Pubblicato il 16/09/2021, 17:01 | Scritto da Andrea Amato
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Le domande che avremmo voluto fare a Dazn, ma che non ci hanno permesso di fare

Le domande che avremmo voluto fare a Dazn, ma che non ci hanno permesso di fare
Ieri c’è stata la conferenza stampa dell’OTT sui dati d’ascolto autoprodotti, che hanno messo in moto l’AgCom. Come testata giornalistica avevamo chiesto di partecipare, ma non ce ne hanno dato la possibilità.

Dazn non ha voluto invitare TvZoom alla sua conferenza stampa

TvZoom quest’anno compie 10 anni e in tutto questo tempo abbiamo cercato di contribuire al meglio al dibattito culturale, politico ed economico dell’industria dei media. L’abbiamo sempre fatto nel pieno rispetto della deontologia professionale, dei valori etici e delle leggi che regolano il nostro lavoro. Per questo motivo, senza falsa modestia, posso dire che TvZoom ha raggiunto un posizionamento di autorevolezza riconosciuto da tutti i player. Tutti, ma evidentemente meno uno: Dazn.

Da mesi, inevitabilmente, seguiamo la vicenda dei diritti televisivi del calcio, in tutte le sue sfaccettature, compreso l’affair delle rilevazioni d’ascolto che l’Over the top di Len Blavatnik si autoproduce dall’inizio del Campionato di Serie A e che ha messo sul piede di guerra non solo Upa, ovvero l’associazione degli inserzionisti, ma anche AgCom.

Il mancato invito

Ieri era prevista la conferenza stampa in streaming di Dazn Italia, per dare la loro versione su quello che sta accadendo e, come molti giornalisti (ricordo che TvZoom è una testata giornalistica registrata al Tribunale di Milano) abbiamo chiesto direttamente all’ufficio stampa di Dazn di parteciparvi. Abbiamo prima scritto un messaggio su Whatsapp, che è stato letto (la famosa spunta blu), ma a cui non è seguita una risposta, e poi abbiamo provato a telefonare, anche in questo caso senza successo. Evidentemente a Dazn non era piaciuta la nostra ricostruzione dei fatti in questo articolo il giorno prima, ma forse poteva essere l’occasione per parlarne. Invece, silenzio. In quasi tre decenni di carriera non mi era mai capitato di vedere un comportamento così poco professionale da parte di una multinazionale. E per questo ero molto infastidito.

Poi, però, oggi ho visto la conferenza stampa, che un collega ha registrato e mi ha gentilmente passato, e mi sono reso conto che forse è stato un bene non parteciparvi, perché in quasi 40 minuti si sono dette poche cose, lasciando senza risposte alcune domande dei colleghi. E infatti oggi sui giornali la conferenza è citata a margine negli articoli che, invece, riguardano l’audizione di Giacomo Lasorella. Anche lì: non ti interessa l’etichetta istituzionale e indici la conferenza stampa due ore dopo l’audizione, e va bene. Ma anche dal punto di vista della comunicazione: se sai che non hai notizie da dare è evidente che il tuo happening passerà in secondo piano e che quindi è stato un colpo a vuoto.

Le domande che avremmo voluto fare

Comunque, l’ufficio stampa di Dazn ha preferito non invitarci, forse per paura delle nostre domande, che a questo punto provo a fare qui, sperando di avere risposte:

Alcuni club di calcio temono che il loro prodotto, con la scelta fatta da Dazn, si stia svalutando. Tra un anno e mezzo è attesa la definizione del prossimo bando. Come potete rassicurarli, e quindi sperare in un rinnovo, se continuerete a pubblicare solo dati autoprodotti?

Anche nella terza giornata sono numerose le lamentele raccolte sui social per la performance della trasmissione. Anche le associazioni dei consumatori sono in subbuglio (Adiconsum in testa). State pensando a un canale del digitale terrestre e/o un parziale ritorno sul satellite, in modo da risolvere problemi di affidabilità e qualità della trasmissione?

Attendiamo fiduciosi.

 

@AndreaAAmato

 

(Nell’immagine il logo di Dazn)