Pubblicato il 04/01/2022, 17:03 | Scritto da La Redazione
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Gli Ott guadagnano sulla tv tradizionale: fuga dei giovani dopo il lockdown

Italiani in fuga dalla televisione, i giovani e i laureati guidano l’esodo

Il Quotidiano del Sud, pagina 10, di Marco Mele.

Il nuovo terzo polo nell’ascolto della televisione ha un nome sconosciuto alla maggior parte degli utenti tv. Si chiama “Altre tv terrestri”. Ma sarebbe più esatto chiamarlo, invece, con nomi conosciuti dagli utenti: Netflix e Prime Amazon. Altre novità del periodo 26 settembre-27 dicembre: Italia1, in questi primi mesi della stagione televisiva rilevata da Auditel, supera Rai2 in prima serata. Le famiglie straniere non vedono meno televisione rispetto al 2020, sono le famiglie e gli individui italiani a stare meno davanti all’apparecchio tv. Senza lockdown, i giovani riprendono ad abbandonare la televisione più degli anziani e i laureati più di chi ha la licenza elementare o la media inferiore. Le regioni del Sud hanno un calo di ascolti inferiore a quelle del Nord.

Auditel registra i cambiamenti che avvengono nel consumo di televisione della società italiana e nella società stessa: nella prima parte di questa stagione televisiva le sorprese non mancano, secondo le elaborazioni di Studio Frasi sul periodo 26 settembre-27 dicembre 2021, confrontato con i due precedenti periodi omogenei del 2020 e del 2019. Nella precedente stagione, il lockdown aveva fatto crescere l’ascolto televisivo, che quest’anno cala e torna poco al di sotto dei livelli del 2019. L’ascolto totale della tv scende del 12,45% da quest’anno al 2020, con quasi un milione e mezzo di audience persa nel giorno medio, mentre rispetto al 2019, nell’era pre-Covid, il calo è del 3,9%, pari a 414mila individui in meno. Quanto ai singoli editori, tutti perdono ascolti nel 2020, tranne Dazn, che cresce del 214% grazie alla serie A e agli eventi sportivi.

L’innovazione fa male alla Rai

La Rai perde più di Mediaset sul 2020: la ragione principale è stata la decisione di trasmettere dal 20 ottobre i nuovi canali digitali Rai solo nel nuovo standard televisivo intermedio Mpeg4, che non può essere ricevuto dai televisori di vecchia generazione, con i quali è impossibile ricevere canali tv in HD. Da gennaio a marzo, regione per regione, toccherà a RaiNews24. Così la Rai perde oltre mezzo milione di ascolti nel giorno medio sul 2020 e 228mila sul 2019 (-6,1). Ma le reti generaliste perdono meno rispetto all’insieme dei canali Rai: si tratta del 12,1% sul 2020 e del 2,8% sul 2019. I nuovi canali Rai, invece, perdono il 22,5% dell’audience nella prima parte di questa stagione e il 19,5% rispetto al 2019.

Troppi schermi vecchi per la nuova tv

Nelle case degli italiani, secondo il rapporto Censis-Auditel, presentato a novembre 2021, ci sono 43 milioni e 100mila apparecchi televisivi. Sono ben 27,7 milioni, più della metà, posseduti da 12 milioni di famiglie quelli che non vedrebbero la tv con il nuovo standard a regime del DVB-T2. Ma tra questi ci sono 8 milioni e 400mila apparecchi, concentrati nelle mani di tre milioni di famiglie, pari al 12,8% del totale, che non hanno i requisiti per vedere i canali in HD trasmessi solo nello standard Mpeg4. Questi 8,4 milioni di apparecchi non sono più in grado di rendere visibili i canali digitali della Rai dal 20 ottobre in poi.

Va tenuto presente che i contenuti televisivi non si vedono solo dai tradizionali apparecchi tv. Nelle case italiane, nel 2021, ci sono 119 milioni e 400mila, schermi, una media di cinque a famiglia, di cui 48 milioni di smartphonee 15 milioni di Smart Tv in grado di connettersi alla Rete e guardare le applica. ioni previste dal proprio televisore. Quattro milioni di individui navigano in Internet attraverso la Smart Tv ma, in particolare, 7,3 milioni di italiani guardano su internet programmi televisivi che vanno in onda contemporaneamente sulla televisione lineare trasmessa su frequenze terrestri o satellitari, mentre 4,2 milioni lo fa con lo smartphone.

Arrivano gli americani

Le innovazioni tecnologiche, insomma, hanno un effetto sul consumo di televisione, causa un tasso di ricambio degli apparecchi e dei decoder troppo lento per i tempi del loro arrivo. Uno scenario, quest’ultimo, da tenere presente quando si illustra la vera novità che si colloca negli ascolti subito dopo Rai e Mediaset. Il gruppo del Biscione perde meno ascolti della Rai sul 2020 (ma subisce un calo analogo sul 2019, pari al 6,2%) grazie ai suoi canali digitali rimasti visibili quasi tutti per tutti i televisori, tranne TgCom24. Il terzo editore della televisione italiana dietro Rai e Mediaset è rappresentato dalle “Altre tv terrestri”.

All’interno di questo gruppo a fare la parte del leone sono Netflix e Prime Amazon (che vi entrano, peraltro, solo quando sono ricevuti su una SmartTv collegata alla Rete; non è compresa in questi dati la ricezione di Netflix e Amazon su smartphone, pc, tablet e altri terminali mobili). Le altre tv terrestri hanno un audience, nel giorno medio, superiore a Discovery, a Sky e a La7. È importante sottolineare la crescita sul 2019, pari al 34,7% di audience media. Si tratta dell’unico editore a incrementare gli ascolti sul 2019, oltre a Dazn e ai nuovi canali digitali di Mediaset, che vedono crescere la loro audience del 14% rispetto al periodo precedente la pandemia. Il consumo di contenuti televisivi, insomma, sta cambiando, si moltiplica sui vari schermi in dotazione alle famiglie, mentre nuovi attori internazionali, che investono anche su contenuti italiani, entrano prepotentemente in scena nel sistema televisivo.
(Continua su Il Quotidiano del Sud)