Pubblicato il 04/10/2021, 17:01 | Scritto da La Redazione
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Dazn e Rete: i professori rettificano le dichiarazioni fatte a Domani

Dazn e Rete: i professori rettificano le dichiarazioni fatte a Domani
La nostra rassegna stampa, con gli estratti degli articoli più interessanti: non è solo colpa dell’OTT che trasmette in esclusiva le partite di Serie A se il segnale è disturbato, perché ci sono gravi lacune infrastrutturali. Ma arriva la rettifica degli esperti

Dietro ai disservizi di Dazn ci sono problemi strutturali. E non si risolveranno a breve

Domani, pagina 11, di Alessandro Longo.

I disservizi della Serie A in streaming su Dazn sono ormai una questione politica che, a quanto risulta a Domani, è al vaglio dell’Agcom (Autorità garante delle comunicazioni). Secondo alcuni dei principali esperti di telecomunicazioni in Italia il problema è questo: la rete italiana proprio non ce la fa, allo stato attuale, a garantire una trasmissione di calcio in streaming (su Internet) di qualità adeguata. Senza blackout né cali della risoluzione video. «Il calcio è uno sport importante in Italia, il suo arrivo via Internet può essere un fattore di innovazione delle abitudini degli italiani», spiega Mirella Liuzzi (M5s), sottosegretaria al ministero dello Sviluppo con lo scorso governo e tra i promotori di una risoluzione bipartisan della Camera, a settembre, per impegnare il governo a risolvere il problema. Governo che, nella figura di Anna Ascani (sottosegretaria al Mise) si è già attivato sulla questione la società inglese Dazn, in partnership con Tim, si è aggiudicata i diritti per trasmettere le partite della Serie A 2021-2024.

Lo fa tramite Internet e sfruttando la connessione dell’utente. Fin dalla prima partita ci sono stati disservizi. Due, gravi, hanno interessato tutti gli utenti. Dazn se n’è attribuitala responsabilità, ha offerto indennizzi e comunicato all’Agcom che la colpa è stata di due problemi software (nella piattaforma usata), già risolti. Sempre all’Agcom gli operatori hanno riferito di non avere mai registrato congestioni sulla rete.

Questione di rete

I disservizi però, soprattutto in provincia, sono proseguiti. Gli operatori e Dazn stanno cercando di convincere Agcom che la colpa è dell’utente una connessione lenta o un wi-fi intasato. Ma è responsabilità anche degli operatori se la connessione degli utenti è un punto debole. Connessioni della migliore qualità, di tipo gigabit, coprono solo il 10 per cento degli italiani, secondo stime di Goldmedia Analyse, rielaborate da Maurizio Dècina, decano delle telecomunicazioni (professore del Politecnico di Milano) e ora consigliere del ministro all’innovazione Vittorio Colao. Ci battono Germania, Regno Unito (di gran lunga) e Francia. Il sospetto che si fa strada fra gli esperti, e sul tavolo di Agcom, è più grave: che la rete italiana sia inadeguata non lato utente, ma lato operatore, nella sua infrastruttura.

Le condizioni della gara

Quando Dazn ha fatto l’offerta migliore per aggiudicarsi i diritti, marzo 2021,le società della Serie A si sono poste la domanda se Dazn e la rete italiana, fossero in grado di reggere la sfida. E lo hanno chiesto ad alcuni consulenti, tra cui Francesco Vatalaro, professore all’università La Sapienza di Roma. Vatalaro ha detto che la rete avrebbe retto solo a patto di interventi importanti: una nuova codifica del segnale – che Dazn non ha ancora introdotto – e una distribuzione dei contenuti (il calcio) più vicina a casa dell’utente. Se il contenuto è più vicino all’utente, ci sono meno inefficienze su Internet e la qualità è più garantita. Dazn è intervenuta con Tim mettendo una trentina di cache (memorie) nelle reti degli operatori, che richiedono un investimento di 200 mila euro l’una. Il contenuto così arriva all’utente non dalla rete centrale, ma da più vicino: dalla cache appunto.

