Devi fare un film o una serie animata? Ti finanzio con gli NFT
Come gli NFT potrebbero trasformare le serie e i film d’animazione
Les Echos, di Fabio Bendetti Valentini
I campioni del Web partecipativo (Web3) sognano un futuro in NFT (Not Fungible Token) per le opere audiovisive e i film di animazione. Nonostante le turbolenze che da qualche mese scuotono la sfera dei bltcoin e delle criptovalute, venerdì scorso, ad Annecy, l’ultimo grande dibattito “commerciale” del Mercato Internazionale del Film d’Animazione (Mlfn) ha dato spazio ai “token”. Secondo i sostenitori delle NFT, questi oggetti digitali potrebbero trasformare profondamente il legame tra il pubblico e i creatori di audiovisivi, rivoluzionando i meccanismi di finanziamento dei film e delle serie animate. Anche se, per loro stessa ammissione, non tutti gli esperimenti in corso avranno successo.
Di recente l’euforia che circonda le criptovalute ha lasciato il posto a una forma di disillusione che assomiglia a un crollo, ma a lungo termine dovremmo assistere a una fase di industrializzazione dei “token”, afferma Marie Warshaw. In effetti, collezioniamo tavole di animazione da almeno 70 anni”, afferma Max Howard, ex dirigente della Disney e della Warner Bros. “Quindi c’è una base per l’industria: si tratta ora di passare a una nuova piattaforma con gli oggetti da collezione digitali”, dice il britannico, che ora è un consulente e produttore indipendente con sede in Florida. Grazie alla tecnologia decentralizzata e sicura di blockchaln, l’acquisto di un NFT dà accesso a bonus e all’appartenenza a un fan club. Quando si sa che il successo di un franchise di anime ruota attorno a personaggi e storie fantastiche che catturano l’immaginazione di diverse generazioni.
Da un’opera letteraria e dai suoi adattamenti sullo schermo, cosa potrebbe essere più naturale che considerare nuovi adattamenti in NFT? Questo è ciò che pensa il Bureau of Maglc, che ha realizzato la serie Adventures of Oz. Per i bambini e le famiglie, questi NFT danno accesso a numerose esperienze sia immersive nell’universo di Oz (stampa 3D di giochi, cortometraggi esclusivi, ecc.) sia educative, come i campi di kobke e Minerai e wnmer, dove i bambini imparano le basi della mezzadria giocando. È un’inversione del modello abituale, in cui si investono i propri soldi in una sceneggiatura in cui si crede, ma solo quando viene distribuita si può capire se funzionerà o meno”, afferma Patrice Poujol, responsabile di Lumière, una società di produzione con sede a Hong Kong. “Al contrario, con la blockchain costruiamo un ambiente in cui il pubblico può aderire a un progetto creativo. Si può sapere in anticipo se un’opera avrà successo, ma è il pubblico stesso che decide di spendere soldi per essa.”
NFT, la nostra arma di “crowdfunding” audiovisivo?
Lo pensa anche Yannick Bossenmeyer, direttore generale Cascade8 che, con la società di Patrice Poujol ha condotto i primi test di finanziamento partecipativo dei film tramite blockchain già alcuni anni fa. Le due società stanno moltiplicando i progetti NFT, spesso per sviluppare opere di animazione. Se gli e-token ¦ presentano diversi vantaggi (tracciabilità, immutabilità, trasparenza) in grado di migliorare e accelerare la gestione dei flussi di entrate e quindi di ampliare lo spettro degli investitori in opere audiovisive, ci sono anche delle zone d’ombra, ammette Patrice Poujol Ad esempio, gli NFT permettono di partecipare a un’opera senza conferire realmente i diritti d’autore al titolare, sottolinea. Questo potrebbe significare un problema per gli avvocati…