Pubblicato il 14/10/2021, 17:02 | Scritto da La Redazione
Argomenti: ,

L’estrema originalità di Squid Game è l’estrema angoscia

L’estrema originalità di Squid Game è l’estrema angoscia
La nostra rassegna stampa, con gli estratti degli articoli più interessanti: il critico tv del “Corriere della sera” recensisce la serie tv cult di Netflix e spiega perché tutti la amano.

Squid Game, un dramma fatto di violenza e sorveglianza

Corriere della sera, pagina 47, di Aldo Grasso.

La serie di cui tutti parlano è Squid Game. Un tempo, il cinema coreano veniva usato per prendere in giro i cinefili più accaniti, capaci di sorbirsi anche quella cinematografia aliena con didascalie in tedesco. Dopo il successo di Parasite, la Corea del Sud è la nuova frontiera dell’immaginario. Squid Game è un dramma della sopravvivenza firmato Netflix, nato da un’idea del regista Hwang Dong-hyuk e il cui titolo fa riferimento a un popolare gioco per bambini coreano che utilizza una tavola a forma di calamaro.

Seong Gi-hun (Lee Jung-jae) ha 47 anni, è sommerso dai debiti, con un matrimonio fallito alle spalle, una figlia di cui ha perso la custodia e una madre gravemente malata. Viene avvicinato da un misterioso uomo d’affari che gli propone di partecipare a una serie di vecchi giochi per bambini in cambio della promessa di una solida vincita in denaro. Rinchiuso in un luogo sconosciuto insieme ad altre 456 persone con gli stessi problemi, scopre un ambiente fatto di violenza e sorveglianza. Squid Game è un luogo della disperazione dove uomini che non hanno più nulla da perdere si sottopongono all’estrema afflizione. Ci sono momenti in cui la serie ricorda Hunger Games, altri in cui rievoca Most Dangerous Game, ma la sua estrema originalità (l’estrema angoscia) sta nella sua costruzione formale, pressoché geometrica.
(Continua su Corriere della sera)

 

(Nella foto Squid Game)