Pubblicato il 30/09/2022, 15:05 | Scritto da La Redazione

Manifesto delle tv francesi contro i giganti dello streaming

Manifesto delle tv francesi contro i giganti dello streaming
I numeri uno di France Télévisions, TF1 e M6 intervengono su Le Monde per chiedere la rigorosa applicazione dell'accordo che regola la messa in onda dei film di prima visione. E avvertono: il cinema francese, finanziato dai loro canali gratuiti, è messo in pericolo da Netflix, Disney e Amazon Prime Video

I poteri pubblici non devono cedere al ‘diktat’ delle piattaforme

Le Monde, di Delphine Ernotte, Gilles Pelisson e Nicolas de Tavernost, pag. 33

La vitalità dell’industria cinematografica francese è il risultato di un’ambizione collettiva da parte delle emittenti francesi in chiaro e a pagamento e degli operatori del settore cinematografico (cinema, produttori, distributori), sostenuti dalle autorità pubbliche per oltre cinquant’anni per preservare l’eccezione culturale francese. Il principio è semplice: in cambio del suo investimento e del rispetto di vari obblighi, ogni operatore ha il diritto di sfruttare il film che ha finanziato o acquisito per un periodo di tempo predefinito, su base esclusiva e senza concorrenza. I periodi si susseguono quindi tra mezzi di trasmissione e pubblico: cinema, canali televisivi a pagamento, video on demand e poi canali gratuiti. Si tratta della cosiddetta cronologia dei media, che si basa su un accordo tra tutti gli attori dell’industria cinematografica, frutto di lunghe trattative e di compromessi a volte dolorosi, ma al servizio di un bene comune: l’accesso del pubblico più ampio possibile ai film più diversi. La televisione libera si è sempre impegnata a sostenere il cinema francese, la sua distribuzione e la sua diversità. Ogni anno, France Télévisions, M6 e TF1 offrono gratuitamente a tutti i francesi una varietà di film, commedie, thriller, drammi, ecc. che contribuiscono allo sviluppo di un immaginario collettivo. Nel 2021, hanno investito 144 milioni di euro in 126 film che altrimenti non sarebbero stati realizzati. All’inizio di quest’anno, il nuovo accordo sulla cronologia dei media ha favorito le piattaforme americane a pagamento come Netflix, Amazon Prime Video o Disney+, mettendole davanti alla televisione gratuita.

Anche Canal+ ha beneficiato di un anticipo della finestra cronologica. I canali televisivi in chiaro hanno giocato la partita, anche se l’arrivo di questi nuovi attori con potere finanziario internazionale li sottoporrà probabilmente a una maggiore concorrenza. I canali hanno accettato che le piattaforme a pagamento possano trasmettere film prima di loro, nonostante il modestissimo contributo aggiuntivo che questi servizi apportano – circa 5o milioni di euro all’anno, cioè meno della metà di quello della televisione gratuita. Il mantenimento delle regole esistenti e della trasmissione esclusiva, come per tutte le altre emittenti, è il minimo che ci si potesse aspettare e che è stato ottenuto dai canali gratuiti. Tuttavia, non appena la nuova cronologia è entrata in vigore, lo studio americano Disney, che non aveva voluto firmare il testo, lo ha reinterpretato a suo piacimento per eliminare l’esclusività della televisione gratuita e rafforzare così la sua strategia di esclusività per il proprio servizio di abbonamento. A sostegno: ricatti e minacce di ritirare i suoi film dalle sale. Netflix, che aveva firmato l’accordo, ha approfittato di questo vento americano di protesta per rimetterlo in discussione in segno di solidarietà.
(Continua su Le Monde)

 

 

 

(Nell’immagini le principali Tv francesi)