Tim ha anche investito in una tecnologia (multicast, costata circa 100 milioni di euro dicono fonti vicine all’operazione) per semplificare i flussi di dati e alleggerire la rete. L’Agcom, con un atto di indirizzo a Dazn e agli operatori ad agosto, aveva chiesto quegli interventi; riservandosi di monitorare la situazione per capire se servissero altre cache. È proprio questo il punto. «Servirebbero circa cento cache, una a provincia italiana, per avere una qualità ottimale», dice Vatalaro.
(Continua su Domani)

Riceviamo e pubblichiamo le rettifiche fatte dai due professori  interpellati dal quotidiano Domani:

Professor Maurizio Décina: «Il problema non è la copertura, ma il tasso di adozione, e cioè gli abbonamenti a un Gigabit, che invece a oggi si aggirano sul 11-13% delle famiglie italiane: un problema di maturità digitale del nostro Paese». Nell’articolo viene riportato inoltre che le: «Connessioni della migliore qualità di tipo gigabit, coprono solo il 10 per cento degli italiani secondo stime di Goldmedia Analyse, rielaborate da Maurizio Dècina…».  «La citazione – afferma il Prof. Decina – è errata e assolutamente fuorviante. La stima di Goldmedia Analyse si riferisce infatti a ben 10 milioni di famiglie italiane coperte a fine 2022 da collegamenti in fibra ottica FTTB/H, corrispondenti ad una copertura del 40% delle famiglie italiane che sono circa 25 milioni. Longo usa questo argomento per parlare male della copertura a un gigabit al secondo degli operatori italiani, mentre la realtà è che gli operatori ed il Governo col Piano Italia a 1 Giga sono impegnati a coprire il 100% delle famiglie italiane ad un Gigabit al secondo entro la fine del 2026, obiettivo sfidante che ci porterà tra le primissime posizioni in Europa e nel mondo”.

Professor Francesco Vatalaro: con riferimento all’articolo del 3 ottobre sui disservizi di Dazn di Alessandro Longo, il Prof. Vatalaro precisa che il suo pensiero è stato distorto ove il giornalista scrive che la rete avrebbe retto «solo a patto di interventi importanti», senza riferire – come sottolinea il Prof. Vatalaro – che «tali  interventi sono stati approntati come ho evidenziato senza possibilità di equivoco. Al contrario, ho chiarito che le reti di telecomunicazioni italiane hanno retto all’aumento del traffico, insistendo che i problemi riscontrati sono riconducibili alla piattaforma informatica del fornitore di contenuti. Nel caso di Dazn, ad esempio, si sono verificati malfunzionamenti del sistema di autenticazione dei clienti: è la stessa azienda a riconoscere che giovedì 23 settembre tra le 18.30 e le 19.00 sono state riscontrate “difficoltà ad accedere alla nostra App”, decidendo perciò “di indennizzare tutti i clienti che hanno subito il disservizio”. È scorretto e fuorviante additare le reti di accesso e di trasporto italiane (di TIM e degli altri operatori) come responsabili di disservizi che trovano sede in aspetti informatici ad esse estranei».

Il prof. Vatalaro, aggiunge: «Va ricordato, inoltre, che la trasformazione tecnologica a cui stiamo assistendo è assai rilevante per il Paese, come ho ricordato sempre al giornalista che tuttavia non ne ha tenuto conto, oltre a fare emergere con assoluta evidenza che non è la copertura di connessioni di adeguata prestazione a mancare ma piuttosto, molto spesso, la loro adozione da parte dei consumatori. Per spiegare tutto questo i media possono assolvere un ruolo molto importante, anziché continuare a diffondere informazioni inesatte e distorcenti».

 

(Nell’immagine il logo di Dazn)