Pubblicato il 07/12/2021, 15:02 | Scritto da La Redazione
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L’epopea di Massimo Ferrero: cinema, calcio e la passione per la televisione

L’epopea di Massimo Ferrero: cinema, calcio e la passione per la televisione
La nostra rassegna stampa, con gli estratti degli articoli più interessanti: il presidente della Sampdoria è stato arrestato in seguito a un’inchiesta su il fallimento di quattro società operanti nel settore alberghiero, turistico e cinematografico con sede in provincia di Cosenza. Ecco un profilo del Viperetta di Massimo Donelli sul “Quotidiano Nazionale”.

Dal carcere minorile alla Serie A. La carriera da film del Viperetta

Quotidiano Nazionale, pagina 11, di Massimo Donelli.

Storia di Massimo Ferrero, settanta anni, originario del quartiere Testaccio. Storia di un italiano, con tratti da istrionica macchietta che appartengono alle commedie cinematografiche degli Anni Sessanta. Storia di un Bel Ami de noantri, che s’avvinghia all’ascensore sociale e sale, sale, sale, sale, sale fino al vertice di un club di Serie A, la Sampdoria. Prima soprannominato “Er Gatto” (quand’era stato rinchiuso nel carcere minorile di Porta Portese) oggi conosciuto come “Er Viperetta” («Un pomeriggio in un teatro di posa mi ha fermato un costumista gay. Ha osato mettermi una mano al culo. L’ho insultato e gli ho dato anche una testata. Più lo menavo e più questo sembrava godere. “Bravo, sì, dai, mena, Dammene ancora! Vipera, vipera, picchiami vipera!”, mi diceva quello. Ecco. Così sono diventato il Viperetta»), Ferrero ha scritto un libro autobiografico intitolato Una vita al Massimo), si firma su Twitter «Una vita da cinema» e a Sanremo 2015 ha cantato Vita spericolata. Già qui si capisce tutto dell’uomo.

Nipote di una soubrette dell’Ambra Jovinelli, figlio di un autista di bus («II sor Vittorio, mio padre, era un paraculo. Ha lavorato all’Atac, ha vissuto nel suo mondo, era un intellettuale») e di una fruttivendola («Ho preso tutto da mia madre, era un “carabiniere”. Aveva bancarelle di frutta in piazza Vittorio, insomma portava avanti la baracca»), appassionato di cinema da sempre, Ferrero si lascia alle spalle i guai giovanili (e «l’odore dignitoso della povertà») quando incontra Laura Sini, ereditiera de I Buonatavola Sini, sei caseifici di Nepi (Viterbo) specializzati nella produzione del pecorino romano. Dal matrimonio nasce Emma. Ma Massimo ha già Vanessa e Michele, figlie di primo letto. E con l’attuale compagna, Manuela Ramunni, nel 2013 diventerà papà di Rocco Contento e, nel 2016, di Oscar. Cinque figli, quindi, una lite giudiziaria rovente con l’ex moglie, la vita spesa tutta nel mondo cinematografico.

Il cinema

Comincia da ragazzino («Andavo a bussare da Giuliano Gemma che era già un grande attore. Scappavo di casa verso le cinque di mattina e andavo con lui a Cinecittà, mi nascondevo nelle ceste che caricavano sui camion. Una volta sono finito addirittura a Napoli!»), parte come factotum, diventa autista, infine direttore di produzione. Fa l’attore in tre film (Ultrà, Camerieri, Poveri ma ricchi). Lavora con Dino Risi, Gianni Morandi, Tinto Brass, Monica Vitti.

Compra sessanta sale cinematografiche e il Teatro Adriano di Roma. Diventa il proprietario della compagnia aerea Livingstone, poi fallita. E, infine, guadagna il palcoscenico sociale quando i fratelli genovesi Edoardo, Vittorio e Alessandro Garrone, della potentissima dinastia di petrolieri (ricordate il marchio ERG?), gli regalano letteralmente la gloriosa Sampdoria, azzerando tutti i debiti con le banche e assicurandogli fideiussioni bancarie per circa 35 milioni di euro.

La tv lo ama

Per nulla frenato dai guai giudiziari, da lì in poi Er Viperetta impazza nelle televisioni. E non parliamo solamente nei programmi sportivi. Nelle reti del piccolo schermo se lo contendono L’Aria che Tira, Quelli che il lunedì, In barba a tutto, Estate in diretta, Oggi è un altro giorno, Pomeriggio 5… Lui ricambia le “avances” riempiendo le comparsate di parolacce e liti. Ora, c’è da scommetterlo, saranno impazienti di averlo in esclusiva quando uscirà (come direbbe lui) «dar gabbio» e chissà quante altre ne avrà da raccontare…
(Continua su Quotidiano Nazionale)

 

(Nella foto Massimo Ferrero)