Aldo Grasso: C’è qualcosa che non va a 90º Minuto
«90° minuto» e quegli ex calciatori che non prendono posizione
Corriere della Sera, di Aldo Grasso, pag. 55
Alla sesta giornata del campionato di Serie A, 90′ minuto conferma le impressioni iniziali: c’è qualcosa che non va. Non dico per tornare ai tempi d’oro (questo è impossibile) ma per svolgere con maggiore completezza il suo compito. Cos’è che non va? Perche non svolge fino in fondo la sua funzione di servizio pubblico? Non è facile trovare risposte a queste domande, proviamo a procedere per gradi. Il difetto principale, come molte altre trasmissioni sportive, è che anche go’ minuto parla principalmente delle squadre più forti: Inter, Napoli, Milan e Juve. Capisco che una tv a pagamento debba fare i conti con gli abbonamenti e i bacini d’utenza, ma la Rai dovrebbe dare pari dignità al Monza come ad altre squadre, a prescindere dal numero di tifosi. Il difetto principale è che a commentare le partite sono stati chiamati degli ex calciatori come se il ruolo del giornalista fosse ormai del tutto superfluo. Gli ex calciatori sono «personaggi» inseriti nel mondo dello spettacolo e per resistere non devono mai prendere posizione. Marco Tardelli è una vita che si barcamena nei giudizi né carne né pesce, Lele Adani si crede ormai un poeta delle tattiche e Milena Bartolini dice cose di buon senso, non oltre
(Continua sul Corriere della Sera)
(Nell’immagine la sigla di 90º minuto)