Pubblicato il 15/09/2021, 11:33 | Scritto da La Redazione
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Per Dazn arrivano giorni (ancora più) difficili

Per Dazn arrivano giorni (ancora più) difficili
La nostra rassegna stampa, con gli estratti degli articoli più interessanti: dopo le polemiche sui problemi di trasmissione e il pasticciaccio brutto degli ascolti autodichiarati, istruttoria di AgCom e vademecum di Upa per mettere nell’angolo la piattaforma streaming, obbligandola a farsi certificare da Auditel.

Dazn, al vaglio i dati audience

ItaliaOggi, pagina 19, di Claudio Plazzotta.

La questione Dazn, con le audience delle partite di calcio di Serie A misurate in qualche modo e comunque al di fuori della currency Auditel, sta mettendo in fibrillazione l’universo audiovisivo italiano. Oggi, alle ore 14, in commissione trasporti della camera dei deputati, ci sarà l’audizione del presidente dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom), Giacomo Lasorella, «sulle questioni regolatorie relative alla trasmissione del campionato di calcio sulla piattaforma Dazn», poiché AgCom ha aperto un’istruttoria su Dazn su almeno quattro punti.

Il primo è la marcata differenza, al momento non spiegata, tra gli ascolti misurati da Auditel e quelli misurati da Dazn sulle smart tv; poi va fatta chiarezza sulla scelta, da parte di Dazn, di non usare un ente certificatore, un Jic come Auditel, per misurare le audience. Avvalendosi, invece, di una misurazione interna poi verificata da Nielsen che però non è un Jic; AgCom, inoltre, vorrebbe sapere di più circa le metriche utilizzate da Dazn per conteggiare le persone che utilizzano il canale web; e, infine, ad AgCom piace poco che i dati delle audience raccolti da Dazn non siano pubblici, come quelli di Auditel, ma siano a disposizione degli operatori professionali solo utilizzando una piattaforma a pagamento.

La risposta di Dazn

Sempre oggi, ma alle ore 17, Dazn ha convocato una conferenza stampa dedicata alla «metodologia di misurazione dell’audience», nella quale interverranno manager di Dazn, di Nielsen e di Conviva. A fine settembre arriverà la conferenza stampa di Upa (Utenti di pubblicità associati, ovvero i più importanti investitori pubblicitari, associazione nella quale i grandi investitori stranieri sono molto irritati dal sistema di rilevazioni messo in piedi da Dazn), che, come dice il presidente Lorenzo Sassoli de’ Bianchi, contribuirà «alla chiarezza e trasparenza del mercato con le nostre linee guida sulle ricerche in tema di ascolti, linee che saranno pubbliche a fine settembre e che accoglieranno tutte le indicazioni dell’AgCom».

Di mezzo, ovviamente, ci sono molti soldi. Ai tempi di Sky, ovvero fino alla stagione 2020-21, la Serie A di calcio valeva circa 70 milioni di euro di raccolta pubblicitaria annua. Dal 2021-22, e fino al 2023-24, i dieci turni del campionato sono invece su Dazn, con sette match in esclusiva e tre in co-esclusiva con Sky. Publitalia, che raccoglie la pubblicità di Dazn per la Serie A attraverso Digitalia08, si è impegnata per un minimo garantito di 55 milioni di euro all’anno, assicurando agli investitori pubblicitari 6,6 milioni di telespettatori complessivi, ovvero il pubblico medio delle precedenti stagioni. Nei primi turni, però, la total audience della Serie A, misurata da Dazn, si è fermata a sei milioni, di cui solo 4,7 milioni di pertinenza di Dazn e quindi al di sotto degli obiettivi promessi da Publitalia. Di qui un certo nervosismo piuttosto diffuso.
(Continua su ItaliaOggi)

 

(Nell’immagine il logo di Dazn)