Ti va di fare il mago… su Rai2?
Il talent in tv per aspiranti Harry Potter
Corriere della sera, pagina 47, di Chiara Maffioletti.
Degli aspiranti maghi adolescenti si chiudono in una scuola-castello e, aiutati da alcuni professori, cercano di perfezionare le loro tecniche per vincere la bacchetta d’oro. No, non è la trama di Harry Potter, ma del nuovo programma di Rai2, al via il 21 settembre in prima serata, Voglio essere un mago: il primo talent show dedicato alla magia. Ogni riferimento al celebre maghetto non è casuale, ma anzi ricercato perché, proprio come nella saga di J. K. Rowling, anche qui lo stimolo è seguire i dodici giovani protagonisti come in un romanzo di formazione. «Attraverso la magia si parla della loro crescita personale», dice il magister del programma, che qui non ha barba lunga e cappello a punta, ma il viso di Raul Cremona: «Nel Natale del ’64 mia nonna mi aveva regalato una scatola con dei giochi di prestigio. Dopo 50 anni ci sto ancora giocando».
«Ma è un’arte – continua – che non viene spesso presentata in tv. Di solito trova spazio solo per qualche istante all’interno di un varietà. Qui invece si viene catapultati in una dimensione dove si dimentica il resto: i ragazzi danno il meglio per vedere se una passione può diventare anche una carriera». Rispetto a quando lui muoveva i primi passi, anche la magia ha trovato altre strade: «Una volta c’era solo il cabaret, adesso, con Internet, molti ragazzi trovano subito un palcoscenico. C’è il vantaggio di potersi subito esprimere ma lo svantaggio di fermarsi poco sui libri, di non approfondire». L’obiettivo della scuola è colmare questa lacuna.
Il cast
Per farlo, oltre alla supervisione del preside Cremona, sono stati scelti cinque professori: i prestigiatori star del web Jack Nobile e i suoi amici Hide e Sbard, Eleonora Di Cocco principessa delle grandi illusioni da palcoscenico e il mentalista Federico Soldati. Come rettore, invece, c’è lui, Silvan: «Consegnerà lo scettro al migliore. A differenza di altri talent, qui non abbiamo un materiale umano disagiato: i ragazzi sono nella scuola per migliorarsi. Essere riuniti in squadre li ha spinti a collaborare: non ci sono liti o tensioni. Sono lì perché vogliono imparare a esibirsi». Potrebbe essere definito come una sorta di Amici della magia? «Sì, anche se non ci sono mai sfide dirette, ma sempre tra squadre. La missione è educare una nuova generazione alla magia».
(Continua su Corriere della sera)
(Nella foto Voglio essere un mago)