a modo loro questo talent europeo in grado di varcare i confini nazionali e coinvolgere concorrenti di diverse nazioni, uniti dalla passione per gli scatti e con un unico obiettivo: portarsi a casa la vittoria, fatta di un montepremi di ben 150mila euro. Una cifra che nessuno dei tre giudici regalerà facilmente. «Mi sembra veramente una cifra eccesiva – ammette Oliviero Toscani –. Sono giovani e per essere il loro primo lavoro è molto ben pagato. Un professionista ottiene una cifra simile dopo tanti anni di duro lavoro, non mi piace l’idea che si mostri che sia facile guadagnare». Spiacenti, ma questa è la legge della tv. «In Inghilterra – spiega Rut, che si è laureata in fotografia a Londra, città dove lavora e espone le sue opere –, ai premi di fotografia più importanti vengono offerte al massimo 40mila sterline».

Non sarà dunque una sfida facile per i dodici concorrenti, sette uomini e cinque donne, convincere i tre che la loro è la foto più bella. «Eppure alla fine ci troviamo quasi sempre d’accordo», ammette Rut, il lato dolce del burbero Toscani. «Il nostro compito è quello di aiutarli a capire dove sbagliano – spiega Simon, fotografo londinese di origine caraibica autodidatta, che ha lasciato il segno in numerose campagne pubblicitarie –. Giudicare è una cosa positiva». Per Toscani il giudizio ha un significato ben preciso: «È meglio dire subito a un concorrente se non è in grado di andare avanti e se è il caso che rinunci. Il nostro talent non è come gli altri: non giudichiamo la personalità, ma le opere. Non seguiamo criteri precisi, ma il nostro gusto personale, è quello che fa la differenza». Sebbene diverso, anche Master of Photography vivrà di eliminazioni. « Mi piaceva l’idea che ci fossero le eliminazioni – spiega Simon –. Il premio finale è molto alto e bisogna guadagnarselo, è una cifra che potrebbe cambiare la vita. Il nostro lavoro non è di essere teneri ma di spingere i concorrenti ad andare oltre, se uno viene eliminato significa che non ha capito davvero l’importanza di quello che faceva qui». Il tempo stringe, i giudici devono tornare al lavoro, i tempi di produzione non lasciano spazio a troppe chiacchiere, c’è giusto il tempo per un’ultima domanda. Avete avuto qualche dubbio prima di accettare questo ruolo? «Sì, qualche dubbio l’ho avuto – ammette Toscani –. Poi ho pensato che era una buona occasione per mostrare come si leggono davvero le immagini, cosa che la tv non è in grado di fare». Nessun dubbio per Simon: «Era una grandissima opportunità per far capire al pubblico l’arte della fotografia. E poi finalmente si vede in tv un ragazzo nero che fa il giudice, una prospettiva diversa». Conclude Rut: «Per me era un’opportunità per imparare e poi fare la tv è una cosa alla moda».

 

Tiziana Leone

 

(Nella foto i giudici di Master of Photography)