Pubblicato il 26/09/2022, 19:02 | Scritto da La Redazione
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Nino Frassica: “Oggi di tv ce n’è tanta, la qualità è rara ma c’è”

«Punto al Quirinale e ci arriverò»

Libero Quotidiano, di Paola Pellai, pag. 28

Nino Frassica è talmente surreale che è impossibile non volergli bene. E un Ionesco e un Magritte messi insieme, scardina la logica delle parole e pennella la realtà con i colori dell’assurdo: il suo “frassichese” è un linguaggio universale che porta sorriso e divertimento. Frassica è “dentro” i nostri televisori dal 1985 quando Renzo Arbore lo volle con sé a Quelli della notte da allora la sua genialità non ha conosciuto soste. II 27 settembre esordirà come voce narrante nella nuova edizione del reality Il Collegio su Rai2 e da ottobre sarà di nuovo al tavolo di Che tempo che fa con Fabio Fazio su Rai3. Ma non è tutto…

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La riconoscenza è merce rara, ma non c’è una sola intervista in cui lei si dimentichi di ringraziare Renzo Arbore.

«Gli lasciai un paio di messaggi divertenti in segreteria, mi richiamò. Sono stato intelligente a rivolgermi a lui, sapevo che se avessi bussato ad altre porte non sarei stato capito o piaciuto all’istante. Io ero un figlio di Alto Gradimento, la mia comicità era molto simile a quella di Arbore. Lui intuì subito che potevo fare qualcosa di buono in tv, ci siamo incontrati senza più lasciarci. Lo ringrazio anche in questa occasione».

Viviamo nell’era dei tuttologhi. I palinsesti televisivi sono invasi da Vip che, di volta in volta, si trasformano in virologi, avvocati, sindacalisti, Robin Hood…

«Un’abitudine da stoppare. Gli stessi Vip dovrebbero rifiutarsi di esprimersi su temi di cui non hanno alcuna competenza, ma pur di conquistarsi uno spazio in tv parlano di tutto sapendo poco o niente. La televisione insegue volti conosciuti come se il parere di un Vip fosse più importante di quello di uno sconosciuto ma preparato. Anche in questo caso occorrerebbe applicare la meritocrazia e dare spazio alla competenza. Quando a me chiedono un parere su un tema o un problema che non conosco, io non mi trasformo in un opinionista ma mi limito a scherzarci sopra. Che poi è quello che so fare e faccio abitualmente».

Si ritrova nella tv odierna?

«Oggi di tv ce n’è tanta, la qualità è rara ma c’è. Mi piace quando sperimenta e quando scoperchia verità scomode. Seguo Superquark e Report e adoro la comicità stralunata di Lundini, Maccio Capotonda, Elio e Checco Zalone».

Lei non si fa mancare nulla: è direttore e pure vicedirettore dell’ipotetica testata giornalistica Novella Bella. Quali sono state le notizie top dell’estate?

«La separazione di Francesco Totti che guarda caso ha coinciso con quella di Ilary Blasi. Un colpaccio, anzi un doppio colpaccio. Già, sarebbe bastato Totti per fare il boom di vendite e invece si è a. unta pure Ilary. E poi ho sentito che è ritornato Mark Caltagirone, ce lo ritroveremo quest’inverno a riempire i pomeriggi di Barbara d’Urso».

Su Canale 5 la miniserie Fratelli Caputo con lei e Cesare Bocci ha fatto grandi numeri. I124 agosto ha addirittura battuto l’ultima puntata di Superquark con Piero Angela…

«E andata molto bene. È una fiction per le famiglie che ha raccontato un’Italia dove vincono le persone per bene. E piaciuta così tanto che i telespettatori ci hanno già chiesto una seconda serie. Non è detto che non ci sia perché abbiamo lasciato un finale aperto. Noi siamo pronti, ma prima ci sono tante cose organizzative e produttive da risolvere. Si, abbiamo battuto Superquark che non è cosa da poco ma sono due programmi molto diversi tra loro, per questo non mi sento in colpa con Piero Angela. Io stesso l’ho seguito: un programma lo vedi in diretta, l’altro lo registri».

Lei nel tempo ha la stessa resistenza di Ridge in Beautiful: in Don Matteo interpreta il maresciallo Cecchini dal 1999…

«Sto già lavorando alla prossima edizione che sarà la 14a. La mia è ormai una vita parallela: sono Frassica e anche Cecchini che conosco talmente bene da avergli, anno dopo anno, trasmesso molti lati del mio carattere. Ci assomigliamo così tanto che mi è naturale interpretarlo. Non posso tenere la divisa da maresciallo nell’armadio di casa ma ce l’ho sempre appiccicata al cuore».

Sarà la voce narrante ne Il collegio: una bella rivincita per uno che è stato bocciato due anni.

«Mi sono diplomato ragioniere nonostante due bocciature sulle quali non recrimino nulla. Non è che non studiavo, semplicemente accumulavo troppe assenze. Io avevo cambiato genere di scuola, ne avevo scelta una su misura per me: invece di andarmi a sedere al tradizionale banco con i miei compagni, scappavo al cinema. Ero affamato di film e di recitazione. Quella è stata la mia scuola, quella che ho più sentito mia».
(Continua su Libero Quotidiano)

 

 

 

(Nella foto Nino Frassica)