Ma se Riccardo Bocca su “L’Espresso” critica Beppe Severgnini su Rai 3, che è anche una firma del gruppo editoriale concorrente, il dubbio che ci sia malafede c’è o è solo dietrologia paranoica?

È guerra aperta dentro la redazione del nostro giornale che, senza alcun pudore, mettiamo in piazza. Anche a dimostrazione della libertà di cui godiamo.

Il nostro blogger Peter Parker ha voluto ricordare, a modo suo, il giornalista musicale caduto sotto i colpi dei kalashnikov nel teatro francese, durante il concerto degli Eagles of Death Metal.

Il nostro blogger cattivissimo evidenzia come dopo l’abbuffata dei mesi scorsi, nessuno parla più della tv in streaming che doveva rivoluzionare le abitudini televisivi degli italiani.

La star italiana ha organizzato un viaggio in Florida con la stampa musicale, ma ha volutamente non invitare due colleghi che si sono “permessi” di scrivere male di lei.

Il nostro blogger, il più temuto dai colleghi, affonda la lama su un genere di cronisti, che replica sistematicamente alcuni schemi per cercare di apparire.

Il nostro blogger Peter Parker si scaglia contro la tv on demand, che verrà presentata a Milano il 22 ottobre, ma principalmente se la prende con i colleghi che ne parlano come se fosse l’invenzione del secolo.

Il nostro blogger lancia l’hashtag #ridatecilamusica, denunciando l’ormai esclusivo dominio di alcune lobby (etichette, manager e radio) della musica pop nostrana.

Il nostro blogger si fa un po’ di domande sull’artista di “Questo piccolo grande amore”, presto in tv con il programma che prende il titolo dal celebre romanzo di Kipling.

Il nostro blogger mascherato vuota il sacco e confessa di non essere spinto dal sacro fuoco del giornalismo, ma da spirito di sopravvivenza.