Pubblicato il 09/09/2021, 11:39 | Scritto da La Redazione

San Fiorello, salvatore di Sanremo

Fiorello, un fuoriclasse in squadra nell’ultimo Festival di Sanremo

Corriere della sera, pagina 55, di Aldo Grasso.

Di Sanremo non si butta via niente, nemmeno il niente. Che cosa voleva essere questo Sanremo 70+1? L’intento era quello di mettere in luce gli sforzi, la professionalità, l’abnegazione della squadra che ha portato a casa Sanremo 2021? Un’autocelebrazione orchestrata dal direttore di Rai1 Stefano Coletta in persona per dirci quanto sono stati bravi? Un dietro le quinte? Un retroscena? Un discorso sulla sofferenza emotiva dei protagonisti per mettere in scena lo spettacolo che alla Rai rende di più in termini di pubblicità?

Francamente è un’operazione che suscita più di una perplessità. Perché tutto questo eroismo (un po’ ridicolo se confrontato con altre situazioni emergenziali) non so dove sarebbe finito se non ci fosse stato Fiorello. Va bene intervistare gli autori, da Gianmarco Mazzi a Claudio Fasulo, a Walter Santillo, anche se è difficile capire il lavoro autoriale che sta dietro al festival (scegliere gli ospiti, scrivere le battute a Zlatan Ibrahimovic, concordare l’intervento di Giovanna Botteri…). Va bene caricare di «missione impossibile» una missione che poi si è dimostrata molto possibile. Va bene intervistare anche Lucio Presta, in quanto manager di Amadeus. Poi però si torna sempre al punto di partenza. Se non ci fosse stato Fiorello che Sanremo sarebbe stato?
(Continua su Corriere della sera)

 

(Nella foto Fiorello)