Pubblicato il 15/09/2021, 17:03 | Scritto da La Redazione
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Rai: alla comunicazione Colantoni, che si affretta a “ripulire” i suoi social

Rai: alla comunicazione Colantoni, che si affretta a “ripulire” i suoi social
La nostra rassegna stampa, con gli estratti degli articoli più interessanti: il nuovo amministratore delegato, Carlo Fuortes, chiede che si cambi registro nella comunicazione, per avere una narrazione positiva.

Rai, Fuortes vuole una narrazione “positiva”. Promosso il creativo che ballava su YouTube

Il Fatto Quotidiano, pagina 13, di Gianluca Roselli.

Cambiare la narrazione della Rai. Perché «questa azienda deve tornare ad avere un racconto positivo». Non è possibile, infatti, che «sui giornali quando si parla di Rai lo si fa quasi sempre in negativo». A parlare è Carlo Fuortes, che in questi giorni ha presentato a diversi dirigenti i suoi asset strategici per l’azienda. La comunicazione, dunque, è al primo posto, così come l’attenzione ai conti, come dimostra l’aver nominato capo staff l’ex Cfo Giuseppe Pasciucco. Ma è la narrazione il suo pallino.

Così si è molto rammaricato che la stampa, a seguito delle prime scelte, abbia puntato il dito sulle nomine al maschile. Così, per rivoluzionare l’area comunicazione Fuortes ha fatto una scelta tranchant: basta giornalisti, ci vuole un creativo. Così ecco tirar fuori dal mazzo Pierluigi Colantoni che, dopo un inizio a “comunicazione e immagine” con Costanza Esclapon (era Gubitosi), da un anno dirige i Nuovi Format. Casella cruciale: è il settore dove i cervelli si fanno venire in mente nuovi programmi invece di comprare tutto fuori, magari all’estero. In un anno, però, l’unica idea partorita è stata Sogno azzurro, una docu-serie andata in onda durante gli Europei di calcio, senza grandi risultati.

Gli scheletri nell’armadio

In questi giorni, però, Colantoni è stato molto impegnato a far sparire dal web una sua perfomance senza veli di qualche anno fa (era già in Rai) dove interpreta Anch’io, canzoncina zeppa di stereotipi sul rapporto uomo-donna. Che è un po’ la tematica della sua ampia produzione con chicche come Ikea o L’architetto. Ora, però, quel balletto hot genera imbarazzo. Altra sua perla è lo spot per i Mondiali 2014 in Brasile con il Cristo Redentore in maglia azzurra: l’arcidiocesi di Rio l’ha considerato blasfemo e chiesto alla Rai 7 milioni di euro. Ma quando si è creativi, poco importa.
(Continua su Il Fatto Quotidiano)

 

(Nella foto la sede Rai di viale Mazzini)