Pubblicato il 17/09/2021, 12:01 | Scritto da La Redazione
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Se Dazn non ce la fa, riportiamo la Serie A su Sky?

Dazn, spunta l’ipotesi sub-licenza

MF – Milano Finanza, pagina 15, di Andrea Montanari.

La politica scende in campo sul caso Dazn. Dopo l’audizione di mercoledì 15 del presidente dell’Agcom Giacomo Lasorella in Commissione Trasporti Poste Telecomunicazioni e la conseguente apertura dell’istruttoria dell’authority sull’Ott che si è aggiudicato i diritti tv della Serie A 2021-2024 per 840 milioni all’anno (340 milioni garantiti da Tim), adesso la presidente dell’organismo parlamentare, Raffaella Paita, è pronta a far votare in Parlamento una risoluzione per ponga paletti sempre più stringenti alle piattaforme streaming e agli operatori digitali.

«Ho proposto l’elaborazione di una risoluzione, in fase di stesura in queste ore, che sia un atto di indirizzo nei confronti del governo», conferma a MF – Milano Finanza l’onorevole Paita (Italia Viva). «Siamo arrivati a definire questo percorso perché una sola audizione in commissione non garantiva la totale tutela agli utenti-consumatori». La risoluzione potrebbe essere calendarizzata e votata già la prossima settimana da Camera e Senato. «Con questo documento chiederemo al governo l’impegno a definire modifiche normative che rendano più stringente a Dazn e tutti gli altri operatori coinvolti l’adesione a Conciliaweb (la piattaforma di Agcom per la risoluzione delle controversie tra utenti e operatori di telefonia, internet e pay tv, ndr) e dotare la stessa authority di maggiori poteri di controllo e sanzionatori», specifica ancora la presidente della commissione Trasporti Poste Tlc, «oltre a chiedere la certificazione nella misurazione e rilevazione degli ascolti».

Il caos rilevazioni dati

Questa mossa politica arriva in seguito alle segnalazione degli utenti, alle proteste delle associazioni dei consumatori e alle valutazioni in commissione del presidente Lasorella non solo sull’adesione perfetta e totale di Dazn alla carta di servizi Agcom, ma anche e soprattutto per quel che attiene le metriche di misurazioni dell’audience proposta dall’Ott di Len Blavatnik e curata da Nielsen, soggetto che non è certificato a differenza di Auditel (soggetto vigilato dal garante delle comunicazioni).

Ciò perché come già evidenziato da questo giornale il dato degli ascolti ha un impatto (l’8% del totale, ossia quasi 100 milioni) sulla ripartizione ai club di calcio di A degli introiti derivanti dalla vendita dei diritti tv, in applicazione del decreto firmato dall’ex ministro dello Sport, Luca Lotti, che hanno modificato la legge in vigore, la Melandri.
(Continua su MF – Milano Finanza)