Pubblicato il 09/08/2021, 12:33 | Scritto da La Redazione
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Rai: arriva la mannaia di Carlo Fuortes

Rai: arriva la mannaia di Carlo Fuortes
La nostra rassegna stampa, con gli estratti degli articoli più interessanti: il nuovo amministratore delegato vara una sforbiciata che tocca telegiornali e reti per azzerare il deficit ereditato. «In tre anni l'azienda ha peggiorato i conti di 300 milioni».

Nella Rai di Fuortes molti tagli, via i partiti e obbligo del “lei”

La Repubblica, pagina 11, di Giovanna Vitale.

In Rai vige, dacché è nata, la “regola delle tre P”, iniziale che sta a indicare le massime cariche civili e religiose del Paese: Presidente della Repubblica, Presidente del Consiglio, Papa. Ebbene, su queste tre autorità la copertura del servizio pubblico, specie durante le missioni in terra straniera, è sempre stata totale (da qualche anno attenuata solo per il premier), con tutti i vari Tg incaricati di seguirne le cronache senza badare a spese. L’uso del passato prossimo è però d’obbligo. Perché con l’arrivo al vertice di Carlo Fuortes, il manager della cultura spedito da Draghi a risanare la Tv di Stato, la musica potrebbe cambiare radicalmente. La prova generale si farà a settembre, in occasione del viaggio apostolico di Francesco in Ungheria e Slovacchia, dove per la prima volta sono state autorizzate a partire soltanto due testate giornalistiche, che poi cederanno le immagini alle altre due, confezionando i servizi da Roma.

Con un taglio del personale in trasferta di circa il 40%. E l’esempio che meglio racconta la cura da cavallo, senza timori reverenziali, che il neo-ad ha intenzione di applicare a Viale Mazzini. Dove, lo ha già detto in Cda e ripetuto in Vigilanza, non saranno più approvati budget in perdita. Tant’è che fra i suoi primi atti c’è stata la revisione del previsionale che, senza andare per il sottile, azzera il deficit di 57 milioni previsto dalla precedente gestione. La premessa del nuovo ad è che «questi interventi non incidono sulla qualità dei prodotti, non avranno alcun effetto sui palinsesti, però servono a riportare in pareggio i conti», merito anche della ripresa della pubblicità che ha ridotto «le esigenze di taglio sui costi, in media non superiori all’1% dei budget». Ma le cifre viaggiano su percentuali più alte.

I tagli alle reti

A Rai1 è stato imposto di sforbiciare quasi un milione; altrettanto a Rai2 e Rai3 insieme; alla Comunicazione 150 mila euro (intorno al 4%); 50 mila all’Ufficio Studi (il 25%). Il taglio più consistente riguarda la Rai per il Sociale, dove la decurtazione sfiora il 30%: 300 mila euro su un budget di circa un milione. Nonostante i propositi contenuti nella lettera ai dipendenti con cui Fuortes e la presidente Soldi si sono presentati: «La Rai svolge un ruolo primario nella costruzione della coesione e inclusione sociale, e ha bisogno di avere il coraggio e le energie positive per innovare e sperimentare».

Per l’ex sovrintendente all’Opera di Roma l’imperativo è la lotta a incrostazioni e sprechi; l’obbiettivo trasformare in una Ferrari il carrozzone lottizzato dai partiti con cui ha già fatto sapere che non intende interloquire, rompendo una prassi storicamente consolidata soprattutto sulle nomine interne. «La Rai in tre anni ha peggiorato la sua situazione finanziaria di circa 300 milioni, perdite che non possono essere ripianate dallo Stato», ha ribadito Fuortes in Parlamento.
(Continua su La Repubblica)

 

(Nella foto la sede Rai di viale Mazzini)