Pubblicato il 02/12/2022, 11:34 | Scritto da La Redazione

Ciao Darwin: tutti assolti per l’incidente che paralizzò un concorrente

Ciao Darwin: tutti assolti per l’incidente che paralizzò un concorrente
Nessun responsabile per l'incidenteche rese tetraplegico un uomo di 54 anni. Produttori scagionati perché la vittima non stava lavorando: «Era attività ricreativa». Così Michela Allegri su Il Messaggero.

Concorrente paralizzato, tutti assolti a Ciao Darwin

Il Messaggero, di Michela Allegri, pag. 19

La sua vita è completamente stravolta dal 17 aprile del 2019: da quando ha partecipato a un gioco televisivo e, dopo un incidente in studio, è rimasto paralizzato dal collo in giù. Ieri il giudice del Tribunale di Roma ha stabilito che non ci sono responsabili per le lesioni gravissime riportate da Gabriele Marchetti, 54 anni all’epoca dei fatti, caduto rovinosamente durante il gioco dei rulli mentre partecipava a una puntata della trasmissione “Ciao Darwin“: durante il gioco del “Genodrome” era scivolato, aveva perso l’equilibrio e aveva sbattuto violentemente la testa. Marchetti, però, non si è costituito parte civile e ha ritirato la querela presentata subito dopo i fatti, visto che è stato risarcito dalle aziende responsabili dello show con una cifra consistente.
IL PROCESSO Prima del pagamento, la procura aveva disposto la citazione diretta a giudizio per quattro imputati, tra i quali due dirigenti di Reti televisive italiane, società di Mediaset e produttrice del programma. L’accusa, per tutti quanti, era lesioni colpose gravissime aggravate dal fatto di essere state commesse con violazioni della normativa sulla sicurezza nei luoghi di lavoro. Secondo il procuratore aggiunto Giovanni Conzo e il pubblico ministero Alessia Miele, titolari del fascicolo, i quattro avrebbero agito con «imprudenza, imperizia e negligenza», senza osservare le norme in materia di sicurezza e, soprattutto, senza avvisare il concorrente dei rischi che avrebbe potuto correre. Sotto accusa c’erano Sandro Costa e Massimo Porta, di Rti spa, Massimiliano Martinelli, della Maxima, società produttrice dell’attrezzatura, e Giuliana Giovannotti, della Shc 2005, incaricata della selezione, formazione e informazione dei concorrenti.
LA DECISIONE Ieri il giudice, al termine della camera di consiglio, ha fatto cadere le contestazioni a loro carico con la formula «perché il fatto non sussiste». Secondo il magistrato, infatti, non sussiste l’aggravante di avere violato la normativa sulla sicurezza nei luoghi di lavoro. È stata accolta la tesi dei difensori: non si trattava di dipendente e non si trattava di un luogo di lavoro, ma di un’attività ricreativa. Da qui l’impossibilità di procedere con la contestazione. L’avvocato Salvatore Pino, che assiste Porta, ha spiegato che, «venendo meno l’aggravante che rendeva il reato procedibile d’ufficio, è venuta meno anche l’accusa, essendo stata ritirata la querela. Di solito le assicurazioni pagano quando il fatto viene acclarato, mentre in questo caso il risarcimento è stato pagato molto prima del processo. L’azienda ha tratto insegnamenti da questa vicenda: la sicurezza è ancora più stringente, per garantire il massimo di tutela a chi accede negli spazi degli studi televisivi».
(Continua su Il Messaggero)