Pubblicato il 07/09/2021, 11:32 | Scritto da La Redazione
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Gli ascolti tv di Dazn mettono a rischio 100 milioni di euro per i club di Serie A

Club Serie A, 100 milioni a rischio

MF – Milano Finanza, pagina 13, di Andrea Montanari.

Cento milioni in bilico. È questa la somma che, leggi e decreti alla mano, rischiano di perdere i presidenti dei 20 club di Serie A dopo l’assegnazione dei diritti tv per le stagioni 2021-2024 aggiudicati a Dazn per 840 milioni all’anno (ha ottenuto tutte le 10 partite di ogni singola giornata, sette delle quali in esclusiva), grazie al supporto (340 milioni) del partner commerciale Tim. Il rischio è sulla carta, ma può essere concreto, normativa in vigore alla mano. Tutto ruota attorno al decreto che nel marzo 2018 firmò l’allora ministro dello Sport Luca Lotti, braccio destro dell’ex premier Matteo Renzi. La norma contenuta nel cosiddetto «Pacchetto Sport» inserita nella legge di bilancio di tre anni fa andò a modificare sensibilmente la legge Melandri, tuttora in essere, in merito alla spartizione degli introiti dalla cessione dello sfruttamento delle immagini del massimo campionato di calcio italiano.

Nel dettaglio, il decreto Lotti prevedeva che se una quota del 50% della somma totale era da suddividere in parti uguali tra le società di A e un altro 30% andava ripartito sulla base dei risultati sportivi conseguiti, vi era infine un’altra fetta della torta complessiva, il restante 20%, che doveva essere redistribuito ai club in base al bacino d’utenza. E proprio quest’ultima opzione a rappresenta la variabile che più preoccupa i presidenti di calcio. Perché in questo articolato calcolo, che nelle intenzioni di Lotti garantiva una spartizione più equa tra le 20 squadre di A, bisognava e occorre ancora oggi tenere conto della variabile rappresentata dagli ascolti televisivi: un aspetto non certo secondario.

Perché il decreto prevede che dell’ultima porzione della torta da dividere, ossia il 20%, l’8% sia ripartito in base a criteri più oggettivi e misurabili come l’audience televisiva certificata da Auditel – soggetto vigilato da AgCom -, come si evince anche dalle interpretazioni che compaiono sui siti di diversi studi legali come Tonucci&Partners.

Dazn si affida a Nielsen

È qui che si insinua il rischio attuale. Perché come è emerso in queste settimane, Dazn si è affidata a Nielsen per la rilevazione della sua platea di abbonati e per gli ascolti che, come emerso nei giorni scorsi, sono stati rispettivamente di 4,3 e 4,7 milioni di spettatori per le prime due giornate del campionato 2021-2022. Valori superiori a quelli calcolati da Auditel al punto che come già riferito da MF – Milano Finanza il 31 agosto nelle prime due giornate si sono persi 2,2 milioni di telespettatori. Questo in base ai dati ufficiali Auditel, il punto di riferimento per il mercato pubblicitario televisivo. Come ha evidenziato Italia Oggi il 4 settembre, sulle singole partite nel minuto medio Dazn misura il 58,1% in più di audience davanti alle connected tv rispetto alla metodologia Auditel.

Tradotto: se la norma in vigore prevede che nel calcolo dei diritti da attribuire a ogni singolo club del massimo campionato di calcio si tenga anche conto dei dati di ascolti, allora i valori validi non possono che essere quelli della società presieduta da Andrea Imperiali che storicamente registra ascolti e share della tv italiana.
(Continua su MF – Milano Finanza)

 

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