Pubblicato il 17/11/2022, 15:02 | Scritto da La Redazione

Cambiano i bar, ma Fiorello è sempre una garanzia

Cambiano i bar, ma Fiorello è sempre una garanzia
Notizie e battute tra maritozzi, pizzette e passanti che sbirciano una mattina con lo showman durante la diretta dal bar di Roma Nord. Così Michela Tamburrino su La Stampa.

Colazione da Fiorello

La Stampa, di Michela Tamburrino, pag. 25

“Ma che fai? Ti sfonni?” Ecco, per comprendere meglio l’atmosfera, un po’ da stadio e un po’ da goliardico raduno tra amici che solo Fiorello sa creare, bisogna capire l’idioma e soprattutto quello che Goethe definiva «stadt geist», lo spirito profondo della città, nello specifico, Roma. Ma non basta. Bisogna circoscrivere ancor più, non travalicare il concetto di zona che è meno ampio di quartiere. Fiorello te lo immagineresti ovunque tranne che lì, invece ha abitato diverse case e strade e soprattutto ha scelto quel triangolo come set ideale per le sue deliziose edicole. Tre differenti bar di notazioni opposte, salendo dal popolare che fu la prima scelta di anni fa, al borghese della penultima e ora questa, dove è impiantato “Aspettando Rai2” spin off di “Viva Rai2” in onda appunto su Rai2 dal 5 dicembre. La gastronomia indicata è Ricci, il Salumiere dal 1910. Una sorta di Cartier della ristorazione dove trovi il ciauscolo originale, il Pata Negra, i ravioli fatti in casa e il cappuccino col maritozzo, altra prelibatezza tipica della romanità de panza. Questa gioielleria degli insaccati serve Roma Nord, nello specifico Vigna Clara, Vigna Stelluti, vale a dire quell’agglomerato di Suv e di moto pesanti, signore con labbra a canotto e borse firmate, uomini con voce troppo alta e bracciale al polso, denominati con incredibile spirito caustico, “generone romano”. Tradotto, gli arricchiti un po’ burini e molto fasci. Ed è proprio qui, nel regno delle pizzicherie, mentre acquistava la provola dolce, che fu paparazzato Francesco Totti con Noemi Bocchi in una pausa di ristoro mentre visionava appartamenti di lusso. Perché è l’affaccio su questa realtà che “er Pupone” adesso brama, tra un terrazzo abusivo e un attico appena condonato, per sentirsi giusto nella sua seconda vita borghese. Fiorello no, non è di quella scuola però qui «Ce se sfonna», come appunto dice l’imitatore di qualsiasi dialetto perciò del romano del quale è diventato un cultore sopraffino.

E i romani, ricambiano in adorazione. Alle 7 del mattino sembra mezzogiorno in piazza per l’aperitivo. Il vetro protegge ma non cela, salutano e baciano dalla strada signore impazzite, lui ricambia e riprende. Al banco la processione dei selfie, Fiore non si tira indietro, fa, scherza, riprende e si riprende. Tra unabattuta e l’altra fa assaggiare quelle che secondo lui sono le proposte più guduriose del luogo, come la pizzetta secca. Benedice la partenza da quell’inferno di tentazioni, non tanto per lui ma per non veder “sfondare” i suoi adorabili vecchietti, piccoletti ma di ottimo appetito che a quattro palmenti mangiano la qualsiasi a rischio infarto di stomaco, citando Capannelle del “Ritorno dei soliti ignoti”. Fiorello è la gioia degli esercenti tutti, che con lui triplicano gli incassi. Il posto già addobbato a feste: “C’è del lucismo”, “C’è del Natalismo”, aprirebbe le porte alle 6 del mattino ma il nostro arriva alle 5,30, i camerieri sono lì a imbandire il banco, dunque lo accolgono di buon grado con un caffè doppio e un cornetto caldo. Lui poi si sistema in quello che dovrebbe essere un dehor ma che causa pandemia è diventato un salotto al chiuso protetto da vetri come è stato per tantissimi bar, allargati a dismisura sulla strada per risarcirsi delle forzata chiusura. Un vigilantes cortese ma irremovibile impedisce l’entrata ai non autorizzati che si limitano a salutare il riflesso con la manina. Ieri era ospite la troupe del Tg2 che già scalda i motori in attesa dell’insperata fortuna piovuta addosso dal cielo.
(Continua su La Stampa)

 

 

 

 

(Nella foto Fiorello)