Pubblicato il 20/06/2022, 11:32 | Scritto da Francesco Sarchi
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Dazn-Tim-Serie A, un bilancio disastroso

Diritti tv a Dazn Cronaca di un disastro annunciato per Tim e per il calcio italiano

Il Fatto Quotidiano, di Paolo Ziliani

Quando nella primavera scorsa la Lega di Serie A cedette i diritti-tv del triennio 2021-2024 a Dazn per una cifra inferiore a quella del triennio precedente, l’ultimo targato Sky (930 milioni contro 973,3), tutti pensarono: i presidenti sanno quel che fanno, l’addio a Sky dopo 18 anni schiude evidentemente al calcio italiano orizzonti migliori.

La situazione

Ebbene, al termine della prima stagione della Nuova Era tv la situazione è questa.

1) Rispetto al campionato 2020-21, il primo campionato dell’era-Dazn ha registrato un crollo di spettatori, ufficialmente certificato da Auditel, del 29,9%: se nell’ultimo anno-Sky gli spettatori complessivi delle partite erano stati 242 milioni, nel primo anno-Dazn gli spettatori si sono fermati a 170 milioni.

2) Tim, che concorre alla spesa di Dazn (840 milioni a stagione) per 340 milioni, preso atto del colossale flop degli abbonamenti ha silurato l’Ad Gubitosi e chiede a Dazn uno sconto di 100 milioni per ognuno dei tre anni del contratto; in alternativa il nuovo Ad Labriola medita di disfarsi dell’intero accordo, che pesa per oltre un miliardo, anche se la rivendita ad Amazon o alla stessa Sky non si profila semplicissimo.

3) Dopo un anno trascorso a magnificare i dati d’ascolto (farlocchi) forniti da Dazn attraverso Nielsen, anche Mediaset, che detiene l’esclusiva per la raccolta pubblicitaria con Digitalia 08, propaggine di Publitalia, ammette il flop: la raccolta pubblicitaria è stata un bagno di sangue e Digitalia chiede ora a Dazn uno sconto sul minimo garantito, che non è nemmeno stato sfiorato a dispetto della nascitafuori tempo massimo di nuovi programmi come Saturday Night Square e Supertele rivelatisi ininfluenti.

4) Dazn, a lungo nell’occhio del ciclone per la qualità pessima, specie nei primi mesi, del suo streaming, e per disservizi vari, ha appena annunciato le nuove condizioni per gli abbonamenti del secondo anno: più cari e più restrittivi. L’ondata di proteste è stata immediata: ma come, dice lagente, siete stati un disastro e invece di scusarvi ora alzate i prezzi e restringete le condizioni di utilizzo? Le disdette han già cominciato a piovere copiose.

5) L’Antitrust, che ha aperto un’istruttoria sul conto di Dazn e Tim per “possibili violazioni della concorrenza” (l’impossibilità di Dazn di “proporre sconti agli utenti” e di “scegliere ulteriori modalità di trasmissione”; l’impossibilità per altri operatori di banda larga di “applicare sconti” o concedere ai propri clienti `voucher promozionali”) ha rigettato gli impegni dei due operatori: che ora rischiano sanzioni fino a110% del fatturato (il procedimento terminerà entro il 31 marzo prossimo).

6) La vendita dei diritti-tv della Serie A è in picchiata anche sul mercato estero: dopo i 370 milioni a stagione incassati nell’ultimo triennio, oggi si è fermi a196 milioni (crollo del 40%) messi assieme con i 139 milioni pagati da Infront per Europa, Africa, Asia, Centro e Sud America e i 57 di Cbs per gli Usa. 7) E alla fine, indovinate un po’? Ebbene sì, puntuale come le tasse è tornata di moda, nell’ultima assemblea di Lega, la discussione sulla costituzione di una newco, una società indipendente che si occupi della gestione dei diritti tv e degli altri asset commerciali della Serie A. E sì, si è parlato a lungo anche della Lega che produca in proprio le partite per poi rivenderle ai migliori offerenti. Per l’esattezza, se ne discute dal Giurassico.

 

 

(Continua su Il Fatto Quotidiano)

 

 

(Nell’immagine Dazn)