Pubblicato il 11/10/2021, 19:04 | Scritto da La Redazione

Basta fare gli snob con le star dei social network

Basta fare gli snob con le star dei social network
La nostra rassegna stampa, con gli estratti degli articoli più interessanti: Ferragnez, Khaby Lame e il fenomeno Me contro te sono solo alcuni fulgidi esempi della nuova economia digitale. Che ormai sta conquistando anche i media tradizionali, come il cinema.

L’intrattenimento sui social è una fabbrica dell’immaginario

Domani, pagina 14, di Luca Barra.

In questi primi, timidi mesi di ripartenza della stagione cinematografica italiana, dopo le chiusure e con il green pass, è stato soprattutto un titolo a colpire l’attenzione: un film che nel giro di poche settimane ha raccolto ben cinque milioni di euro e convinto quasi 800 mila persone (dati Cinetel), poco sotto a Dune e di poco sopra a Fast&Furious o al nuovo Marvel. Si tratta anche in questo caso del singolo tassello di un racconto a puntate, ma Me contro te. Il mistero della scuola incantata è soprattutto l’ennesima consacrazione di un fenomeno, quello dei Me contro te appunto con i due giovani fidanzati Luì e Sofì e un mondo fatto di supercattivi e tanto slime -, nato e sviluppatosi mediante i video su YouTube, esondato poi in libreria e infine approdato al cinema.

All’inizio dell’estate, invece, aveva generato discussioni e curiosità la notizia che ci fosse un nuovo italiano più seguito al mondo su Instagram e TikTok, Khaby Lame, un ventunenne nato in Senegal, ma cresciuto a Chivasso, diventato famoso per brevi, fulminanti clip di reazione comica e finto-distaccata ai tanti fenomeni “virali” dall’effimero successo di questi social basati sul video; ne sono seguite le partnership con la Juventus e la passerella alla Mostra del cinema di Venezia. Sul finire della bella stagione, invece, è tornata protagonista la seconda italiana più seguita al mondo sui social, Chiara Ferragni, che insieme al marito Fedez e ai figli Leone e Vittoria dà vita a un formidabile e ininterrotto video-reality show: prima la foto di un litigio finita su un settimanale invece che nelle stories, ovviamente subito diventata meme; poi la riparazione-prosecuzione con la sorpresa di lui a lei per il terzo anniversario di matrimonio, al largo del lago di Como, con tanto di nuova canzone (e singolo: «Litigare con te è meglio del cinema»); da ultimo l’annuncio di una serie di otto puntate sulla loro vita insieme, The Ferragnez, prodotta da Amazon (to be continued…).

Cambio di paradigma

Me contro te, Khaby Lame e Ferragnez sono però solo tre fra gli esempi più appariscenti di un cambio di paradigma profondo. Di una narrazione nuova e ormai solidamente aggregata al sistema dei media, alla cultura pop e alla celebrità contemporanea, e che dai bordi è arrivata al centro, accolta da nasi arricciati o speculari entusiasmi, ma ancora, in fondo, tutta da capire. E ad aiutarci in questa decodifica, da poco è uscito in traduzione italiana un libro, Social media entertainment. Quando Hollywood incontra la Silicon Valley di Stuart Cunningham e David Craig, sedicesimo volume della collana SuperTele di Minimum fax: una ricerca accademica che prende sul serio un settore emergente e ora trionfante, tracciandone i confini e raccontandone lo sviluppo, spiegandone le logiche profonde, mostrandone con inedita franchezza il “dietro le quinte”, la costruzione attenta di ogni cosa.

Facendo ampio ricorso a dati e interviste ai protagonisti, i due autori scavano nello scenario anglofono, americano e non solo, di un’industria dell’intrattenimento social che si è diffusa parallela anche altrove, Italia compresa, sempre discussa, ma finora senza ricognizioni sistematiche: un mezzo (in apparenza) istantaneo come il video online rischia infatti di portarci spesso a essere altrettanto istantanei nell’analisi, a stare in superficie, seguendo ogni piccola svolta senza però intercettare le traiettorie di fondo.

Lo spazio mediale

Come prima mossa, Cunningham e Craig tracciano i confini di questo nuovo spazio mediale, così da individuare con precisione i soggetti dell’analisi. Tante sono le parole usate per indicare chi realizza e condivide contenuti (testi, fotografie, soprattutto video) negli spazi online: influencer, youtuber, twitcher, o in generale streamer sono tasselli di una terminologia rigogliosa ma evanescente, e ogni vocabolo porta con sé differenti sfumature di senso e spesso specifiche strategie di marketing. In un settore in cui ogni testo è divenuto content, il libro adotta la denominazione di creator, a sottolineare il ruolo creativo e produttivo di questi soggetti sempre «impegnati nella commercializzazione e nella professionalizzazione di sé, che generano e diffondono contenuti originali per incubare, promuovere e monetizzare il loro brand multimediale sulle principali piattaforme di social media sia in modalità offline».

Il social media entertainment (Sme), creator dopo creator, si è ritagliato uno spazio diverso, per quanto comunicante, dai mezzi di comunicazione classici, e costituisce l’altra metà del video digitale, distinto da Netflix e dalle altre piattaforme, uno spazio dove la creatività “dal basso” e amatoriale si è rapidamente trasformata in impresa, sviluppando formati editoriali e pubblicitari inediti, costruendo relazioni e comunità: i creator sui social incontrano un ampio numero di follower, e questo legame cambia tutto.
(Continua su Domani)

 

(Nella foto Chiara Ferragni e Fedez)