Pubblicato il 09/09/2021, 15:02 | Scritto da La Redazione
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Tim scopre 66 canali che piratano la Serie A

Calcio, Tim trova 66 canali pirata

MF – Milano Finanza, pagina 13, di Francesco Bertolino.

Assegnando i diritti televisivi a Dazn-Tim la Serie A ha deciso di abbracciare lo streaming legale, ma deve ancora guardarsi da quello illegale. Secondo un’analisi redatta dalla Tim Data Room, il fenomeno resta preoccupante e appare in crescita. Il documento, consultato da MF – Milano Finanza, traccia un quadro della pirateria in Italia. Con un’attività di digital intelligence la società guidata da Luigi Gubitosi ha individuato 66 tra canali, profili e bot che permettono ai consumatori di fruire di servizi illegali per la visione delle partite o degli eventi sportivi, o di condividere il proprio abbonamento.

Trattandosi di fenomeni radicati anche al di fuori della rete la stima è necessariamente parziale e approssimativa per difetto. Ciononostante, offre indicazioni interessanti riguardo alla diffusione dello streaming illegale in Italia. Anzitutto, secondo la ricerca, la porta di accesso principale sono i social network, Facebook Messenger in particolare, decisivi nel veicolare il traffico sui più discreti e anonimi canali di Telegram. Qui vengono esposte le singole offerte pirata e talvolta per attirare utenti si organizzano addirittura delle lotterie che mettono in palio abbonamenti gratuiti. Le trattative vengono poi concluse con un contatto diretto con il “venditore”, talvolta impersonato da un bot, software in grado gestire autonomamente le transazioni. Segno di un fenomeno criminale sempre più sofisticato nel marketing e nella tecnologia, che le autorità sono riuscite ad arginare solo in piccola parte. La domanda è del resto forte.

Fenomeno in calo

Da una ricerca svolta nel 2021 dalla Fapav, in collaborazione con Ipsos, è emerso che in generale il consumo di contenuti “pirati” è in calo rispetto ai livelli pre-pandemici a eccezione delle Iptv (il cosiddetto pezzotto) e degli sport live. Secondo lo studio, il fenomeno risulta in crescita perché le persone percepiscono un basso rischio di essere rintracciate e multate: in pratica per gli utenti i benefici superano di gran lunga i rischi. A ciò si aggiunse la scarsa collaborazione di diversi social network e motori di ricerca nella lotta allo streaming illegale, contrastabile per esempio attraverso la rimozione dei link a siti che promuovono la pirateria.
(Continua su MF – Milano Finanza)