Pubblicato il 01/10/2021, 16:59 | Scritto da Andrea Amato
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Gli investitori vogliono una rivoluzione: si apre il tavolo con gli editori

Gli investitori vogliono una rivoluzione: si apre il tavolo con gli editori
Secondo il Presidente di Upa, Lorenzo Sassoli de Bianchi, siamo all’anno zero delle ricerche sui dati di tutti i mass media. Presentate oggi le linee guida condivise con Una (Aziende della Comunicazione Unite), per soddisfare le richieste dell’Autorità garante per le comunicazioni. E ora come reagiranno gli editori?

Upa e Una avviano l’anno zero delle ricerche

Da settimane ci si aspettava la spallata di Upa, l’associazione di riferimento per gli investitori pubblicitari, per rinnovare i sistemi di rilevazione delle audience dei vari mass media: tv, radio, web e carta stampata. Le cosiddette Audi hanno segnato il loro tempo e necessitano di un radicale aggiornamento per mettersi al passo con nuove tecnologie e soprattutto con nuove modalità di fruizione e nuove abitudini sociali. Così investitori e aziende della comunicazione, associate in Una, questa mattina hanno parlato alla stampa, ancor prima che con gli editori, per presentare le loro linee guida per il rinnovamento: il vademecum per la rivoluzione. Perché, giustamente, vorrebbero sapere come investire i loro soldi con un po’ di scientificità. Come del resto ha suggerito a giugno AgCom, dando un anno di tempo per mettersi al passo.

Upa e Una promuovono così un tavolo di confronto fra i soci – Fieg, Fedoweb, Rai, Mediaset, La7 e CRT – che hanno costituito le ricerche ufficiali sulle audience – Audipress, Audiweb e Auditel per definire un percorso condiviso di cooperazione e integrazione delle ricerche. Con cui, inevitabilmente, dovrà fare i conti anche il mondo delle radio, che da 10 anni ha abbandonato Audiradio e quindi di fatto un Jic (Joint Industry Committee), ovvero un organo terzo certificato: «Gli OTT e le radio al momento non sono censiti da un Jic, ma speriamo di includerli nel tavolo. Da anni invitiamo le radio a fornirci rilevazioni più moderne e ricavate attraverso l’utilizzo di strumenti attuali. Le tecnologie a disposizione sono molte, basta avere la volontà di utilizzarle. Forse questa sarà la volta buona, anche grazie all’invito dell’Autorità garante, che ci ha dato tempo fino a giugno 2022», ha detto in conferenza Lorenzo Sassoli de Bianchi.

Via i guanti di velluto

Insomma, gli investitori si sono tolti i guanti di velluto e Sassoli de Bianchi, come Mario Draghi, ha dettato l’agenda senza tergiversare troppo: «I princìpi di fondo proposti per le ricerche sono: comparabilità dei dati; inclusività di tutte le tecnologie; tempestività dei risultati; cross-medialità; granularità; interoperabilità; correttezza; terzietà. In Italia ci sono 130 milioni di device totali (tv, smartphone, tablet, pc, game consolle), ma abbiamo una banda larga in grave ritardo. Per infrastruttura siamo al 50esimo posto in Europa, dietro anche la Bulgaria. Siamo consapevoli che non esistono solo le esigenze degli investitori, ma anche quelle dei centri media, delle agenzie e ovviamente degli editori e dei broadcaster, perciò abbiamo redatto queste linee guida, con l’obiettivo di realizzare un progetto di cooperazione che metta a sistema gli asset di ricerca fondamentali già esistenti sul mercato italiano, per consentire misurazioni omogenee e coerenti delle complesse fruizioni di contenuti media da parte delle persone, ha detto Sassoli de Bianchi.

«La necessità di avere a disposizione dati ufficiali che rappresentino lo scenario contemporaneo è indispensabile perché le potenzialità del nuovo sistema dei media vengano comprese, utilizzate e valorizzate correttamente da tutto il mercato. Io non credo che possano esistere interessi divergenti su questo tema: certamente non tra investitori e agenzie che lavorano con l’identico obiettivo di massimizzare il ritorno degli investimenti, ma nemmeno tra il mercato e gli editori», ha sottolineato Emanuele Nenna, Presidente di Una.

Il caso Dazn

Più volte Sassoli de Bianchi e Nenna hanno specificato che questa accelerata non è frutto del caos creato dai dati autoprodotti da Dazn, ance se: «Non vogliamo riconoscere quei dati come ufficiali, ma nel breve periodo dobbiamo farci i conti, perché sono gli unici che abbiamo a disposizione. Per fortuna abbiamo internamente una serie di strumenti che ci permettono di interpretarli nel miglior modo possibile», ha specificato Nenna. «Per la prima volta non abbiamo i dati che riguardano il calcio in tv processati da un Jic. Non sappiamo nemmeno quanti abbonati abbia Dazn. Sky Si faceva certificare anche quelli. Diciamo che il calcio in streaming è in fuorigioco, non solo Dazn, ma tutti gli operatori, c’è troppa opacità e per Upa questa cosa non va bene. A Dazn e a tutti gli altri chiediamo una cosa precisa: che si facciano rilevare da un Jic il prima possibile», ha specificato Sassoli de Bianchi, che ha appena iniziato il suo ultimo mandato (scadrà fra due anni) e che evidentemente vuole lasciare in eredità un sistema Audi all’avanguardia.

«Serve un sistema omogeneo  e comparabile tra i diversi mezzi, ma in breve tempo sarà difficile dare vita a un unico soggetto per tv, radio, giornali e web. L’importante, però, che i vari soggetti certificatori per la prima volta nella storia parlino tra di loro la stessa lingua e adottino la stessa valuta», ha chiuso Sassoli de Bianchi. Insomma, Upa e Una, che di fatto rappresentano il mercato, pretendono dati affidabili per pianificare i loro investimenti. Richiesta legittima, ma da oggi parte la rivoluzione e come in tutte le rivoluzioni scorrerà del sangue. Ne siamo convinti.

 

@AndreaAAmato

 

(Nella foto Lorenzo Sassoli de Bianchi)

 

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