Pubblicato il 06/02/2023, 13:03 | Scritto da La Redazione

Sanremo: aumentano gli scontenti per Chiara Ferragni all’Ariston

Sanremo: aumentano gli scontenti per Chiara Ferragni all’Ariston
Influencer, imprenditrice, brand vivente: è l'indiscussa numero 1. Non sa presentare, né cantare, né recitare: perfetta per Sanremo. Da un blog a un impero. Scesa in politica su Instagram, è leader dei partigiani in paillettes. Sponsorizza o "posta" ogni cosa: nascite, malattie, "culotte", pandori, Uffizi, il museo della Shoah... così Luigi Mascheroni su Il Giornale

Chiara Ferragni, La super manager del nulla che s’è presa tutto. Anche la Rai

Il Giornale, di Luigi Mascheroni, pag. 17

Quando la Mattel annunciò di voler produrre una versione della bambola-icona a sua immagine, Chiara Ferragni, dopo aver fatto un post, esultò: «Sono una Barbie, il mio sogno da bambina è diventato realtà». Il fascino irresistibile di un blondismo leggendario. Da fashion doll a fashion blogger è un Instagram. Ventotto milioni e mezzo di follower, 35 anni, 27 tatuaggi, una carriera imprenditoriale che inizia come Diavoletta87 su Flickr, preistoria del web, passa nel 2009 da un fortunatissimo blog di insalata mista e arriva alla Business School di Harvard come case study; già «l’influencer di moda più importante al mondo» per Forbes, tre aziende e un impero economico da 40 milioni di euro, testimonial di vari marchi (cosmetici, gioielli, intimissimi…), un guadagno medio – secondo calcoli recenti – di 82mila dollari a post sponsorizzato, un film-biopic, una docuserie su Amazon Prime, una crew di assistenti, truccatori e fotografi, due sorelle, le celebrities minori, una madre – ex venditrice di campionari Blumarine oggi blogger anche lei, e persino scrittrice, Wow!- tre bambini da accudire – Leone Lucia, quattro anni; Vittoria Lucia, due anni, Federico Leonardo Lucia, 33 anni, detto Fedez – una vita vissuta allo specchio (domanda: ma quai è il discrimen fra esibizionismo e pornografia nello sfoggiare in rete gli affetti privati?), Chiara Ferragni, da Cremona – Turòon, Turàs e Tetàs – sul puro piano del successo è inattaccabile. Ogni sua mossa, da anni, è un’epic win.

Chi più di lei? Non è laureata in nulla, ma studiata nelle università, bocconiana fallita ma vale più di una legione di top manager, è una fashion blogger, influencer, brand ambassador, stilista, digital businesswoman, è lei stessa un brand, capofamiglia di una factory così potente che prima ha contestato la Rai, oggi se l’è presa, una golden goose, una modella e un modello della social-sfera. C’è qualcuno che non vorrebbe essere lei? Un dubbio, perb: chi sarebbe Chiara Ferragni se domani Mark Zuckerberg cancellasse il suo profilo Instagram? Poi, è vero: come dice una nostra elegantissima collega giornalista, «Quando mi sento un po’ giù, penso che ci sono donne che hanno come icona di stile la Ferragni». Front row, chiappe al vento, rossetti glitterati, filantropia, buone cau$e, promoter del mondo LGBTQ e Versace latex leggings. Odiata dalle altre influencer, è la più amata dagli haters. Motto latino per #rosiconi: «Invidiam ferre aut fortis aut felix potest», Publilio Siro. «L’invidia può sopportarla solo chi è forte o felice». Forte di milioni di fan, felice di una vita da favola incorniciata in un display, Chiara Ferragni, detta Ferry, che si porta la camomilla Bonomelli a Sanremo per placare l’ansia, oggi è la vedette del festival: sarà lei a postare la prima e l’ultima serata, taggando – magari – Amadeus.

Non sa cantare, non sa presentare, non sa ballare, non sa recitare e – a parte quelle di Instagram – non ha mai fatto una diretta. Perfetta per l’Ariston. Pensate: avremo non uno, ma ben due monologhi della Ferragni. Uno sarà riparatorio, su #EmanuelaOrlandi; l’altro? Azzardiamo: o contro la violenza sulle donne (applausi, ndr), oppure sul tema «Io non volevo diventare famosa». Ha già messo gli hashtag avanti con i suoi follower. «Ho paura di non essere all’altezza». Non preoccuparti, Chiara. È il festival che farà fatica a stare al tuo livello. L’influencer si valuta su chi esercita la propria influenza. Il termometro, oggi, è la platea di Sanremo: ascolto medio dell’ultima edizione, 11 milioni di spettatori. Che sono un terzo dei tuoi follower. Buoni motivi per guardare Sanremo 2023, oltre la Ferragni: è un programma che di solito non tira mai tardi; non è noioso; al quarto anno Amadeus saprà di nuovo sorprenderci; interverrà Zelensky, e poi ci sarà anche Fedez. Olé! Uno dei pochi casi in Italia per cui una donna famosa non è «la moglie di», ma è il compagno «il marito della», Chiara Ferragni, raro esempio in cui lavoro e vacanza coincidono – la vita come un reality h24 che secerne post, tweet, foto, streaming, clic, scandali, indignazione – è anche la più brava di tutti a usare qualsiasi cosa come materiale narrativo. Il matrimonio, un compleanno, le malattie, la nascita dei figli, i cuoricini a Beppe Sala, quelli sulle tettine. Come ha detto Giampiero Mughini: «Gli intellettuali non sanno più raccontare il nostro tempo, solo Chiara Ferragni ne è capace». Un guardaroba personale che trabocca di smalti, collanine, orrende ciabattine, borse, borsette («la mia prima Speedy Bag di Louis Vuitton, indimenticabile!!!!»), stivali di plastica e magliette con la scritta We should all be feminists (ma anche no), la Ferragniz sponsorizza collant velati e culotte, gli Uffizi, pandori griffati, il Memoriale della Shoah, bottigliette d’acqua liscia a otto euro, il DdlZan, il concertone del Primo maggio. Tra Bella ciao e il Versace Fashion Show non c’è differenza.
(Continua su Il Giornale)

 

 

 

(Nella foto Chiara Ferragni)