Pubblicato il 28/07/2021, 17:33 | Scritto da La Redazione
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Slitta la rottamazione dei vecchi televisori

La nuova tv verso lo slittamento

ItaliaOggi, pagina 20, di Andrea Secchi.

Il ministero dello sviluppo economico ha svelato le carte sulla nuova roadmap che ha intenzione di formalizzare per il rilascio della banda 700 da parte delle tv a favore del 5G. E si tratta di modifiche importanti rispetto al calendario che era stato stabilito con il decreto del 19 giugno 2019: mentre finora le date avevano riguardato il rilascio delle frequenze e il passaggio tecnologico a versioni più performanti del digitale terrestre (prima Dvb-t Mpeg4 e poi Dvb-t2 Hevc) adesso le uniche certezze riguardano soltanto il rilascio delle frequenze. I tempi del passaggio all’Mpeg4 (da Mpeg2) finora previsti da settembre si decideranno a fine anno, una volta valutato il parco ricevitori degli italiani.

Ancora meno certi sono ovviamente i tempi del passaggio al Dvb-t2 la cui attivazione il documento del Mise afferma che sarà disposta a partire dal primo gennaio 2023, «ritenendo necessario un periodo più ampio per l’implementazione a regime del nuovo standard». Il documento con le modifiche è stato presentato ieri agli operatori del settore dal ministro Giancarlo Giorgetti e dalla sottosegretaria Anna Ascani per metterlo a consultazione nello stesso tavolo. La versione definitiva, quindi, non c’è ancora ma non sembra che ci sia spazio per sostanziali cambiamenti da parte del ministero. Per semplificare, da settembre prossimo in poi, le tv locali avrebbero dovuto rilasciare le proprie frequenze per aree, a partire dell’Area 2 e 3 via via per regioni successive fino a giugno. Col nuovo schema i rilasci sono stati rinviati e concentrati. Si parte a gennaio 2022 nel nord Italia (Aree 2 e 3), da marzo nell’Area 4 ed entro giugno nell’Area 1, quella tirrenica. Unica eccezione riguarda la Sardegna: rilascio previsto dal 15 novembre al 18 dicembre («consentirebbe di avviare le operazioni di refarming senza impatti interferenziali nocivi all’interno del territorio nazionale per la posizione geografica dell’area»).

Cambio di calendario

Contemporaneamente, con la vecchia roadmap, il sistema trasmissivo sarebbe dovuto passare in mpeg4 da settembre, codifica che consente di avere maggiore capacità trasmissiva e quindi di far stare più canali (le vecchie emittenti locali diventate fornitori di servizi media audiovisivi per i quali c’è una gara) in un singolo mux. Ora questo passaggio generalizzato non è stato stabilito. Il Mise si limita a dire che ci potrebbero essere canali nazionali che a livello volontario passerebbero in Mpeg4 per spingere i cittadini a dotarsi di apparecchi adeguati, ma «la dismissione generalizzata della codifica Dvbt/Mpeg2 sarebbe poi definita con un successivo provvedimento da emanare entro la fine del 2021, a seguito della verifica degli effetti delle misure tecniche, finanziarie e di comunicazione».

Cambiamenti all’attuale calendario si sono resi necessari per via del ritardo accumulato fin qui nelle procedure, sul quale anche il Covid ha influito parecchio, e a causa della scarsa diffusione di apparecchi in grado di ricevere il digitale di nuova generazione. «La diffusione degli apparecchi di ricezione televisiva», ha motivato il Mise nel documento, «ha avuto però un andamento su cui ha inciso non favorevolmente la situazione creata a seguito dell’epidemia del covid19 ed inoltre è necessario considerare che le misure economiche aggiuntive per il ricambio dei televisori obsoleti introdotte dalla legge 30 dicembre 2020, n. 178 potranno avere effetto a decorrere dal mese di agosto 2021».
(Continua su ItaliaOggi)